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Zia T.O.M. primo atto?
22 Dicembre 2008
Padania
Ennesimo tassello della Traiettoria Orbitale Metropolitana autostradale che vuole soffocare la regione milanese. Stavolta contraria anche la Provincia. Articoli da la Repubblica ed. Milano, 21 dicembre 2008, con postilla (f.b.)

Strada nel parco per Malpensa e gli ambientalisti insorgono

di Ilaria Carra

L’Anas ha approvato ieri il progetto definitivo per il collegamento dell’aeroporto di Malpensa con la Tangenziale ovest. Una strada a due corsie per ogni senso di marcia, lunga 35 chilometri, che da Milano attraverserà nove comuni, tagliando in due il Parco del Ticino e il Parco agricolo sud Milano. Un’opera fortemente voluta da Regione e Anas, ma che manda su tutte le furie gli ambientalisti, che ne denunciano l’inutilità, e alcuni Comuni interessati, come Albairate e Cassinetta di Lugagnano che la vivono come « un tentativo di cementificare il territorio ancora integro a sud di Milano». Contraria anche Bruna Brembilla, presidente del Parco agricolo, che dice però di aver le mani legate: «Rientra nella Legge obiettivo e ha un interesse nazionale - spiega - non possiamo farci nulla se non chiedere il massimo delle compensazioni ambientali: è un’infrastruttura però che, diminuito il peso di Malpensa, rischia di essere inutile».

Il percorso per il via ai lavori è ancora lungo. Mancano parte dei fondi (la tangenziale costerà 420 milioni ma per ora ce ne sono solo 280) e il via libera del Cipe. «La strada migliorerà l’accessibilità all’hub varesino dal sud ovest milanese - spiega Pietro Ciucci, presidente Anas - con effetti di riequilibrio e decongestionamento della rete esistente».

In tutt’altro modo la vedono, invece, Verdi e ambientalisti. «È inutile e dannosa - denuncia Carlo Monguzzi, consigliere regionale dei Verdi - stravolge l’agricoltura lombarda doc e il sistema d’irrigazione che è un capolavoro». Decisamente contraria anche Legambiente, che oltre a denunciare i rischi per la campagna milanese (specie nella zona di Abbiategrasso piena di fontanili, rogge e aziende agricole), giudica l’opera del tutto inutile: «È un’infrastruttura eccessiva destinata non a togliere ma a generare traffico - spiega il presidente lombardo, Damiano Di Simine - il collegamento con Malpensa, peraltro, c’è già su più fronti, con la Milano-Laghi e la Boffalora-Malpensa».

Il progetto prevede, nel dettaglio, il raccordo tra Boffalora Ticino, già unita a Malpensa da una superstrada, e la tangenziale Ovest milanese all’altezza di via Zurigo. La nuova strada è suddivisa in tre tratte. La prima, da Magenta ad Albairate di circa 10 chilometri, toccherà Robecco sul Naviglio, Cassinetta di Lugagnano e Albairate. La seconda prosegue per Milano, coinvolgendo anche Cisliano e Cusago, è lunga circa 12 chilometri, e per più della metà del tracciato si sovrappone al tratto esistente della provinciale 114 di Baggio e termina in corrispondenza dello svincolo di Cusago-via Zurigo della Tangenziale ovest. La terza, da Albairate a Ozzero, lunga 10 chilometri, prevede la variante sud-est di Abbiategrasso e l’allargamento di parte della statale 494.

Per la costruzione sono previsti poco più di tre anni dall’avvio dei lavori. Se l’Unesco non si pronuncerà di nuovo contro il progetto, reo di attraversare il parco del Ticino riserva della Biosfera, e la strada si farà, già però si pensa a come compensarla: «Abbiamo chiesto un risarcimento economico per l’impatto ambientale e il vincolo di fare barriere verdi ai bordi della strada - spiega Bruna Brembilla - non pannelli solari ma filari di alberi che attutiscano il rumore e aiutino la riforestazione del parco».

"È un´opera necessaria per far vivere l´aeroporto"

Intervista all’assessore regionale Davide Boni,

di Franco Vanni

Davide Boni, assessore regionale al Territorio, l´approvazione definitiva del progetto per la nuova strada fra la Tangenziale Ovest e Malpensa ha sollevato le polemiche degli ambientalisti, del direttore del Parco Sud e di alcuni sindaci. Lei è favorevole all´opera?

«Ogni volta che si progetta una nuova strada arrivano le polemiche. La verità è che la Lombardia ha un´esigenza grandissima di infrastrutture e da qualche parte bisogna pur farle. La nostra regione da sola produce il 20 per cento del Pil nazionale e siamo al quattordicesimo posto in Italia nel rapporto fra chilometri di rete e numero di abitanti. È una situazione insostenibile, bisogna aiutare la nostra economia».

Le critiche riguardano soprattutto l´impatto ambientale, la strada attraverserà due parchi. È una preoccupazione giustificata?

«Una strada ha sempre un impatto sul territorio, ma in questo caso costruirla è un´esigenza. È nostro interesse primario garantire il rispetto dell´ambiente e lo poniamo come vincolo a chi costruisce, con controlli più rigidi rispetto a ogni altra regione italiana. Ma pensare di fermare l´opera non è accettabile, non possiamo più accettare il no per il no. Ho l´impressione che ci sia chi si oppone a ogni progetto viabilistico per ragioni che hanno poco a che fare con l´ambiente».

A chi si riferisce?

