In una lettera testimonianza dalle ultime sacche agricole metropolitane devastate dall'Expo, gli impatti reali dell'evento mediatico, e qualche seria questione. Corriere della Sera Milano, 10 dicembre 2013, postilla (f.b.)
Abito in una cascina confinante con l'area Expo. Ho visto distruggere l'agricoltura e le cascine della zona. A noi hanno tolto un grande campo dove sino a poco tempo fa pascolavano le vacche Jersey.
Ma l'ultima “caramella” è stata l'esproprio dei fontanili. Scavati ai tempi di Ludovico il Moro ora saranno usati per il tubo trasportatore di acqua che alimenterà le vie fluviali. Sopra poi passerà una via ciclabile. Il nostro fontanile è ricchissimo di flora spontanea e rifugio di volpi, scoiattoli, gallinelle d'acqua e varietà ampia di uccelli, dai barbagianni a cinciallegre, pettirossi e uccelli in transito.
Sono rassegnata, ma Expo ha martoriato e distrutto una zona agricola fiorente. I miei pensieri sono quelli di una donna anziana che abita questa azienda agricola da quando fu costruita nel 1942, e non hanno nessun valore commerciale, sono solo constatazioni personali.
postilla
Constatazioni personali, come conclude la signora Virginia Oliva, che però mettono in campo direttamente e tangibilmente il senso, locale e globale, del grande evento che sarebbe dedicato al tema “Nutrire il Pianeta”. Si è discusso (anche con toni piuttosto grotteschi, come nel caso del contraddittorio Umberto Veronesi-Oscar Farinetti) dell'alternativa fra una Expo targata Ogm e una segnata dalle pratiche biologiche e sostenibili. Il che corrisponde per molti versi in modo quasi esatto, almeno nella situazione attuale e del prevedibile futuro, a un modello territoriale da un lato legato alla città compatta tradizionale, che nella sua espansione respinge le zone rurali sempre più lontano, contando sul sistema agro-industriale per gli approvvigionamenti; dall'altro ai sistemi di infrastrutture verdi, rinaturalizzazione della città, convivenza fra natura e artificio ad esempio con l'agricoltura urbana, ma non solo. Anche al netto di un sistema ereditato da scelte precedenti, onestamente non appare chiaro se la triste obliterazione del paesaggio rimpianto dalla signora Oliva avvenga nella prospettiva dell'una, o dell'altra strategia. Probabilmente non lo sanno neppure i grandi decisori strategici, ma farebbero meglio a iniziare a chiederselo. I "fontanili" di cui al titolo della lettera, sono le caratteristiche fonti di acqua risorgiva padane utilizzate per l'irrigazione (f.b.)