I pasticci che accadono quando si vuole colpire indiscriminatamente situazioni fortemente discriminate. Ma questi professori (e legislatori) moderni non avevano mai letto "il blocco edilizio" di Valentino Parlato? o semplicemente riflettuto sulla distribuzione socialedella rendita immobiliare? Articoli di Anna Maria Merlo e Leo Lancari, il manifesto, 9 gennaio 2013. In calce, un link utile
Giallo Imu, la Ue prima la boccia poi ci ripensa
di Anna Maria Merlo
L'operato del governo Monti, ex commissario Ue, non si tocca a Bruxelles, che prima boccia l'Imu, considerata in buon sostanza ingiusta, perché non è progressiva e addirittura passibile di aumentare il rischio di cadere nella trappola della povertà per i cittadini italiani, poi ci ripensa. La critica alla tassa sulla casa si capiva leggendo il Rapporto 2012 sull'occupazione e lo sviluppo sociale della Commissione Ue, a pagina 267. Ma in serata, visto il polverone sollevato in Italia a causa del ruolo centrale dell'Imu nella campagna elettorale in corso, da Bruxelles hanno confusamente precisato, per non irritare Monti, che i riferimenti erano all'Ici, cioè alla situazione del 2006. Il Rapporto parla di ben altro, pubblica dati sulla disoccupazione e sulla situazione sociale che si degrada con la crisi economica, ma ha un breve capitolo sulle tasse italiane sugli immobili. La Commissione ricorda che l'Imu era stata introdotta nel 2012 «a seguito di raccomandazioni sulla riduzione di un trattamento fiscale favorevole per le abitazioni», che un punto favorevole è stata la revisione (al rialzo) dei valori catastali, che è positivo che sia stata fatta una distinzione tra casa principale e abitazione secondaria, che ci sia la deduzione di 200 euro per la residenza principale e per i figli a carico. Ma la modalità con cui è stata concepita l'Imu rischia di aumentare «le diseguaglianze sociali» in Italia (l'altro esempio fatto dalla Commissione è l'Estonia): Bruxelles vorrebbe che il riferimento fossero i «valori di mercato» degli alloggi e non quelli catastali, notoriamente bassi in Italia. Il commissario agli Affari sociali, Laszio Andor, ha rifiutato di commentare il testo del Rapporto rispetto all'Imu, perché «è argomento di campagna elettorale» e la Commissione non vuole immischiarsi. In Europa non esiste l'armonizzazione fiscale (la prova: l'esilio fiscale di molti ultra-ricchi francesi verso il Belgio o la Gran Bretagna, malgrado sulle prime pagine ci sia sempre il caso praticamente unico di Gérard Depardieu in Russia.
La Commissione non suggerisce certo una patrimoniale in Italia, ma raccomandando una maggiore «progressività» delle tasse sui beni immobiliari, fa riferimento all'equità, che non deve mai essere dimenticata in campo fiscale per non distruggere il consenso all'imposta, che è una delle basi della democrazia.
In Europa, una tassa iniqua sulla casa ha già fatto cadere un governo: era l'anno 1990 e Margaret Thatcher ha dovuto rinunciare dopo le rivolte del mese di marzo contro la poll tax imposta nell'89. John Major, che la sostituì alla testa del governo conservatore, l'ha poi abolita. La poll tax aveva lo stesso difetto dell'Imu: non era progressiva, colpendo così proporzionalmente molto di più i poveri che i ricchi, oltre ad avere anche altri aspetti di ingiustizia, variando enormemente a seconda del luogo.
Sull'Imu Bruxelles aveva già avuto modo di pronunciarsi. Lo ha fatto prima di Natale, per approvare il regalo fatto da Mario Monti alla chiesa cattolica. La Commissione europea ha chiuso la procedura di infrazione aperta contro l'Italia per «aiuti di stato illegali» alla chiesa cattolica negli anni 2006-2011 relativa alle esenzioni dell'Ici e ha ritenuto che la nuova tassa, l'Imu, «non implica aiuti di stato dal momento che le esenzioni si applicheranno solo agli immobili dove sono condotte attività non economiche». E' la prima volta "in assoluto", ha comunque precisato il commissario alla Concorrenza, lo spagnolo Joaquim Almunia, che la Ue non chiede il recupero di aiuti di stato illegali.
L'imbarazzo di Monti: «Ce l'ha chiesta la Ue»
di Leo Lancari
Meno diplomatici Nichi Vendola e Antonio Di Pietro. Il leader di Sel, che Monti vorrebbe «silenziare» e contro il quale è intervenuto anche ieri, non lesina critiche al premier: «L'Europa ci prende a sberle per l'iniquità dell'Imu», attacca. «Quando parlavamo nei mesi scorsi di abolirla per le fasce di reddito più basse, quando parlavamo di un insopportabile spread sociale, venivamo tacciati come la solita sinistra conservatrice. Quanto ipocrisia e malafede».
Va giù duro contro Monti anche Antonio Di Pietro: «La verità è che tutte le riforme di Berlusconi prima e di Monti dopo sono state inique, inutili e hanno impoverito famiglie e onesti cittadini», ha detto il leader dell'Italia dei valori. «Monti non si nasconda dietro il dito dell'Ue perché la verità è che ha fatto tornare i conti, in modo ragionieristico, facendoli pagare alle fasce più deboli della popolazione ma salvaguardando evasori, corruttori e chi, fino a oggi, ha vissuto nell'illegalità».
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