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Edoardo Salzano
20090313 La società dica basta!
9 Maggio 2009
Articoli e saggi
L'editoriale del quotidiano online Carta, 13 marzo 2009

Chiarissima è la strategia di cui il “piano casa” di Berlusconi è un tassello. Il territorio viene trasformato da due tipi di interventi: le grandi opere (autostrade e aeroporti, ferrovie, “nuove città”, complessi commerciali, stadi ecc.) e gli interventi di riorganizzazione e completamento delle aree urbane. In ogni paese moderno la coerenza dell’insieme di queste trasformazioni è affidato alla pianificazione urbana e territoriale. Anche in Italia è stato così, a partire dalla legge del 1942. La pianificazione si è via via evoluta, dando spazio (in Italia a partire dal 1985, legge Galasso) alla tutela del paesaggio e dell’ambiente, e ampliando (sebbene ancora in misura del tutto insufficiente) la possibilità dei cittadini e delle associazioni di intervenire sulle decisioni.

A un certo punto tutto questo è cambiato. Si è iniziato con le grandi opere: quelle sottratte alla pianificazione sono diventate sempre di più. Si è proseguito con i grandi complessi: a Venezia, in questi giorni, due nuove “città” volute dai poteri forti per valorizzare terreni sulla Riviera del Brenta e sul bordo della Laguna ricevono dai piani una mera ratifica. Ora il quadro si completa sottraendo alla pianificazione, quindi al controllo pubblico preventivo, anche le operazioni mediante le quali le città si trasformano: lasciate all’interesse individuale esse diventeranno più mattoni e cemento, e meno verde, piazze, servizi per tutti.

La forte componente demagogica di B. accresce il rischio di questa strategia, che proseguirà finché non si leverà dalla società un BASTA forte, argomentato, radicato in mille lotte e in una matura consapevolezza dei rischi e, soprattutto, delle possibilità alternative.

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