Nuovo capitolo della lotta contro l'inceneritore di Acerra. Due le manifestazioni per ribadire ancora una volta, l'ennesima, il rifiuto nei confronti del termovalorizzatore. La prima è il blocco dello snodo di Afragola, un'importante arteria che collega Afragola con le autostrade Napoli-Roma, Napoli-Milano e le città del Napoletano e del Vesuviano. Circa 2000 persone vi hanno partecipato, scandendo slogan «contro i potenti». La seconda è il "serpentone" umano che percorre Acerra, composto dal cartello che da tempo si batte contro l'inceneritore più gli studenti del liceo artistico e liceo polispecialistico locali. Le sigle che hanno dato vita alla protesta stanno infatti cercando di ottenere sempre più sponde, nel paese come nella regione, dato che istituzioni nazionali e locali si sono dimostrate per ora abbastanza sorde alle rivendicazioni degli abitanti di Acerra.
A innescare la nuova protesta sono stati due fatti. Il primo: le dichiarazioni del ministro dell'Ambiente Altiero Matteoli, che ha detto: «Ogni regione italiana smaltisce i rifiuti in casa propria mentre in Campania si pretende di smaltirli in altre parti d'Italia o in Germania». I costi dello smaltimento dei rifiuti in Germania sono decuplicati. La conclusione per Matteoli è evidente: «La soluzione, l'unica moderna, tecnicamente avanzata e meno inquinante è il termovalorizzatore». E considerato che ci vorranno almeno 40 anni per smaltire i rifiuti, il termovalorizzatore di Acerra deve partire al più presto. I Verdi lo accusano: «Il ministro Matteoli ha dato per scontato che l'aggiornamento della Valutazione di Impatto Ambientale darà esito positivo».
Il secondo: il rigetto dell'ordine del giorno sulla sospensione dei lavori all'inceneritore, arrivato proprio ieri sera dalla riunione del Consiglio regionale della Campania, che ha respinto a maggioranza gli odg presentati da Cdl, Verdi e Pdci. Le tre mozioni hanno raccolto soltanto i voti dei rispettivi firmatari e sono state bocciate dalla maggioranza, compatta più che mai. Delusissimo il sindaco di Acerra, Espedito Marletta, presente in aula: «Sono fintamente meravigliato, si discute per ore e poi non si approva nessun ordine del giorno: è brutto, perchè da un'assemblea elettiva sarebbe stato lecito attendersi un segnale alla comunità, specie dinanzi a un'emergenza come quella di Acerra».
In assenza di segnali, dunque, la lotta dei cittadini va avanti, con il solito metodo: congestionare il traffico autostadale, bloccare le ferrovie, cercare la soluidarietà degli studenti e far slittare l’apertura delle scuole, al grido di «Fermare la città». Se le istituzioni sono refrattarie alle continue sollecitazioni del comitato contro l'inceneritore, pare questa l'unica via praticabile. Ma c'è chi mette in guardia il movimento: «Facciamo uno sforzo per evitare che la lotta democratica approdi alla deriva populista e di ribellione che può portare soltanto danni - ha sostenuto Pietro De Laurentiis, del comitato di Acerra, - i potenti hanno una responsabilità grande, la usino finalmente per fare un passo indietro, perchè la cittadinanza è determinata a proseguire la lotta, ma noi non riusciamo a controllare l'esasperazione che serpeggia in molti».
Perchè si è giunti a questo punto, nell'analisi di Antonio Di Gennaro