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Roberto Ciccarelli
Coalizione sociale, Landini lancia il manifesto. Camusso: «Non farà strada»
12 Aprile 2015
Sinistra
«Il conflitto. Riunione informale ieri a Roma con associazioni, centri sociali, partite Iva e precari della Coalizione 27 febbraio. Nella Cgil lo scontro sul futuro del sindacato è duro. La segretaria Camusso definisce la coalizione "una scorciatoia": "Non andrà da nessuna parte. Restiamo della nostra idea"».
«Il conflitto. Riunione informale ieri a Roma con associazioni, centri sociali, partite Iva e precari della Coalizione 27 febbraio. Nella Cgil lo scontro sul futuro del sindacato è duro. La segretaria Camusso definisce la coalizione "una scorciatoia": "Non andrà da nessuna parte. Restiamo della nostra idea"».

Il manifesto, 12 aprile 2015

La pros­sima set­ti­mana il mani­fe­sto della coa­li­zione sociale sarà dif­fuso in vista di un’assemblea di due giorni pro­gram­mata a metà mag­gio. Nelle inten­zioni del segre­ta­rio della Fiom Mau­ri­zio Lan­dini dovrebbe chia­rire che la «coa­li­zione sociale» non è un par­tito ma «un pro­cesso aperto e in dive­nire». Nella bozza distri­buita ieri nel corso di un’assemblea all’Arci di Tor De Schiavi nel cuore del quar­tiere Cen­to­celle di Roma, poi dif­fusa dall’Ansa, si legge che la coa­li­zione vuole «dimo­strare che si può fare poli­tica attra­verso un agire con­di­viso, al di fuori e non in com­pe­ti­zione rispetto a par­titi, orga­niz­za­zioni poli­ti­che o car­telli elettorali».

La coa­li­zione sociale sarebbe dun­que il risul­tato di un «agire con­di­viso», «fuori e non in com­pe­ti­zione» con i par­titi. Pro­ba­bil­mente la pre­ci­sa­zione serve a raf­fred­dare le rea­zioni della «sini­stra Pd» o dei Cin­que Stelle, che vedono con insof­fe­renza l’esperimento di Lan­dini. Si punta a fare coa­li­zione con tutti i lavo­ra­tori, pre­cari e «nuovi poveri» con la par­tita Iva, sul «ter­ri­to­rio» e «nei luo­ghi di lavoro», non tra gli schieramenti.

All’incontro hanno par­te­ci­pato asso­cia­zioni come Act, movi­menti come il Forum dell’acqua e cen­tri sociali dell’Emilia Roma­gna. È inter­ve­nuto anche Ste­fano Rodotà che ha riba­dito il giu­di­zio con­tro la «zavorra» dei par­titi. Una posi­zione, ha ammesso, che ha inner­vo­sito molti nei par­titi. A suo avviso la «coa­li­zione sociale» ha «una carica pole­mica posi­tiva»: regi­stra la crisi della rap­pre­sen­tanza della poli­tica e intende resti­tuire rap­pre­sen­tanza sociale e poli­tica al lavoro. Per Rodotà que­sta è la base di un’altra cul­tura e agenda poli­tica da sot­to­porre anche a chi, nei par­titi, è sen­si­bile ai beni comuni o alla pro­po­sta di legge d’iniziativa popo­lare per eli­mi­nare il pareg­gio di bilan­cio in Costituzione.

L’assemblea è stata chiusa alla stampa, ma nel pome­rig­gio le agen­zie hanno ripor­tato le dichia­ra­zioni di Lan­dini e dei par­te­ci­panti. Dopo le 13,30 sugli smart­phone sono apparse le dure parole della segre­ta­ria Cgil Susanna Camusso. La coa­li­zione sociale è una «scor­cia­toia – ha detto — non mi pare che vada da nes­suna parte». Per la segre­ta­ria la strada è diversa: pri­mato del sin­da­cato e auto­no­mia dai sog­getti sociali e poli­tici. Obiet­tivo: ritro­vare «l’unità tra i lavo­ra­tori e le orga­niz­za­zioni sin­da­cali».

Per Lan­dini, invece, il sin­da­cato da solo non basta nel momento in cui Renzi è deter­mi­nato a can­cel­lare tutti i corpi inter­medi, age­vo­lando così il pro­cesso di rivo­lu­zione dall’alto in corso nell’Europa dell’austerità. Il suo è un defi­cit di rap­pre­sen­tanza, e di potere sociale, che va recu­pe­rato facendo coa­li­zione con i mondi del lavoro non dipen­dente e pre­ca­rio, oltre che nella società. Dif­fe­renze che tor­ne­ranno a farsi sen­tire in vista della con­fe­renza di orga­niz­za­zione della Cgil.

Su que­sto scon­tro tra Lan­dini e Camusso si sta gio­cando il futuro del sin­da­cato. La sua pro­po­sta di coa­li­zione sociale vuole costruirne uno diverso, met­tendo in comune «saperi e espe­rienze» con la società, anche attra­verso il «mutua­li­smo», altra parola chiave. Ai sog­getti che la com­pon­gono sono state pro­po­ste «cam­pa­gne per obiet­tivi comuni» con­tro il Jobs Act, «il diritto alla salute, all’istruzione, alla casa, alla pen­sione o all’assistenza» si legge nella bozza. Non si chiede di rinun­ciare a ciò che sono, ma di par­te­ci­pare a quelle su cui sono d’accordo.

Gli avvo­cati di Mga, i far­ma­ci­sti di Fnpi, gli atti­vi­sti dello scio­pero sociale che fanno parte della «Coa­li­zione 27 feb­braio» hanno soste­nuto le ragioni di una cam­pa­gna con­tro il «busi­ness» della Garan­zia gio­vani, fisco e pre­vi­denza equi per i pre­cari e le par­tite Iva, il red­dito di base. Su que­sto mani­fe­ste­ranno il 24 aprile alla sede cen­trale dell’Inps-Eur a Roma. «Ci sono diverse coa­li­zioni in for­ma­zione – sosten­gono – Biso­gna deter­mi­nare le com­bi­na­zioni che aumen­tano la forza di tutti ed evi­tare di defi­nire subito il peri­me­tro di una sola».

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Leggi di Roberto Ciccarelli: Di cosa par­liamo quando par­liamo di coa­li­zione sociale?

Leggi anche, di Guido Viale: L'immaginario spazio a sinistra del PD
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