Caro m'è ‘l sonno e più l'esser di sasso
mentre che il danno e la vergogna dura
non veder, non sentir m'è gran ventura
però non mi destar, deh parla basso
Così Michelangelo rispose a un sonetto di elogio della statua, scritto da Giovan Battista Strozzi, che si concludeva con il verso «déstala, se noi credi, e parleratti».
La statua è una figura della tomba di Giuliano de' Medici, nella Sagrestia nuova della chiesa di San Lorenzo a Firenze. rappresenta allegoricamente la Notte