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Antonio Pastore
Cacciari: ”Ha ragione il vescovo Nogaro”
21 Maggio 2004
Articoli del 2003
Invece «il presidente della Cei confonde e mischia la politica con la religione». Su Il Mattino del 20 novembre 2003 l’intervista che Massimo Cacciari ha rilasciato ad Antonio Pastore. Un momento di semplicità e chiarezza, dopo la retorica provocata dal lutto nazionale.

Non solo difende Nogaro dagli attacchi «sconsiderati» subiti in questi giorni, ma è anche convinto che il monsignore degli immigrati e dei poveri, interprete autentico di Wojtyla, ha fatto bene a dire ciò che ha detto. «Non è forse questo - annota il filosofo Massimo Cacciari, che il vescovo di Caserta lo conosce bene - il destino dei cristiani, essere pietra di scandalo, motivo di contraddizione?». Durissimo invece il giudizio sull’omelia del cardinale Ruini, antagonista dichiarato della chiesa pacifista: «Ruini confonde e mischia pericolosamente le due dimensioni, politica e religione: che poi è lo stesso motivo per cui critichiamo l’Islam».

Il vescovo di frontiera, ancora una volta, sotto accusa...

«Non è la prima volta e non sarà l’ultima. E tutto a causa del modo in cui interpreta il suo ruolo, che in fondo è il modo che dovrebbe accomunare tutti i cristiani. Dice cose scomode, e fa bene. E in questo caso cose più che giuste».

Ma quelle bare andavano benedette, no?

«Certo che andavano benedette, e certo che il prete deve benedire le salme di quei poveri soldati. Il vescovo di Caserta ha detto, e io sono completamente d’accordo con lui, che non vanno benedette le armi. Vogliamo scherzare? Qui si ritorna alla teoria delle guerre giuste, alla Chiesa che giustificava l’uso della violenza...».

Nogaro sembrava preoccupato da quelle teorie poi rese esplicite dall’omelia di Ruini intorno all’intervento militare in Iraq.

«Ruini ha rovesciato completamente la prospettiva sulla guerra portata avanti in questi anni dal Papa, e condivisa appieno dal vescovo di Caserta. È una cosa di estrema gravità perché cancella di fatto il ripudio assoluto dell’intervento in armi che era stato fatto proprio dalla Chiesa nella sua interezza».

Nell’omelia Ruini ha sposato con forza la tesi di chi crede che l’Italia non deve ritirare le sue truppe...

«Ruini doveva benedire i morti, e non entrare nel merito di una questione prettamente politica. Personalmente sono convinto che non ce ne dobbiamo andare, adesso. Ma questo non significa che approvo ciò che ha detto. Il discorso di Ruini è un oggettivo arretramento su posizioni inaccettabili, su posizioni che legittimano l’interferenza della religione nelle scelte politiche, un metodo per cui si accusano l’Islam e gli integralisti».

Farebbe lo stesso discorso se Ruini avesse detto che l’Italia doveva ritirare il contingente?

«Anzi forse lo avrei disapprovato anche di più. Sarei stato in quel caso in disaccordo anche nel merito politico, e rimarrebbe intatta la disapprovazione sul metodo».

Che succederà adesso a Nogaro?

«Niente, credo. Non si farà amareggiare più di tanto dalle miserie di un ceto politico che tenta di capitalizzare l’emozione e il dolore del paese. Lui, sincero e onesto, è in pace con il suo Dio».

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