«Sono bruciati 30mila ettari, il 5% del manto boschivo, mentre il cemento si è mangiato il 26% della superficie agricola. Il Sud in testa al disastro ambientale». il manifesto, 29 agosto 2017 (p.d.)
La Calabria, già nel 2016, era stata la regione più colpita da questo crimine con 4391 incendi; nel 2017, con 7372 incendi fino ad oggi, sarà di nuovo, purtroppo, al primo posto. Una devastazione che si aggiunge a quella perpetrata per mezzo del cemento che (dati Istat) ha consumato il 26 % della superficie agricola della regione dal 1990 al 2005. La Calabria è, purtroppo, anche la regione italiana che (dati Istat) presenta il maggior numero di abitazioni rispetto al numero di abitanti: 1.243.643 alloggi, di cui 482.736 vuoti, per poco meno di 2 milioni di abitanti. Solo a Cosenza i vani vuoti sono 165.398 e la sua provincia è la seconda in Italia per numero, 15.188, di immobili degradati.
Gli incendi colpiscono ogni anno non solo le stesse regioni, quelle meridionali, ma addirittura le stesse province. Nel 2017, secondo Legambiente, con un’azione preventiva in sole 10 province (Cosenza, Salerno, Trapani, Reggio Calabria, Messina, Siracusa, Latina, Napoli, Palermo, Caserta) si sarebbero potuti salvare quasi 50.000 ettari, il 64% circa del totale bruciato. La regione Calabria, che ha il 40,6% della sua superficie regionale coperto da 613.000 ettari di boschi e foreste, ha approvato solo il 12 giugno 2017 il Piano Aib (antincendi boschivi) 2017 e solo il a luglio ha sottoscritto l’apposita convenzione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Al 26 luglio, secondo Legambiente, non aveva ancora indicato il numero degli operatori impegnati nella lotta attiva agli incendi boschivi, pur avendo a disposizione gli 8.076 dipendenti dell’Azienda regionale Calabria Verde che gestisce più di 6.000 operai forestali.
Il paesaggio sta per essere cancellato dalla mano dell’uomo compromettendo, per sempre, la stabilità degli spazi geografici e dei paesaggi che garantisce alle società un senso di perpetuità in grado di conservare la memoria individuale e quella collettiva, l’identità. La sfida politica per le forze di sinistra è quella di porre al centro del loro programma un gigantesco e capillare piano di risanamento dei territori, dei mari, dei boschi, dei fiumi e delle coste che impegni, da subito, alcune decine di migliaia di giovani. Si potrebbe iniziare, per esempio, dall’area dell’ex Liquichimica di Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria.