I dati dei rapporti di Legambiente, quello nazionale e il fascicolo presentato ieri a Napoli nell'Istituto filosofico, confermano che in Campania si continua a perpetuare un massacro ambientale. La triade di rifiuti, veleni e cemento firma un patto d'acciaio contro un territorio maltrattato da trafficanti, camorristi, imprenditori, tecnici e amministratori pubblici conniventi.
In cifre significa che la regione, in Italia, dal secondo posto del 2005 passa al primo per i reati ambientali commessi: solo nel 2006 ci sono stati 3.169 illeciti accertati, otto reati al giorno, uno ogni tre ore; con 2.861 persone denunciate o arrestate e 1.362 sequestri effettuati. Nei fatti significa che esiste un sistema di 64 clan camorristici con a disposizione un giro di 6 miliardi di euro, tra fatturato legale e illegale. Affari che arrivano dalla tratta dei rifiuti tossici, ma anche da quelli «puliti», nonché dall'edilizia abusiva. Uno scempio.
Un'emergenza ancora più pericolosa se unita all'incapacità di gestione istituzionale, negli ultimi 13 anni, del ciclo integrato dell'immondizia. Due mondi che si guardano proprio per le connivenze tra la criminalità organizzata, enti e strutture preposte alla raccolta e allo smaltimento. E' di lunedì l'ultima protesta dei cittadini dell'agro aversano, il regno dei Casalesi. A Gricignano, Casal di Principe e San Cipriano le popolazioni sono scese in strada e hanno gettato davanti alle caserme dei carabinieri cumuli di rifiuti. La contraddizione è che in quei comuni attualmente non c'è nessuna crisi in atto. E' verosimile dunque che le tensioni siano fomentate in prospettiva. La discarica di Villaricca, che da ottobre per accordi presi con l'amministrazione comunale, accoglie i sacchetti di mezza Campania ora è giunta a saturazione. Nel frattempo però non sono stati ancora individuati siti di sversamento alternativi, (i cittadini di Serre e Lo Uttaro si oppongono a diventare la pattumiera della regione). Con l'estate alle porte si avvicinano le cicliche emergenze regionali, la camorra lo sa e preme per soluzioni d'urgenza in cui infiltrare i propri uomini (siano questi imprenditori o proprietari di terre).
Rischi reali, basta andare a leggere il rapporto di Legambiente: anche nel ciclo dei rifiuti la Campania detiene il primato negativo. Sono 448 le infrazioni accertate, 453 le persone denunciate e arrestate e 175 i sequestri. Quanto alle ecomafie il quadro è ancor più disperante: è di oltre 600 milioni di euro il giro d'affari annuo, con oltre 10 milioni di tonnellate di veleni sversati negli ultimi due anni. «Sappiamo che ormai operare effettivamente per lo smantellamento del controllo dei rifiuti dobbiamo fare di più - ha detto il ministro Alfonso Pecoraio Scanio - dobbiamo cioè utilizzare quelle tecnologie avanzate e coinvolgere tutti i settori per contrastare i crimini dell'ecomafia». Ma il senatore Tommaso Sodano, presidente della commissione ambiente è critico: «Il rapporto di Legambiente è come al solito impressionante ma non ci coglie di sorpresa». Ma se era già noto cosa è stato fatto dal governo in un anno? «Per il momento - dice Sodano - non vedo provvedimenti forti e al contrario, solo tentennamenti nell'imboccare la strada delle energie rinnovabili». Quindi ha ricordato che «il ddl governativo per l'abolizione dei finanziamenti pubblici a petrolieri, inceneritori e carbone non è ancora stato incardinato». Un'altra buona notizia.
Perfino sul fronte dell'abusivismo edilizio la Campania sbaraglia i concorrenti: con 1.166 infrazioni, 1509 persone denunciate e 470 sequestri. A febbraio l'ultima «scoperta»: un quartiere completamente abusivo (centinaia di appartamenti) sorto dalla sera alla mattina a Casalnuovo (Na). Secondo Legambiente in Campania vivono i migliori maestri del cemento fai-da-te. Sono circa 6000 le costruzioni abusive realizzate nel 2006. Nove giorni e nove notti, 227 ore di lavoro per mettere in piedi una villetta monofamiliare. Ogni giorno sono all'opera circa 100 operai, capaci di scavare anche decine di piscine, tutte orientate verso il mare. Solo la guardia di finanza negli ultimi due anni ha sequestrato 100 cantieri per un valore di 98 milioni di euro. «Davanti a questi numeri - spiega Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania - nella nostra regione l'abusivismo fa più paura del Vesuvio».