Era ordinario di “Valutazione e gestione dei progetti” al Politecnico di Milano ed era stato vicedirettore della rivista Urbanistica.
La doppia laurea, in Architettura ed Economia, gli aveva consentito di occuparsi di problematiche, spesso scivolose e ambigue, quali la programmazione complessa, la fiscalità urbanistica e la compensazione, con una grande capacità teorica e con uno sguardo acuto e critico, e sempre lungimirante.
Insieme abbiamo curato nel 1996 il volume “Pianificazione strategica e gestione dello sviluppo urbano”, quando il tema era ancora ignoto nel nostro paese e le aspettative in materia di rilancio di una pianificazione di area vasta non più gerarchicamente ordinata, ma costruita dal basso attraverso procedure interattive e partecipative e attraverso la costruzione di “visioni condivise”, sembravano cariche di promesse.
Oggi, in un contesto (quello lombardo e milanese) in cui le tristi vicende quotidiane sempre più testimoniano di una caduta dei valori etici e collettivi e di un processo di deregulation urbanistica senza eguali in Europa, mi piace ricordare a tutti i lettori di eddyburg questo studioso senza compromessi, questo docente appassionato ed estremamente apprezzato dagli studenti (nonostante la “complessità” del linguaggio) e questo insostituibile amico.
Maria Cristina Gibelli