Ai turisti scesi in Italia per Pasqua dite pure: “Guardateli bene questi paesaggi perché fra qualche anno non saranno più così belli”. Il disegno di legge e/o il decreto legge che Berlusconi sottoporrà domani alle Regioni e giovedì al Consiglio dei ministri preparano una “Pasqua di sangue” per il Belpaese. Già col gonfiamento di un 20 % delle cubature di Villettopoli il suo imbruttimento è garantito. Tuttavia il peggio arriva adesso.
Lo schema di decreto legge (che in parte potrà divenire disegno di legge in forza dell’allarme lanciato dal presidente Napolitano) prevede infatti che “senza alcun titolo abilitativo”, cioè senza licenza e neppure denuncia di inizio attività, si potranno realizzare: lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, movimenti di terra in zone agricole o silvo-pastorali, depositi temporanei “di merci e materiali a cielo aperto, ad esclusione dei rifiuti” (ma chi controllerà?), mutamenti di destinazione d’uso “attuati senza esecuzione di opere edilizie” (ma chi vigilerà?). Un’autostrada per i capitali sporchi e per il racket. Diventa generale il criterio, sciagurato, della compensazione di diritti edificatorii, un grimaldello che scassa anche il miglior piano urbanistico.
I colpi più micidiali Berlusconi li infligge – era prevedibile- alle Soprintendenze e ai loro poteri tecnici. Se un’opera è “sottoposta anche ad autorizzazione paesaggistica, il soprintendente si esprime in sede di conferenza dei servizi, in via definitiva”. Cioè senza riflettere, né verificare. La sua eventuale assenza equivale ad un “sì”. Ma pure su progetti riguardanti immobili già soggetti a vincolo paesaggistico (compresi i parchi o i siti archeologici?) il parere delle Soprintendenze non è più vincolante e dev’essere espresso in soli 60 giorni. Gli autori di questo testo sanno bene che la cronica carenza di personale carica già oggi ogni tecnico delle Soprintendenze di svariate pratiche al giorno, figuriamoci dopo i tagli ai fondi. Quindi, il diktat dei 60 giorni equivale ad un silenzio/assenso. Se, con sforzi enormi, i tecnici riusciranno a fornire un parere, “ove sia negativo, l’Amministrazione può procedere ugualmente al rilascio bela (sic!) autorizzazione motivando specificamente sul dissenso”. Italiano a parte, una beffa atroce. Il nostro interesse generale ad avere paesaggi belli o addirittura splendidi sin qui era tutelato. Da domani non lo sarà più. In nome del rilancio “comunque” dell’edilizia, in nome di mille e mille interessi delle corporazioni o, peggio, dei clan.
Nelle aree a bassa sismicità – Alpi e Sardegna - non ci vorrà autorizzazione specifica. In quelle ad alta e media sismicità (quasi tutte) l’autorizzazione preventiva dovrà essere rilasciata entro 60 giorni. Non ci vorrà però se le Regioni hanno previsto “con legge modalità di controllo successivo anche a campione”. Da rabbrividire. Come per la Valutazione Ambientale Strategica esclusa per gli strumenti di attuazione dei piani urbanistici. In poche pagine si spazzano via norme e regole in vigore da un secolo, anche sotto il fascismo. Siamo alla barbarie. Per giunta suicida.