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Ilaria Carra
Il derby del car sharing, parte Car2go
4 Agosto 2013
Milano
Non è solo una novità commerciale o tecnologica, l'arrivo del mercato nel settore dell'auto urbana condivisa, vuol davvero dire potenzialmente molto per la città.

Non è solo una novità commerciale o tecnologica, l'arrivo del mercato nel settore dell'auto urbana condivisa, vuol davvero dire potenzialmente molto per la città. La Repubblica Milano, 4 agosto 2013, postilla (f.b.)

Si apre la concorrenza per il car sharing. Il Comune ha esaminato e accolto il piano con cui i tedeschi di Car2go sbarcheranno in città con una flotta di Smart per usi brevi e parcheggi in libertà sulle strisce blu. Autorizzazione accordata. E così il debutto delle nuove auto in affitto è previsto probabilmente già giovedì prossimo, al più tardi dopo Ferragosto. Le macchine sono già pronte.

I tedeschi di Car2go (gruppo Daimler-Mercedes) sono stati i primi (e anche gli unici, per ora) a rispondere all’avviso pubblico con cui Palazzo Marino da un mese sta aprendo il mercato dell’auto in affitto anche ad operatori privati, portando così un po’ di concorrenza in casa Atm che finora ha avuto il monopolio del servizio con 135 vetture e circa 5.400 abbonati a GuidaMi. I tedeschi già presenti in 12 città europee, l’ultima Vienna, e nove tra Canada e Stati Uniti, hanno presentato la manifestazione di interesse che il Comune, venerdì, ha accolto. Quindi, solo il tempo dei passaggi burocratici e si parte.

Se si riuscirà già da giovedì prossimo: è su questa data che l’azienda sta ragionando. E solo se il completamento dell’iter burocratico rallenterà i tempi, si lascerà passare la metà del mese per il debutto. Le miniauto benzina Euro 5 sono già parcheggiate nei depositi della Mercedes in città. Immatricolate, targate e pronte. Saranno disponibili su strada e non nelle aree sosta. Si inizierà con 150, per la prima fase del debutto, ma a regime si salirà a 450, alcune già attrezzate per i disabili. Iscriversi costerà 19 euro (online ma anche in alcuni concessionari Mercedes in città), mentre la tariffa di noleggio al minuto sarà di 29 centesimi, inclusa di assicurazione, sosta, Iva e ticket di Area C. Si prenoterà soprattutto via cellulare. L’applicazione sarà operativa sugli smartphone: visualizzerà l’auto disponibile più vicina.

Tra le novità, il fatto che l’auto non dovrà essere riconsegnata nel punto esatto dove la si preleverà — il principale limite contestato dagli utenti a Guida-Mi — ma dove si desidera sulle strisce blu. One way, dicono gli addetti ai lavori: l’operatore paga difatti un forfait al Comune per garantire questa chance all’utente, circa 1.100 euro all’anno per ciascuna Smart. Per queste auto sarà vietato invece il passaggio sulle corsie preferenziali, concesso invece ad Atm. Dalle stime comunali sono circa 15mila i potenziali utilizzatori di car sharing a Milano. Ma Car2go punta in realtà più in alto, almeno al doppio. L’intenzione è di raggiungere i 30mila utenti all’anno registrati a Vienna in pochi mesi. Per il debutto, i tedeschi assicurano una squadra di tutor già istruiti, attivi in giro per la città a dirigere il servizio e dotati di palmari. Per il primissimo periodo sperimentale, potrebbero anche regalare minuti di traffico gratuito ai milanesi per far conoscere il loro servizio.

Si vedrà nei prossimi mesi se, come emerso anche durante il convegno per operatori fatto dal Comune nei mesi scorsi, ci saranno altri operatori interessati a contendersi il mercato milanese. Come i tedeschi di DriveNow, gli americani di Zip Car già sbarcati in Europa e pure i francesi di Autolib’, anche se questi ultimi meno nell’immediato perché si tratta di un servizio solo elettrico e, prima, servirebbero milioni di interventi infrastrutturali per le ricariche delle auto.

postilla
Il primo segnale di rottura è una cosuccia che l'articolo soltanto accenna: il servizio è gentilmente offerto dal signor Mercedes. Non per dire di griffe prestigiosa, ma per sottolineare il passaggio da fabbrica a erogatore di servizi integrati, che finalmente sbarca a anche tangibile da noi: demotorizzazione non significa fatalmente famiglie piangenti perché il papà è stato lasciato a casa dalla catena di montaggio. Mal che vada, lui ha riciclato la sua professionalità nella rete di manutenzione diffusa sul territori, o la mamma sta nell'amministrazione dei servizi informativi locali. Insomma il paese a scimmiottare il peggio di Detroit è solo un incubo, almeno per chi lega comparto auto e sistema della proprietà privata. Poi ci sono gli aspetti urbani e di mercato, con l'innovazione del poter lasciare la macchinina nei parcheggi: vuol dire rivolgersi a una clientela vera, a un'utenza metropolitana concreta e vasta, non al mondo circoscritto e rigido degli spostamenti pendolari regolari (con ritiro e consegna nel medesimo punto). In definitiva, si scarica potenzialmente una grossa pressione sulle arterie cittadine: meno mezzi privati circolanti, meno auto ferme in un parcheggio a far nulla per 23 ore su 24, più possibilità di aree a circolazione mista regolamentata pedonale ciclabile e di veicoli a motore a bassa velocità, ovvero più spinta (e di mercato, non del decisionismo astratto pubblico in fondo poco amato da tutti) per le politiche del Piano per la Mobilità Urbana Sostenibile. Che si attua notoriamente sommando e coordinando progetti, anche privatissimi come questo (f.b.)

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