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Viaggio al termine del Tunnel
25 Marzo 2011
Milano
Il colpo basso infrastrutturale del centrodestra e di chi lo manovra, in una serie di interventi e opinioni da la Repubblica e (molto meno) Corriere della Sera ed. Milano, 25 marzo 2011 (f.b.)

La Repubblica

La Moratti si infila nel tunnel

di Teresa Monestiroli

Per Letizia Moratti il tunnel Expo-Linate è «un progetto utile e importante perché toglierà auto dalla superficie». Quindi si procede spediti verso l´approvazione della delibera in giunta prima della fine del mandato. «Una provocazione» per Basilio Rizzo della lista Fo, vista la decisione di vincolare l´opera alla discussione del Piano urbano della mobilità. «Un regalo ai privati» per Pierfrancesco Majorino del Pd.

Un´OPERA «utile e importante». Sono queste le parole con cui il sindaco definisce «tutto quello che toglie il traffico dalle strade». Compresa la maxigalleria Expo-Linate il cui progetto potrebbe arrivare in giunta prima del voto. «Il tunnel è simile alle metropolitane - afferma la Moratti - Le linee 4 e 5 faranno calare il traffico in superficie del 14 per cento. Tutto quello che favorisce la riduzione delle auto in città deve essere visto positivamente, come del resto hanno fatto le grandi capitali europee».

Si procede, dunque, e l´indirizzo politico non è cambiato. Nonostante il consiglio comunale abbia vincolato l´infrastruttura al nuovo Pum, il Piano urbano della mobilità, che verrà discusso dopo le elezioni, Palazzo Marino spinge perché la delibera sul tunnel venga approvata entro la fine del mandato. «È una provocazione - commenta Basilio Rizzo, consigliere della Lista Fo - Quando si trattava di approvare il Piano di governo del territorio la maggioranza assicurava che del tunnel non si sarebbe più parlato fino alla definizione del Pum, ora che il Pgt è passato scopriamo che i lavori procedono».

E speditamente, visto che ieri il Comune ha inviato una sostanziale approvazione al piano di fattibilità di Condotte, il colosso delle gallerie entrato nel gruppo dei privati che dovrebbero realizzare il tunnel in project financing. Una lettera che chiede alcuni cambiamenti tecnici, a cui la società è pronta a rispondere nel giro di pochi giorni. A quel punto Palazzo Marino sarà pronto per il passaggio in giunta e per l´avvio di una gara «senza pregiudizio patrimoniale» dove si specifica che l´opera è subordinata al voto del consiglio comunale.

Il progetto definitivo, presentato dai privati, prevede una galleria di 12,7 chilometri che collega l´aeroporto con l´autostrada dei Laghi, con 8 uscite intermedie in città, la cui realizzazione costerà 2,6 miliardi. Secondo i calcoli di Condotte sarà possibile consegnare i primi 7,5 chilometri, da Expo a Garibaldi, entro il 2015 se i lavori di scavo partiranno entro fine 2011. Nel piano di fattibilità viene anche indicato l´impatto che il tunnel avrà sulla città: 57.100 auto al giorno nel 2020 quando dovrebbe essere completata l´intera tratta, 22 milioni di ore l´anno risparmiate dagli automobilisti e 74 milioni di chilometri in meno percorsi. La società prevede di rientrare dei costi con una concessione di 60 anni e un pedaggio di 60-70 centesimi al chilometro.

«È un regalo ai costruttori - commenta Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd a Palazzo Marino - Non servirà a togliere traffico delle strade ma, al contrario, riverserà le auto in centro. Con noi al governo non si farà mai». Contrari anche gli ambientalisti, con Franco Beccari di Legambiente che dice: «È irresponsabile pensare di sconvolgere Milano per portare migliaia di auto in città. Come può il sindaco dichiarare di volere più verde e allo stesso tempo programmare un´opera che per ripagarsi avrà bisogno di nuovo traffico a pagamento?». A favore invece il centrodestra, con il consigliere Pdl Marco Osnato che spiega: «Il tunnel non farà aumentare il traffico: gli automobilisti che lo utilizzeranno avrebbero comunque attraversato Milano, ma in superficie».

