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APPELLO: Il diritto di cambiare: un habitat sano e vivibile
19 Febbraio 2018
Appelli
Un appello per invitare la Politica a occuparsi di cose che la politica politicante trascura del tutto, mentre sono vitali per chi abita nel pianeta Terra (e in Italia) oggi e vorrebbe viverci anche domani. In calce le adesioni





IL DIRITTO DI CAMBIARE:
UN HABITAT SANO E VIVIBILE

Siamo un gruppo di urbanisti, architetti, agronomi, ecologi, ambientalisti, attivisti dei movimenti per difesa del territorio e dei beni comuni, per la giustizia ambientale e il diritto alla città.

Chiediamo a tutte e a tutti di usare anche queste elezioni per segnare una inequivocabile svolta nelle politiche territoriali. Non è più il tempo di tergiversare. Cambiamenti climatici, inquinamenti, perdita della biodiversità e della fertilità dei suoli, rarefazione delle risorse naturali, devastazione del paesaggio, emarginazione dei soggetti più fragili, la lotta di tutti contro tutti ci dicono che il nostro habitat è prossimo al collasso.

L’ambiente in cui viviamo è il risultato di un rapporto tra le attività umane e la natura. E’ il risultato delle scelte funzionali, proprietarie e fruitive implicite nelle politiche di un paese.

In Italia, la dimensione fisica, territoriale e ambientale delle scelte politiche è stata ignorata. A guidare le trasformazioni urbane sono state solo le forze economiche di mercato, le rendite immobiliari e finanziarie. Nel nostro paese non vi è mai stata una visione strategica per un uso ecosostenibile e condiviso del territorio.

La pianificazione pubblica, che dovrebbe progettare la collocazione sul territorio delle diverse sedi per le attività umane è stata delegittimata per lasciare campo libero alle singole iniziative immobiliari, alle “grandi opere”, all’urbanizzazione selvaggia.

La produzione legislativa e amministrativa ha accentuato la de-regolazione e lo smantellamento del ruolo della pianificazione urbanistica.

Non è solo una crisi “nel” sistema, né una crisi solo italiana. E’ una crisi "del" sistema capitalistico che brucia risorse naturali vicine all’esaurimento e restituisce scarti tossici non metabolizzabili, che espelle gli abitanti meno abbienti dal loro habitat e produce diseguaglianze sempre più accentuate. I primi a pagarne le conseguenze del progressivo deterioramento fisico del pianeta sono le popolazioni più fragile e impoverite.
E’ giunto a conclusione il mito ingannevole dello sviluppo infinito e dell’infinita produzione di merci. Non ci potrà essere mai sostenibilità in un sistema economico dominato dalle leggi del massimo profitto. L’economia dominante va profondamente cambiata.

Il percorso di cambiamento ha bisogno di attingere agli elementi di speranza che oggi sono riscontrabili nei comitati, nei movimenti, nelle associazioni e nelle pratiche dal basso che agiscono in difesa dei territori, dell'agricoltura contadina, contro il consumo di suolo, le privatizzazioni dei beni pubblici e la dilapidazione delle risorse naturali.

Da queste esperienze arrivano importanti idee da raccogliere: dal concetto di bene comune a quello di diritto alla città e di giustizia ambientale, dai quali emerge l’imperante necessità di:

- interrompere la dipendenza della società dalla logica del mercato capitalistico ed affermare delle scelte nelle quali siano posti al centro i bisogni umani, il valore d’uso dei beni, la costruzione di un habitat che rispetti e curi il patrimonio naturale e storico
- (ri) conquistare la politica partendo dal basso, dagli abitanti e dai problemi concreti che li accomunano, restituendo quindi la sovranità al popolo.

Un’idea di ciò che occorre fare è espresso nel programma elettorale di POTERE AL POPOLO!, diretta espressione delle tante battaglie, istanze, e vertenze provenienti da comitati e movimenti territoriali:
- un radicale cambiamento di indirizzo degli investimenti pubblici. Le risorse finanziarie destinate alle missioni militari, alle “grandi opere” (come il MOSE, la TAV in Val di Susa, la Pedemontana) e ad altri progetti ambientalmente dannosi (come la TAP, le trivellazioni petrolifere, l’eolico selvaggio), in quanto dispendiosi, devastanti, spesso del tutto inutili che impoverisco territori e indebitano i cittadini, dovrebbero essere destinati al benessere di tutti gli abitanti;
- un massiccio programma di manutenzione e cura del patrimonio naturale, infrastrutturale ed edilizio, a partire della messa in sicurezza idrogeologica e sismica;
- centralità della salute ambientale nelle scelte di sviluppo economico, culturale e sociale: dalla tutela della qualità dell’aria e dell’acqua alla sovranità e qualità alimentare; dall’eliminazione dell’energia da combustibili fossili e altre fonti ambientalmente dannose, alla bonifica dei siti inquinati, dal potenziamento di una mobilità sostenibile e il trasporto pubblico allo stop del consumo di suolo; dalla ripubliccizazione della acqua, a una gestione dei rifiuti basata sulla loro riduzione, riuso e riciclo;
- priorità della vivibilità delle città sugli interessi della rendita: da un piano di riqualificazione delle periferie a un potenziamento dei servizi pubblici, da un piano straordinario di alloggi sociali a una nuova legge per il controllo degli affitti; da una pianificazione democratica dei territori e un reale decentramento delle decisioni al prevalere delle virtù sociali della cooperazione, solidarietà, mutualismo e valorizzazione delle differenze.

