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Luigia Rizzo Pagnin
Rizzo Pagnin, Donna e città
10 Agosto 2004
Poesie
Questa poesia è tratta da Luigia Rizzo Pagnin, Il borghese agli agguati, Edizioni de “Il rinoceronte”, Padova, 1964. Non poteva mancare in questo sito

Donna e città

Città azzurra

città fredda

città mobile e ferma

con le facciate al sole,

ancor nell'ombra il piede delle case.

Ombra ai cancelli e ai pini

e al sonno di piccoli bambini

rimasti nella casa senza madre.

Città di corse e soste

alle otto del mattino,

studenti, impiegati, manovali

e donne col rossetto e il giornale.

Città che indugi e che prorompi

alla periferia

mentre mi allontano a lavorare,

città di tutti e mia.

Difficile é il mio tempo,

ma io non mi lamento.

Mai ti dirò:

- Torniamo indietro,

Torniamo donne a casa -

Tu, casa più grande della mia,

ancor feroce al tenero mio amore

come caverna al primordiale,

ti chinerai sul gioco dei bambini

con libere movenze

che la luce non rompe

che l'ombra non incrina,

Perché tu sei nel tempo

destinata a finire

il tuo cemento,

a fiorire la tua maternità,

città di tutti e mia,

città! Che l'architetto

fa di vetro

e noi di sangue.

Da Luigia Rizzo Pagnin, Il borghese agli agguati, Edizioni de “Il rinoceronte”, Padova, 1964

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