La Repubblica

Un buco nero sputa-traffico da cui è meglio tenersi alla larga

di Ivan Berni



Il sabba di fine legislatura della giunta Moratti non finisce di stupire. Dopo aver reclutato fra i supporter l´assessore rinnegato Croci, padre dell´Ecopass - ma abrogando l´Ecopass, al tempo stesso, dal programma dei prossimi cinque anni - ora è la volta dei progetti-zombie. La giunta, infatti, è pronta a resuscitare il progetto folle del tunnel sotterraneo Linate-Rho, che ieri il sindaco ha definito «utile e importante». Si tratta di quella incredibile galleria sputa-traffico lunga tredici chilometri che dovrebbe collegare un aeroporto in stato di (quasi) dismissione come quello di Linate all´area dell´Expo e della Fiera di Pero-Rho.

Un´opera faraonica, dal costo stellare di 2,5 miliardi di euro, per gran parte sovrapposta a linee del metrò e a linee ferroviarie in esercizio, riservata al traffico privato. Una colossale sciocchezza dal punto di vista della mobilità urbana, in totale contrasto con tutte le politiche di decongestionamento del traffico privato delle aree metropolitane praticate a livello europeo e per giunta assolutamente velleitaria dal punto di vista finanziario.

Secondo i calcoli resi pubblici dai promotori, per remunerare l´investimento - tutto di operatori privati - il tunnel dovrebbe infatti ingoiare almeno cinquantamila veicoli al giorno per un pedaggio di 70 centesimi a chilometro, vale a dire circa 9 euro per l´intero percorso. Giusto per fare due conti, un business plan che porterebbe a ricavi annuali dell´ordine di 120 milioni di euro. In altre parole, una infrastruttura che richiederebbe almeno un quarto di secolo per ripagare l´investimento e divenire remunerativa e che, nel frattempo, condizionerebbe qualsiasi politica di tutela dell´ambiente e della mobilità.

Perché va da sé che nessun privato al mondo sarebbe così pazzo da investire una simile massa finanziaria correndo il rischio di veder ridotti i propri ricavi. Ad esempio perché le amministrazioni pubbliche potrebbero introdurre il ticket d´ingresso alle auto private su tutto il territorio metropolitano. Oppure per effetto di altre misure di protezione ambientale, come la pedonalizzazione di vie, piazza e quartieri dove sono previsti gli svincoli di entrata e uscita del tunnel, che si prevede abbia almeno due corsie di marcia e un calibro "autostradale".

Si potrebbe continuare a lungo, nell´elenco dei motivi di buon senso e anche di banale rispetto della logica che sconsigliano di intraprendere una simile avventura. Contro il tunnel degli orrori, del resto, le opposizioni non a caso hanno fatto muro in consiglio comunale, ottenendo - almeno così sembrava - che lo sciagurato progetto venisse stralciato dall´agenda di questa legislatura. Tutto inutile, par di capire, di fronte all´urgenza di rispondere alle sollecitazioni della società Condotte, uno dei promoter, che al Comune ha spiegato che se non si parte oggi con la procedura d´appalto non si riusciranno a fare in tempo per l´Expo nemmeno i quattro chilometri di galleria fra via Lancetti e Rho, la tratta peraltro più insensata dell´intero percorso del tunnel.

Ma la cosa che più irrita è che se la giunta Moratti uscente approverà il via libera, la patata bollente ricadrà sul prossimo consiglio comunale nonché sulla prossima giunta, chiamati a quel punto a ratificare o - si spera - a smentire e smontare la decisione presa oggi. Insomma, una giunta che non ha avuto il coraggio di mettere la faccia su una scelta illogica, ambientalmente ed economicamente insostenibile, lo fa oggi di soppiatto, lasciando a chi verrà la rogna di gestirla. Il tunnel è la metafora del bilancio e del futuro dell´amministrazione Moratti: un buco nero. Da cui tenersi alla larga.

