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Maria Pia Guermandi
Vecchie scommesse e nuove sfide
21 Settembre 2009
La barbara edilizia di Berlusconi
Il commento di eddyburg alle affermazioni sul piano-casa di Lorenzetti e Conti. Poi si lamentano se la "sinistra" perde.

Per polemizzare con Salvatore Settis, Maria Rita Lorenzetti e Riccardo Conti arrivano a scrivere che “le regioni hanno contrastato da sole” l’iniziativa del governo per il piano casa. Tutte le regioni? Anche la Campania? Anche il Veneto? E la benemerita azione regionale è avvenuta “in un assordante silenzio anche della stampa più progressista, dell’opposizione politica e di intellettuali”. Basta sfogliare la cartella di eddyburg relativa al piano casa (La barbara edilizia di Berlusconi) per rendersi conto che, al contrario, oltre a noi di eddyburg, Italia Nostra, una parte non residuale della stampa fra cui la stessa Unità, il giornale sul quale scrivono i due autorevoli esponenti dell’Umbria e della Toscana, da subito, implacabili, hanno scritto e suscitato iniziative contro il piano casa di Berlusconi, tali da produrre anche “ravvedimenti” in extremis (v. il caso Campania).

Non tutte le leggi regionali prodotte da questa sciagurata iniziativa sono uguali nei contenuti, tutte però condividono un’arretratezza culturale di fondo. Quella che fa scrivere a Lorenzetti e Conti che la tutela significa chiudere “i beni culturali e ambientali in un’ illusoria teca di vetro”, e che ricicla un’uguale ipocrisia demagogica nell’affermare che “sinistra significa attenzione per gli edili che perdono il posto di lavoro” riproponendo il vecchio ricatto dell’alternativa inconciliabile fra sviluppo/occupazione e tutela del territorio.

La lezione di alcuni dei più avanzati stati europei (Germania e paesi nordici innanzi tutto) che da anni creano migliaia di nuovi posti di lavoro investendo sulle energie rinnovabili e su riqualificazioni urbane e territoriali, la lezione di Obama che sta spingendo il più potente stato del mondo verso una grandiosa riconversione industriale (e culturale) in senso ecologico, sapevamo da tempo che sarebbe rimasta inascoltata da un governo culturalmente così rozzo a livello economico, sociale, imprenditoriale come quello attuale.

Duole constatare che simili argomenti che auspicavamo archiviati da vent’anni, siano riproposti da due amministratori di primo piano del centrosinistra.

Toscana e Umbria hanno territori meravigliosi: solo con una tutela integrale dei quali possono continuare ad alimentare un’economia duratura e solida perché fondata innanzi tutto sull’elementare principio della salvaguardia del bene che si vuole utilizzare.

Oltre che culturalmente suicida, una crescita edilizia quale quella prefigurata dal piano casa, è economicamente avventurosa, miope e arcaica.

Ma probabilmente elettoralmente redditizia.

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