«» Tanto, pagano gli altri. La Repubblica
Il punto chiave della bozza resa pubblica ieri da Tusk a Bruxelles, frutto di mesi di negoziati con il governo Cameron, è la concessione di un “freno d’emergenza” per 4 anni ai benefici assistenziali (integrazione dei salari più bassi, assegni familiari, alloggi popolari) agli immigrati comunitari: quello che voleva Downing street, come misura per rallentare un’immigrazione europea che cresce al ritmo di 300 mila arrivi l’anno. Ma le modalità del provvedimento sono da definire e i benefici andrebbero “gradualmente” ripristinati. C’è insomma ancora da discutere, su questo come sugli altri punti dell’accordo (sovranità dei Parlamenti nazionali, integrazione europea, protezione dei diritti dei paesi fuori dall’eurozona).
«Progressi concreti, che mi permetterebbero di battermi per restare in Europa - commenta Cameron - con la mano sul cuore sento di avere ottenuto quanto avevo promesso». In Inghilterra tuttavia i pareri discordano. Per il Guardian si tratta di «concessioni parziali». Per il Financial Times è «un fragile accordo». Il Telegraph cita nel titolo le parole di un deputato Tory euroscettico: «La Ue dà uno schiaffo in faccia al Regno Unito». Per Farage, leader Ukip, è un patto «davvero patetico ». E il capo del Labour, Jeremy Corbyn, favorevole a restare nella Ue (pur senza entusiasmo), accusa il premier di «correre dietro agli euroscettici». Cameron si difende così: «Gli immigrati non avranno più accesso immediato al welfare britannico, la sterlina non sarà discriminata rispetto all’euro, il nostro Parlamento potrà respingere le idee pazze di Bruxelles ».