La Repubblica

"Inutile e folle sventrare la città è un regalo del sindaco ai privati"

intervista a Stefano Boeri, di Stefano Rossi

Stefano Boeri, architetto e capolista del Pd alle prossime elezioni comunali, che opinione ha del tunnel Expo-Linate?

«Non dovrebbe nemmeno essere preso in considerazione. La città non ha ancora il Piano urbano della mobilità, perciò non esiste un ragionamento di sistema nel quale inquadrare il tunnel».

Ma l´opera in sé si giustifica?

«Milano non ne ha bisogno. Il suo sistema di tangenziali funziona e per una, la est, è previsto un raddoppio. Il tunnel, al contrario, attira il traffico in città. Una scelta controcorrente con le politiche adottate in tutte le città moderne, che fermano le auto ai parcheggi di interscambio con il trasporto pubblico».

Letizia Moratti ha detto ieri che "tutti gli strumenti che tolgono le auto dalla strada sono utili e importanti".

«Beh, il tunnel non lo fa. Non intercetta le principali direttrici di entrata a Milano, vale a dire le autostrade da Bologna, Genova e Venezia, se non quest´ultima, ma con un lungo tragitto per arrivarci. È accessibile solo per chi arriva da Torino e dall´Autolaghi. Qual è allora lo scopo? Collegare Linate alla città? Se è così, si costruisca piuttosto la metropolitana, che oltretutto costa meno dei 2,5 miliardi della galleria».

Il tunnel è fatto in project financing. Sempre che i privati non chiedano poi un intervento pubblico.

«Appunto. È probabilissimo che la mano pubblica ci debba mettere dei soldi lo stesso. E ad ogni modo, grandi opere che incidono nel tessuto urbano presentano sempre spese connesse di infrastrutturazione, come i raccordi. Le rampe di una galleria che corre 50 metri sottoterra richiedono uno sventramento pazzesco, in una città che da otto anni soffre per le voragini del piano parcheggi dell´ex sindaco Albertini».

In una parola il tunnel Expo-Linate è...?

«Una follia».

Perché la Moratti crede in questa follia?

«Non me faccio una ragione, se non con spiegazioni estreme che mettono paura».

Quali?

«Il tunnel è avulso da qualunque logica urbanistica, economica e ambientale, non è nel programma elettorale del centrodestra, è stato tolto dal Pgt, il Piano di governo del territorio. Non ne parlava più nessuno, eppure il sindaco lo ripropone con forza a fine mandato, con il consiglio agli sgoccioli dei lavori ordinari. Viene da pensare che la Moratti sia eterodiretta».

Spieghi meglio.

«Se sommiamo l´urgenza sul tunnel al fatto che Expo è a rischio perché i proprietari delle aree tengono sotto scacco la città e il Paese, si ha l´impressione di un territorio governato da interessi privati. Ci sono due grandi progetti, uno buono e uno cattivo, ma nessuno dei due è deciso dalla politica sulla base di motivazioni urbanistiche. È questo che mi spaventa».

Il tunnel, insomma, si limiterà a incrementare il valore delle aree che attraversa?

«Banalmente, sì. Una valorizzazione legata esclusivamente all´uso del mezzo privato. Se con l´auto si arriva in centro in 15 minuti, anziché in 25, il vantaggio per i proprietari immobiliari è evidente».

Che cosa può succedere?

