La costituzione d’un coordinamento nazionale delle Resistenze appare sempre più una necessità del periodo attuale.
Poichè vediamo messo in discussione lo zoccolo delle conquiste sociali della Liberazione noi, veterani dei movimenti di Resistenza e delle forze combattenti di Francia Libera (1949-1945), chiamiamo le giovani generazioni a far vivere e a trasmettere l’eredità della Resistenza e i suoi ideali sempre attuali di democrazia economica, sociale e culturale.
A sessant’anni da allora il nazismo è vinto, grazie al sacrificio dei nostri fratelli e delle nostre sorelle della Resistenza e delle nazioni unite contro la barbarie fascista. Ma la minaccia non è del tutto scomparsa, e la nostra collera contro l’ingiustizia è sempre intatta.
Noi chiamiamo a celebrare l’attualità della Resistenza, non a vantaggio di cause di parte o strumentalizzando a vantaggio di giuochi di potere, ma per proporre alle generazioni che ci seguiranno di compiere tre gesti umanitari e profondamente politici nel vero senso del termine, perché la fiamma della Resistenza non si spenga mai.
Chiamiamo in primo luogo gi educatori, i movimenti sociali, le collettività pubbliche, i creatori, i cittadini, gli sfruttai, gli umiliati a celebrare insieme l’anniversario del programma del Consiglio nazionale della Resistenza (CNR), adottao nella clandestinità il 15 marzo 1944: sicurezza sociale e pensione generalizzate, controllo dei feudi economici, diritto alla cultura e all’educazione per tutti, stampa liberata dal denaro e dalla corruzione, leggi sociali per gli operai e i contadini ecc. Come è possibile che manchino oggi i fondi per mantenere e prolungare questa conquiste sociali, oggi che la produzione di ricchezza è considerevolmente aumentata dalla Liberazione, periodo nel quale l’Europa era rovinata? I responsabili politici, economici e intellettuali e l’insieme della societànon devono arrendersi, né lasciarsi impressionare dall’attuale dittatura internazionale dei mercati finanziari che minaccia la pace e la democrazia.
Chiamiamo poi i movimenti, i partiti, le associazioni, le istituzioni e i sindacati eredi della Resistenza a superare gli obiettivi settoriali, e a consacrarsi prioritariamente alle cause politiche delle ingiustizie e dei inflitti sociali, e non solo alle loro conseguenze, a definire insieme un nuoco “Programma di Resistenza” per il nostro secolo, nella consapevolezza che il fascismo si nutre sempre del razzismo dell’intolleranza e della guerra, che a loro volta si nutrono delle ingiustizie sociali.
Noi chiamiamo infine i bambini e i ragazzi, i genitori, gli anziani e i nonnim, gli educatori e le autorità pubbliche, a una vera insurrezione pacifica contro i mezzi di comunicazione di massa, i quali non propongono alla nostra gioventù altro orizzonte che quello del consumo mercantile, del disprezzo dei più deboli e della cultura, l’amnesia generalizzata e la competizione a oltranza di tutti conro tutti. Non accettiamo che i principali media siano ormai controllati dagli interessi privati, in contrasto con il programma del Consiglio nazionale della Resistenza e le ordinanze sulla stampa del 1944.
Oggi più che mai, a quelli e a quelle che costruiranno il secolo che comincia, vogliamo dire con il nostro affetto: « creare è resistere. Resistere è creare»
Plus que jamais, à ceux et celles qui feront le siècle qui commence, nous voulons dire avec notre affection : «Créer, c'est résister.
Résister, c'est créer ».
Firmatari:
Lucie Aubrac, Raymond Aubrac, Henri Bartoli, Daniel Cordier, Philippe Dechartre, Georges Guingouin, Stéphane Hessel, Maurice Kriegel-Valrimont, Lise London, Georges Séguy, Germaine Tillion, Jean-Pierre Vernant, Maurice Voutey.
Chi sono i firmatari
Chi é Lucie AubracChi è Raymond Aubrac
Chi è Henry Bartoli
Chi è Daniel Cordier
Chi è Philippe Deschartres
Chi è Georges Guingouin
Chi è Stéphane Hessel
Chi è Maurice Kriegel-Valrimont
Chi è Lise London
è Georges Séguy
Tillion Chi è Germaine Tillion
Chi è Jean-Pierre Vernant
Chi è Maurice Voutey