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Casa, dalle Regioni no al decreto. Braccio di ferro con il premier
25 Marzo 2009
La barbara edilizia di Berlusconi
La speranza (esile) è che le regioni non contestino solo la forma del provvedimento, ma anche la sostanza. La Repubblica online, 25 marzo 2009

ROMA - Tutta in salita la strada per approvare con un decreto legge il piano casa. Dalla conferenza straordinaria delle regioni, che ha visto riuniti i governatori prima dell'incontro con il governo a Palazzo Chigi, è infatti emerso il 'no' a procedere attraverso un dl. Le regioni, subito prima dell'inizio della conferenza unificata, si sono dette comunque disponibili a lavorare ad un accordo più ampio che porti alla semplificazione della normativa e degli investimenti edilizi. Il premier, però, sembra insistere: "L'urgenza resta", dice Berlusconi, aggiungendo però: "Non è detto che il decreto legge sia lo strumento più opportuno", mentre Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, ha chiesto lo slittamento del piano casa rispetto al prossimo Consiglio dei Ministri.

"Stiamo discutendo, perché le Regioni hanno prospettato una loro posizione di contrarietà" al decreto, "noi ci siamo tenuti la possibilità di decidere nell'uno e nell'altra direzione" (dl o ddl) e per questo il governo ha proposto di "dar vita a un tavolo tecnico nella sede della conferenza delle Regioni". La scadenza di venerdì non sembra però in discussione e il Governo ha chiesto alle Regioni di arrivare entro quella data ad una soluzione condivisa. Le prossime 70 ore, "che ci separano dal Consiglio dei Ministri di venerdì", saranno usate per "approfondire i contenuti e trovare un'armonia con le Regioni", ha spiegato Berlusconi.

Parlando del piano, il premier ha sottolineato che la misura non riguarda solo le ville, ma "quasi il 50 per cento delle abitazioni mono o bifamiliari". Berlusconi ha osservato come, dai dati in possesso del governo, risulta che "dovrebbero essere il 25%-28% le case monofamiliari e il 13-15% quelle bifamiliari". Insomma, "è una notizia che riguarda il 50% delle famiglie, non è affatto una disposizione che riguarda le ville, non c'è nessuna marcia indietro del governo". E se solo il 10% delle famiglie proprietarie di mono o bifamiliari facesse lavori di ampliamento, ha aggiunto, si attiverebbero dai 50-60 miliardi di giro di affari. Per quanto riguarda invece nuove abitazioni e giovani in difficoltà, ci sarà un altro piano ad hoc, ha annunciato Berlusconi: un progetto "sul quale verranno mobilitate le Regioni, i comuni, il sistema bancario italiano e tutte le industrie delle costruzioni".

Il nodo più grosso rimane comunque quello della forma da dare al provvedimento e sull'ipotesi decreto continua il braccio di ferro. "Le Regioni sono pronte a discutere di tutto, purché non si utilizzi il decreto che potrebbe creare vuoti normativi e legislativi in attesa che i governatori assumano altri provvedimenti", ha detto il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, uscendo dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni, terminata poco prima dell'incontro con il premier.

Sulla stessa linea Vito De Filippo, presidente della Basilicata: "Siamo contro lo strumento del decreto legge. Diciamo sì, invece, a procedure di sburocratizzazione e velocizzazione degli investimenti edilizi", afferma, mentre il governatore della Calabria, Agazio Loiero, sottolinea come in assenza di un testo "la discussione non può che essere sterile". Dopo le dichiarazioni di ieri di Berlusconi che non ha riconosciuto come suo il piano casa in circolazione, infatti, ai governatori non è giunto nessun nuovo documento. L'ipotesi è che il premier lo consegni direttamente nel corso della riunione a Palazzo Chigi.

Intanto, da Umberto Bossi è arrivato un nuovo invito a trattare. "Ieri sera l'ho detto a Berlusconi che molte Regioni, ad esempio la Lombardia, hanno già il loro piano casa. Meglio trattare con loro e trovare l'accordo, così si evitano scontri", ha detto il leader della Lega parlando con i giornalisti alla Camera.

A chi gli domandava se il piano casa andrà al prossimo Consiglio dei Ministri e se sarà un decreto, Bossi ha risposto: "Prima si trovi l'accordo con le Regioni".

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