«Se il tunnel viene legato a Expo potrebbe sottostare ai poteri speciali del sindaco e mancherà una approfondita discussione in consiglio comunale sulla mobilità complessiva. Il tunnel è la morte di Ecopass e della sua evoluzione in congestion charge. Vorrei sapere cosa ne pensi l´ex assessore Edoardo Croci, ispiratore di Ecopass e promotore dei referendum ambientali, tornato di recente a fianco del sindaco».

Investimenti astronomici e una consiliatura in scadenza. Il tunnel non è già sul binario morto?

«Pareva già così quando fu tolto dal Pgt, eppure questa ostinazione fa dubitare. Ne abbiamo già viste di opere pubbliche che hanno soddisfatto determinati interessi solo per il fatto di avere aperto i cantieri, senza necessità di venire completate».

Corriere della Sera

Verde e housing sociale a Cascina Merlata La Moratti: il tunnel, un’opera importante

di Armando Stella

Un tempo fu parco agricolo, oggi è una landa di periferia. Diventerà il villaggio della Milano 2015: il villaggio Expo. La «rigenerazione» di Cascina Merlata è il primo sviluppo urbanistico legato all’Esposizione. Il masterplan ridisegna oltre 520 mila metri quadri al confine nord-ovest, tra l’A4, il cimitero e la ferrovia: palazzi da 9 a 23 piani, 3.800 appartamenti per 8 mila abitanti, housing sociale e affitti calmierati, e poi un hotel, un centro commerciale, uffici, 200 mila metri quadri di verde, alberi, piazze pedonali, scuole, asili, 6 chilometri di piste ciclabili, un frutteto, campi da tennis e piscine. L’accordo di programma sarà ratificato a breve dal consiglio comunale. I cantieri apriranno tra fine 2011 e inizio 2012:

«Realizzeremo il 90%delle opere in tre anni» , promette Alessandro Pasquarelli, ad dell’immobiliare EuroMilano e di Cascina Merlata spa. «Un nuovo habitat metropolitano sotto il segno dell’ecosostenibilità» , recita il claim del progetto. Ieri, il lancio in grande stile: cinema Odeon e presentazione 3D. La spina dorsale della cittadella è un parco lineare su cui si aprono molte isole residenziali, il prezzo degli alloggi varierà tra 1.980 e 2.500 euro e più al metro, il «mix abitativo» avvicinerà giovani, coppie, fasce deboli.

«È un nuovo modo di inquadrare la città— sottolinea il sindaco Letizia Moratti —. Mai più quartieri ghetto» . Il piano d’intervento, chiosa Pasquarelli, «dimostra che i canoni sociali si possono applicare, a Milano. Ci stiamo lavorando con Fondazione Cariplo e la Cassa Depositi e Prestiti» . Una passarella pedonale sospesa collega il villaggio al sito Expo. È un cordone ombelicale. I due poli nascono insieme. E comunicano. I 323 mila metri quadri di nuovi edifici, nel 2015, ospiteranno i duemila operatori della manifestazione e solo alla chiusura saranno messi sul mercato.

«Cascina Merlata — commenta l’assessore comunale all’Urbanistica Carlo Masseroli— certifica la buona alleanza tra interesse pubblico e privato stabilita dal Pgt» . Può essere «un bel progetto» , concede il capogruppo pd Piefrancesco Majorino, ma solo a patto che «si facciano le cose in modo trasparente. Cascina Merlata non c’entra niente col Pgt, questo è il suo pregio maggiore» . Gli architetti Paolo Caputo e Antonio Citterio, vincitori del concorso di progettazione, firmano il masterplan di riqualificazione: «È uno spazio aperto, inclusivo, da vivere. Non è un recinto» . Intanto, rispunta l’ipotesi del super tunnel di 11,5 chilometri che scorre la città dal sito Expo all’aeroporto di Linate: «Tutto quello che toglie traffico in superficie penso che possa essere visto come un progetto utile e importante» , sostiene la Moratti. La delibera potrebbe approdare in giunta entro la fine del mandato, consentendo l’avvio entro l’anno degli scavi per la galleria.

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