L’irresponsabile miopia delle classi dirigenti ancora oggi governanti non ammette mezze misure: l’unico cambiamento radicale è il voto alla nuova lista di Potere al Popolo!

Per aderire all'appello

Inviare nome e cognome a Ilaria Boniburini

Promotori
Ilaria Boniburini
Paolo Cacciari
Eddy Salzano
Sergio Brenna
Guido Viale
Enzo Scandurra

Firmatari
Maurizio Acerbo
Ilaria Agostini
Gualtiero Alunni
Daniella Ambrosino
Amalia Apa
Giuseppe Aragno
Simonetta Astigiano
Paolo Baldeschi
Massimo Barbaglio
Paolo Barone
Maria Carla Baroni
MariaSole Benigni
Fabrizio Bertini
Piero Bevilacqua
Gabriella Bianco
Davide Biolghini
Giuseppe Biondi
Giorgio Boratto
Alessio Brancaccio
Sergio Brenna
Roberto Budini Gattai
Maria Grazia Campari
Antonio Luigi Cannoletta
Marisa Caputi
Tiziano Cardosi
Antonio Castronovi
Carlo Cellamare
Lucia Ciarmoli
Laura Cima
Angelo M. Cirasino
Stefania Cirio
Riccardo Clerici
Flavio Cogo
Giancarlo Consonni
Licia D'Anella
Lidia Decandia
Chiara De Dominicis
Vittoria De Dominicis
Marina De Felici
Vezio De Lucia
Maurizio De Zordo
Francesco Di Cataldo
Giuseppe Di Fazio
Laura di Lucia Coletti
Renato Di Nicola
Enzo Di Salvatore
Paola Errani
Maria Fabrizio
Luigi Fasce
Stefano Fatarella
Salvatore Ferrante
Eliana Ferrari
Antonio Fiorentino
Gallelli Cecina
Giorgio Gallo
Cristiano Gasparetto
Angelo Genovese
Gruppo urbanistica per Unaltracittà-Firenze
Athos Gualazzi
Maria Pia Guermandi
Massimiliano Guerrieri
Licia Infriccioli
Cosimo Invidia
Susanna Kuby
Gianfranco Laccone
Teresa Lapis
Salvatore Lihard
Laura Lobina
Giuseppe Lombardo
Raymond Lorenzo
Simone Lorenzoni
Antonio Luongo
Angela Mancuso
Elisa Marini
Antonella Marras
Alessandro Martelli
Luciano Mazzolin
Elena Mazzoni
Rossana Melito
Lodovico Meneghetti
Bruna Mestrini
Piero Muò
Giuseppe Musolino
Tiziana Nadalutti
Annalisa Nardi
Giorgio Nebbia
Paula Nolff
Mario Ori
Elisabetta Pandolfini
Aldo Pappalepore
Fausto Pascali
Vincenzo Pellegrino
Luigi Piccioni
Jusith Pinnock
Giorgio Pizziolo
Lucy Pole
Daniela Poli
Cristina Quintavalla
Roberta Radich
Nanni Ricci
Nicola Ricciardi Giannoni
Ezio Righi
Maria Pia Robbe
Piergiorgio Rocchi
Irene Rui
Giuseppe Ruiu
Daniela Sacelli
Ruba Saleh
Maurizio Sarti
Giovanni Serni
Piero Serniotti
Monica Sgherri
Marco Simoniato
Mario Sommella
Andrea Spallato
Ugo Sturlese
Graziella Tonon
Marino Trizio
Maria Concetta Tumeo
Vittorio Turco
Daniele Vannetiello
Simonetta Venturini
Giuseppe Claudio Vitale
Maria Rosa Vittadini
Stefano Zenoni
Guido Zentile
Alberto Ziparo

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