Avvenire
«Messaggio del capo dello Stato, che oggi vede Tusk, in occasione della giornata mondiale del rifugiato: “Tragedia drammaticamente attuale. Intervenire con la prevenzione, su conflitti e povertà”»
«Nel sollecitare la comunità internazionale e l'Unione Europea a compiere passi crescenti su questo terreno, la Repubblica Italiana si conforma alle norme sancite dal diritto internazionale relative all'accoglienza di coloro che hanno diritto a protezione». Il messaggio di Sergio Mattarella in occasione della giornata mondiale del rifugiato ribadisce la richiesta del nostro Paese di maggiore condivisione del dovere di accoglienza.
Ma le parole del capo dello Stato - che oggi vedrà, al pari del premier Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk – suonano anche come monito per il nuovo governo a non sottrarsi ai propri doveri di carattere umanitario, pur chiedendo a gran voce a una cambio di passo nelle politiche e negli stessi regolamenti comunitari.
«La tragedia dei rifugiati - donne, uomini e bambini costretti ad abbandonare le proprie case in cerca di un luogo dove poter vivere - è oggi sempre più drammaticamente attuale, come hanno sottolineato anche le Nazioni Unite» scrive il presidente della Repubblica. Che rivendica innanzitutto i grandi meriti acquisiti dal nostro Paese: «Da tempo, l'Italia contribuisce al dovere di solidarietà, assistenza e accoglienza nei confrontidi quanti, costretti a fuggire dalle proprie terre, inseguono la speranza di un futuro migliore per sè e per i propri figli. Obbedisce a sentimento di responsabilità l'impegno dei moltissimi concittadini che, sul suolo nazionale, nel mediterraneo e in altre più lontane aree di crisi del pianeta, tengono vivo lo spirito di umanità che - profondamente radicato nella nostra Costituzione - contraddistingue il popolo italiano». Ne discende un «vivo ringraziamento» da parte del capo dello Stato per «tutti coloro che, in Italia e nel mondo, si adoperano con passione, impegno e dedizione, per questa causa».
Ma ecco la richiesta pressante. Per Mattarella «la comunità internazionale deve operare con scelte politiche condivise e lungimiranti per gestire un fenomeno che interessa il globo intero». E soprattutto, «l'Unione Europea, in particolare, deve saper intervenire nel suo insieme, non delegando solamente ai Paesi di primo ingresso l'onere di affrontare le emergenze. La gestione attuale dei fenomeni migratori deve lasciare il posto a interventi strutturali che rimuovano le cause politiche, climatiche, economiche e sociali che alimentano tante tristi vicende».
Esiste poi un grande tema, che tocca la comunità internazionale nel suo insieme, sul piano della prevenzione delle cause delle grandi migrazioni, dalle guerre alle povertà: «Per governare i grandi spostamenti di esseri umani - afferma il Presidente - occorre prevenire i conflitti e mettere fine a quelli in corso, sostenere i Paesi di origine dei flussi aiutandoli a combattere carestie e malnutrizione, fornire adeguato sostegno ai Paesi limitrofi e alle aree soggette a ostilità». Occorrono, sul piano globale, politiche ispirate ai «principi della responsabilità, della solidarietà e della condivisione dei doveri e dei compiti tra tutti i Paesi interessati». Principi che possono trovare un loro rilancio solo in ambito Onu, dove «l'Italia è fortemente impegnata nei negoziati in vista dell'adozione di un patto mondiale sui rifugiati, che rappresenta lo strumento per offrire risposte concrete e universalmente accettate».
Ma, ammonisce Mattarella «nel sollecitare la comunità internazionale e l'Unione Europea a compiere passi crescenti su questo terreno la Repubblica Italiana si conforma alle norme sancite dal diritto internazionale relative all'accoglienza di coloro che hanno diritto a protezione».
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