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Vezio De Lucia
La legge c’è, ma chi pon mano ad essa?
24 Giugno 2006
Una proposta di Eddyburg
Illustrazione della proposta di legge di eddyburg per la pianificazione urbanistica, scritta per l’Insostenibile, inserto mensile di Liberazione (giugno 2006)

Giusto un anno fa, la Camera dei deputati approvò un disegno di legge in materia di governo del territorio che aveva preso il nome da Maurizio Lupi, deputato di Forza Italia, negli anni passati assessore del comune di Milano e ispiratore dell’urbanistica contrattata di rito ambrosiano. Il disegno di legge Lupi, è un esempio significativo del “riformismo eversivo” perseguito dalla maggioranza di centro destra. Esso prevedeva infatti la cancellazione del principio stesso del governo pubblico del territorio. Gli atti cosiddetti “autoritativi”, vale a dire quelli propri del potere pubblico, si proponeva di sostituirli con “atti negoziali”. L’interesse collettivo era uno solo degli attori, alla pari con gli altri interessi in gioco, che in primo luogo sono evidentemente quelli immobiliari. Altri inaccettabili contenuti della proposta erano l’insensata incentivazione del consumo del suolo, la cancellazione degli standard urbanistici e i limiti posti alla tutela nell’ambito della pianificazione a scala locale.

Il disegno di legge Lupi fu approvato dalla Camera con il consenso di alcuni esponenti del centro sinistra, con l’accordo dell’Istituto nazionale di urbanistica e nel silenzio della stampa, salvo il manifesto, Liberazione, l’Unità. Per fortuna, c’è eddyburg, il sito di Edoardo Salzano, ormai un riferimento irrinunciabile per chi si occupa di urbanistica e di pianificazione del territorio. Il sito raccoglie contributi e consensi ogni giorno più importanti, soprattutto da parte di studiosi e di operatori che fanno riferimento alla cultura urbanistica di sinistra, cultura trascurata da quelle associazioni e istituzioni, un tempo attente ad essa, ma che negli ultimi anni sono finite nell’orbita del berlusconismo.

Contro la legge Lupi, eddyburg è stato implacabile: un appello diffuso nel gennaio 2005 fu sottoscritto da circa 400 lettori e nel mese di novembre il sito ha patrocinato la pubblicazione di La controriforma urbanistica, un pamphlet curato da Cristina Gibelli, dove sono ospitati molti materiali del sito, e altri inediti, contro il disegno di legge. Nelle settimane che hanno preceduto la conclusione della XIV legislatura, La controriformaurbanistica è stato presentato a Milano, Firenze, Roma, Venezia, Napoli, Pisa, Livorno e altri luoghi, con notevole partecipazione di pubblico. È stato presentato anche in audizione nell’apposita commissione Lavori pubblici del Senato e ha sicuramente contribuito a evitare la definitiva approvazione di quel micidiale disegno di legge. Nel corso degli incontri ci siamo impegnati, ove la legge Lupi non fosse stata approvata, a proporre un testo alternativo, che partisse dalla riaffermazione della titolarità pubblica della pianificazione. Non è stata una promessa di marinaio. Un gruppo a mano a mano più vasto di urbanisti e di giuristi raccolto intorno a eddyburg ha messo a punto il testo che si trova sul sito e che nei prossimi giorni sarà illustrato a Roma in un incontro al quale partecipano anche i partiti dell’unione. Nel sito si trova anche una dotta e approfondita relazione al testo di legge, e si dà conto delle risposte date a chi ha chiesto chiarimenti o esposto dubbi.

Qui mi limito a ricordare solo i contenuti essenziali della proposta, che è titolata: “Principi fondamentali in materia di pianificazione del territorio”. Il testo riguarda infatti solo la pianificazione e non tutto il “governo del territorio”, termine che comprende un complesso di materie (dalla protezione civile alla difesa del suolo, dagli aeroporti alle reti di navigazione, dalla produzione dell’energia alla opere pubbliche) che devono essere oggetto di una pluralità di provvedimenti legislativi di competenza statale e regionale. Il primo principio è che “il territorio e le sue risorse sono patrimonio comune. La autorità pubbliche ne sono i custodi e i garanti nel quadro delle specifiche competenze”. Segue la dichiarazione della titolarità esclusivamente pubblica della pianificazione. Si confermano poi una serie di principi già presenti nella legislazione statale e regionale: la pianificazione come metodo generale per il governo del territorio; l’onerosità per l’operatore immobiliare delle opere necessarie alla trasformazione urbanistica; la non indennizzabilità dei vincoli di tutela; il diritto agli standard urbanistici (integrati dal “diritto alla città e all’abitare”).

Una novità sono invece le norme che recepiscono la normativa europea in materia di valutazione ambientale strategica, il che fornisce l’occasione per rafforzare i diritti dei cittadini alla partecipazione alle scelte. Altrettanto nuove le prescrizioni che impongono un rigoroso contenimento del consumo del suolo. In questo campo l’Italia è stata finora completamente assente, mentre in tutti i più importanti paesi europei nell’ultimo decennio sono state avviate politiche concretamente mirate a impedire la dissipazione del territorio. È stata poi ripresa una proposta (per la prima volta formulata in un disegno di legge d’iniziativa di Walter Veltroni quando era ministro dei Beni culturali) per il vincolo di tutela ope legis sui centri storici e su tutte le strutture insediative storiche (anche non urbane). La vexata questio circa la decadenza dei vincoli a contenuto espropriativo è risolta imponendo ai comuni l’obbligo ad acquisire entro un termine perentorio i beni che i piani assoggettano ad esproprio.

In totale sono solo 19 articoli. Speriamo che il legislatore al quale affidiamo la nostra proposta ne faccia buon uso.

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