La Procura della Repubblica ha clamorosamente riaperto l'inchiesta sugli stagni-fantasmi di Olbia. Ha affidato al corpo forestale nuovi accertamenti su Mare e rocce, Pittulongu e Bados. Vuol capire com'è che sono scomparsi dalla cartografie.Sbianchettati, cancellati, eliminati dalle cartografie e soprattutto dal litorale di Pittulongu, Bados e Mare e Rocce. Gli stagni fantasma della costa olbiese sono di nuovo al centro di una inchiesta della Procura della Repubblica. Si può parlare di una clamorosa riapertura del fascicolo del sostituto Renato Perinu, la stessa indagine che aveva portato alla cancellazione del piano di risanamento di Pittulongu. Il pubblico ministero Ezio Castaldi ha disposto nuovi accertamenti, affidati al Corpo forestale. Il magistrato ha chiesto al personale della sezione di polizia giudiziaria della Procura di stabilire se corsi d'acqua e stagni retrodunali possano essere classificati come beni demaniali.
Se a questa domanda verrà data una risposta positiva, il caso Pittulongu verrà rimesso in pista, perchè la prescrizione non cancella i reati riguardanti il patrimonio dello Stato. Invece il fascicolo della prima indagine (ipotesi: abuso d'ufficio, falso) è¨ stato chiuso senza alcuna contestazione proprio perchè i reati sono stati dichiarati estinti per prescrizione. Insomma, la Procura ritorna alla carica su una vicenda che interessa da vicino, oltre al Comune di Olbia, anche quanti non vogliono arrendersi all'idea di dover rinunciare agli interessanti interventi urbanistici in zone di particolare pregio, sotto tutti i punti di vista. La polizia giudiziaria si è messa subito al lavoro, dopo l'input dell'attuale capo della Procura gallurese, gli investigatori faranno un percorso a ritroso nel tempo, verificando documenti, ma soprattutto rilievi aerofotogrammetrici che risalgono anche ai primi anni Cinquanta. Anzi il Corpo forestale sta cercando materiale particolarmente interessante raccolto da un geometra olbiese che qualche decennio fa mise insieme un voluminoso dossier su Pittulongu corredato di preziose fotografie. Rilievi che dimostrerebbero, senza possibilità di smentita, l'esistenza degli specchi d'acqua successivamente oggetto di interventi fuorilegge di riempimento, sino alla completa scomparsa. L'avvio degli accertamenti arriva in una fase particolarmente delicata della vicenda. Da mesi, infatti, il Comune di Olbia si oppone ai ricorsi presentati dalle società alle quali sono state negati le concessioni per interventi nel comprensorio di Pittulongu.
Il Tar, con alcuni importanti pronunciamenti ha accolto le richieste di chi ritiene priva di argomenti, almeno dal punto di vista amministrativo, l'interruzione degli iter concessori. Ora suona il campanello delle nuove verifiche avviate nei giorni scorsi dal Corpo forestale. E’ evidente che, in un quadro come questo, si è ben lontani da una definitiva risposta alle numerose domande riguardanti il passato e il futuro di Pittulongu.
Ma non basta, perché qualche giorno fa il Tribunale di Olbia ha anche assolto i rappresentanti della società proprietaria dei sette ettari affidati alla cooperativa Il Mattino, per la realizzazione di parcheggi e strutture di servizio destinati ai bagnanti. La srl Li. Do. di Pittulongu ha di nuovo, dopo un lungo periodo di sequestro, la disponibilità dell'area e anche in questo caso si attendono risposte dal Comune e dalla Regione.
Il Tg3 di oggi – domenica 8 luglio – ci informa che i nuovi ricchi russi pagano oltre 100mila euro per affittare per un mese una casa in Costa Smeralda. E che i sardi che vanno in vacanza sono il 10% in meno dell'anno precedente. Ognuno può mettere come crede le due notizie in relazione e integrare le considerazioni con un'altra notizia sull'Unione Sarda che racconta di una truffa di cui si parla da un po'.
Si spiega come si possano truccare le carte topografiche fino a cancellare, nel litorale di Olbia,i presupposti dei vincoli, in questo caso stagni in seguito abilmente interrati. Falsari postmoderni. Incredibile: più o meno come nel film di Totò e Peppino "La banda degli onesti".Cliché da diecimila lire, un po' di carta filigranata, un tipografo, un pittore e altri sgangherati personaggi s'improvvisano falsari. Li scoprono ovviamente. Questo nuovo imbroglio non è molto divertente, perchè temo che di carte truccate, che spostano confini dal mare, cancellano colline e fiumi e altra roba di particolare pregio, ce ne siano molte in giro, con le conseguenze che vediamo in giro. Truffe e truffatori non scoperti, temo. E temo, data la rozzezza del raggiro, che ci siano complici tra quelli incaricati di controllare. Il rischio ? Vale la pena di correrlo visti i valori. Ovviamente nessun tornaconto per il fiero popolo dei nuraghi che addirittura s'impoverisce e rinuncia alle vacanze (ma si potrà consolare andando a vedere cosa fanno i ricchi in Costa Smeralda). (Sandro Roggio)
La postilla è tratta dal sito del Centro Studi Urbani dell'Unbiversità di Sassari