È stato davvero uno spettacolo entusiasmante, dall’inizio alla fine: dalle sciabolate satiriche della prima parte, alla lezione di poesia e di letteratura della seconda. Ah, se la sinistra sapesse farsi rappresentare dal cuore di Benigni e dal cervello di Cofferati!
ROMA - Roberto Benigni ha sbancato l'Auditel. Anzi, lo ha preso a schiaffi, perché dopo gli oltre 12 milioni di telespettatori che ieri sera hanno visto L'ultimo del Paradiso, una buona metà delle regole che si davano per acquisite sui gusti del pubblico vanno - direbbe il comico toscano - a farsi benedire.
Niente ballerine e niente ospiti. Questo si sapeva. Ma che Benigni riuscisse a inchiodare davanti al piccolo schermo milioni di persone solo leggendo e interpretando l'ultimo canto del Paradiso di Dante, questo non era affatto scontato. Bisogna tornare ai numeri per capire quanto "scandaloso" (come dice il dantista Sermonti) sia stato l' one man show di ieri sera. La media degli ascolti è stata di 12 milioni e 687 mila spettatori(con il 45,48% di share). Vale a dire che nella prima serata di ieri quasi uno spettatore su due era sintonizzato su RaiUno. Il bello è che quando l'attore ha iniziato la sua "tirata" su Dante, emozionante e appassionata, ma anche sofisticata e poco "spettacolare", l'ascolto è rimasto altissimo.
I dati Auditel parlano chiaro. I picchi di ascolto, è ovvio, si sono registrati in corrispondenza con la fine della prima parte dello show, quella "politica"'. Ma quando è iniziata la seconda parte dello spettacolo, e quasi fino alla fine, in pochi se ne sono andati, cambiando canale: alle 22 e 43 gli ascoltatori erano ancora sopra gli undici milioni.
Chi ha visto la performance di Benigni sa che il dato è clamoroso. Per chi non l'ha vista diciamo che in undici milioni hanno ascoltato per oltre un'ora una lettura testuale dei versi di Dante, e visto un Benigni inedito, almeno in tv, che si ferma ad ogni terzina e spiega, quasi arringa il pubblico per convincerlo di quanto quelle parole scritte 700 anni fa, in realtà ci riguardino tutti.
Parla di Dio, della Madonna, dell'amore. Cita Borges. Elenca similitudini, scioglie metafore. Filosofeggia sull'impossibilità di raccontare l'assoluto. Si lancia in una lunga esegesi del ruolo di San Bernardo nella Divina Commedia. Non si azzardano a farlo nemmeno su Rai Educational dopo l'una di notte. E invece lui fa piangere di commozione il babbo Luigi, riunito a Vergaio con tutta la famiglia, e nel frattempo si porta a casa il 45% di share e dodici milioni di telespettatori.
E' l' One man show più visto degli ultimi anni. Ha battuto, in valori assoluti, i programmi di prima serata condotti da mattatori come Morandi (Uno di noi), Fiorello (Stasera pago io), Panariello (Torno sabato-La lotteria) e Celentano (125 milioni di ca7...te). Ma non è il solito trionfo del Benigni televisivo. La prima tv di "La vita è bella", trasmessa il 22 ottobre dello scorso anno, fu vista da 16 milioni di persone. L'esibizione a Sanremo del 9 marzo scorso fu seguita da 19 milioni 218 mila spettatori. Ma farne dodici milioni come li ha fatti ieri sera è tutta un'altra cosa. Così, mentre a RaiUno arrivano da stamattina numerosi fax di ringraziamento per lo show andato in onda ieri sera, chi scrive i palinsesti televisivi avrà sicuramente di che riflettere. Magari per chiedersi se il pubblico della tv non sia molto meglio di quanto in genere si creda.
Intanto il direttore di RaiUno Fabrizio Del Noce sta già pensando al bis. Gli piacerebbe un appuntamento fisso natalizio. Oppure la lettura di altri canti della Divina Commedia. "Finchè rimarrò io a RaiUno - dice comunque il direttore della rete - Benigni avrà sempre le porte aperte". Anche perché - è sempre Del Noce che parla - ieri sera "è stato scritto un pezzo di storia della televisione, il più importante della tv del 2002".