«Alla presidentessa del Parco agricolo Sud Bruna Brembilla, che è anche assessore nella giunta provinciale di centrosinistra con Penati. La sua critica è pregiudiziale: prima la Brembilla autorizza nel parco la costruzione di case e palazzi che non si capisce bene a cosa servano. Poi si oppone a una strada utilissima, sia per decongestionare il traffico su Milano, che si trova ancora a essere lo snodo viabilistico dell´intera regione, sia per rilanciare l´aeroporto di Malpensa».

La Brembilla, così come alcuni sindaci, sostengono invece che la nuova strada sia poco utile proprio perché Malpensa oramai ha ridotto il suo peso strategico.

«È un argomento inaccettabile. Malpensa è molto appetibile per le compagnie aeree internazionali. E poi si ricordi che quell´aeroporto è costato più di un miliardo di euro, e lasciarlo isolato significa buttare via l´investimento fatto. A spingere perché Malpensa sia meglio collegata, e la nuova strada serve proprio a questo, c´è anche l´Expo alle porte: chi nel 2015 arriverà in aereo dall´estero cosa farà, verrà a Milano a piedi?».

"Smog, auto e cemento di qui non passeranno"

Intervista al sindaco di Cassinetta di Lugagnano

di Ilaria Carra

Domenico Finiguerra, 37 anni, da sei sindaco di Cassinetta di Lugagnano, la cittadina di 1800 abitanti dentro il Parco del Ticino, che cosa farete ora che l´Anas ha dato il via libera al progetto?

«Ci sentiamo come il villaggio di Asterix: continueremo a opporci con ogni mezzo possibile. Questa infrastruttura è una vera e propria autostrada, un asse di penetrazione per urbanizzare zone ancora integre ed incontaminate. Uno scempio».

Lo vede come il primo passo verso la cementificazione selvaggia, quindi?

«È ovvio. Chi acconsente oggi non si rende conto delle responsabilità che si assume. Già piovono richieste di costruire autogrill, outlet e capannoni. Io sono molto preoccupato perché hanno ceduto tutti, tranne Albairate».

Che è anche il comune più colpito dalla congestione del traffico. Secondo Anas la tangenziale migliorerà la viabilità. È d´accordo?

«Per alleggerire il carico bisogna intervenire in altro modo, con circonvallazioni o rotonde. Non con un´autostrada che, con un milione di tonnellate di traffico all´anno, avrà l´effetto opposto: tutti passeranno di qui anziché andare a incastrarsi a Rho-Pero».

Il progetto che cosa comporta per il vostro territorio?

«La strada passerebbe a poche decine di metri da case e cascine. Il ministero dell´Ambiente aveva chiesto che passasse in superficie per non danneggiare il canale irriguo di Leonardo. I Beni culturali, invece, vogliono che sia interrata perché siamo a 200 metri dal Naviglio grande. Non si sa nulla».

I cittadini che ne pensano?

«Già nel 2003 abbiamo raccolto 14mila firme contrarie. E altre istituzioni si oppongono».

Per esempio?

«L´Unesco nel 2003 criticò fortemente il progetto al punto di minacciare il ritiro del titolo di riserva della Biosfera. Ci sono procedure aperte con Bruxelles per il mancato rispetto delle valutazioni d´impatto ambientale. E la Commissione europea ha minacciato di aprire una procedura d´infrazione».

Che cosa farete, dunque?

«Anzitutto riproporrò l´esposto all´Unesco. Esaminerò con la lente d´ingrandimento ogni cavillo legale per evitare il primo passo verso la fine. In più, per impedire procedure d´esproprio, stiamo valutando con alcuni comitati "no Tav" di acquistare lotti di terreno in proprietà indivisa. Così che serva il parere di tutti quanti per comprarli».

postilla

il dato nuovo di questi articoli, al di là dell’allarme che oggettivamente suscitano per l’approvazione di un progetto “minore” comunque insensato, è probabilmente la contrarietà dell’assessore provinciale responsabile per il grande parco di cintura metropolitana. Non era scontata, questa posizione: sia per decisioni precedenti che interessavano la greenbelt agricola in altre zone e aspetti, sia per l’idea generale di pianificazione del territorio che queste stesse decisioni potevano lasciar intuire. Meglio così: per quanto immersa in un contesto decisionale totalmente irresponsabile sul versante dell’ambiente e del buon senso in generale (vedi le incredibili quanto prevedibili sparate del solito assessore “amazzaparchi” Boni), pare che l’unica importante amministrazione di centrosinistra interessata voglia fare il suo mestiere, ovvero quello di pianificare il territorio a scala vasta. Ma non può. Glie lo impedisce il solito metodo decisionale che crea negli anni tutte le possibili condizioni per agire in “emergenza” (Malpensa, l’occupazione, lo “sviluppo” ecc.), oltre che l’essere in minoranza in un contesto solidamente controllato dal centrodestra arrogante e ignorante che ci ritroviamo. Unico sbocco, ormai, sembra davvero essere quello della crescita dal basso di un’opinione più informata e consapevole, in grado di capire (forse parte della stampa sta iniziando ad aiutare in questo senso, ma non basta) che la terra è una cosa che si mangia, si beve, si respira, e non una superficie per piantarci bandierine, tonnellate di cemento, canne d’organo con le percentuali elettorali. Contrariamente a quanto pontificano certi sociomanti a gettone, insomma, la città non è affatto infinita: siamo invece agli sgoccioli (f.b.)

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