Sono passati quarant’anni da quando ho conosciuto Edoardo Salzano, per tutti Eddy. Allora era consigliere comunale a Roma, eletto da indipendente nelle liste del Pci, e frequentava la direzione generale dell’urbanistica del ministero dei Lavori pubblici, dove io lavoravo. La direzione era governata con pugno di ferro da Michele Martuscelli, l’uomo di Agrigento, l’autore della famosa inchiesta sulla frana che nel 1966 aveva devastato la città dei templi. L’inchiesta aveva svelato senza reticenze la ragnatela di interessi e di delitti che avvolgeva le vicende urbanistiche non solo di Agrigento, ma di tutte le città italiane, con pochissime eccezioni. Suscitò uno scandalo enorme che per mesi occupò le cronache dei giornali e fu grazie a quello scandalo che il ministro, il socialista Giacomo Mancini, riuscì a far approvare l’unica legge urbanistica dell’Italia repubblicana che abbia rafforzato il potere pubblico e assicurato un po’ d’ordine nella frenesia dell’attività edilizia di allora (non tanto diversa da quella di oggi). Martuscelli era un personaggio rigoroso ed efficiente, ma dal carattere impossibile, incontentabile, severo e sprezzante nei giudizi. Mi stupì e m’incuriosì che solo del giovanissimo Salzano parlasse sempre bene, ne aveva grande stima. “Eddy è un cervello – diceva – uno dei pochi fra gli urbanisti italiani”.
Un altro straordinario riconoscimento a Salzano venne da Giuliano Prasca, bella persona, ex pugile, dirigente dell’Unione italiana sport popolari di Roma e giornalista sportivo che attraverso lo sport educava i giovani alla vita civile e democratica. Con l’Uisp, l’Arci, l’Udi, eravamo impegnati a definire e sviluppare sotto varie forme la “partecipazione dal basso”, strumento che ci pareva indispensabile per guadagnare scelte ampiamente condivise e lungimiranti nel governo del territorio. Giuliano Prasca dichiarò e scrisse più volte che Salzano gli aveva insegnato a “dare del tu al territorio”. Un’espressione che sintetizza bene l’insieme delle esperienze di vita e di lavoro di Eddy. E’ stato consigliere comunale a Roma, assessore all’urbanistica a Venezia, consigliere regionale del Veneto; docente universitario all’Iuav e preside del corso di laurea in urbanistica; presidente dell’Istituto nazionale di urbanistica (che dopo di lui è precipitato nel pozzo senza fondo del revisionismo, fino a trovarsi a fianco di Berlusconi), fondatore e per venti anni direttore della rivista “Urbanistica informazioni”; pubblicista, autore di centinaia di saggi su decine di riviste specializzate, scrittore di libri basilari (Urbanistica e società opulenta, Fondamenti di urbanistica)che hanno formato generazioni di urbanisti e di cittadini consapevoli.
Negli ultimi anni, la vita di Salzano coincide quasi con eddyburg, il suo sito che si occupa di “urbanistica, società, politica e di argomenti che rendono bella, interessante e piacevole la vita”, al quale Salzano dedica ogni energia e al quale collaborano autorevoli studiosi, anche di altre discipline. In pochi anni è diventato il più accreditato riferimento (decine di migliaia di visitatori al mese) per chi pensa che il territorio non debba essere privatizzato; e sempre nuove iniziative editoriali, formative e di approfondimento gravitano intorno a eddyburg. Il sito interviene anche direttamente nello scontro politico, per esempio, nel 1995, quando ha duramente contestato il disegno di legge (cosiddetto Lupi) di riforma urbanistica della destra, contribuendo sicuramente a non farlo approvare alla scadenza della XIV legislatura e poi elaborando una propria proposta di legge che è alla base dei testi parlamentari di rifondazione comunista e degli altri schieramenti di sinistra, sui quali da qualche settimana è cominciata la discussione al Senato.
Il filo rosso che unisce la multiforme attività di Salzano sta proprio nel “dare del tu al territorio”, nell’assunzione dell’impegno politico e culturale come lavoro collettivo e rigorosamente organizzato. Soprattutto nel riconoscimento che il primato dell’interesse comune sull’interesse del singolo debba essere inteso come un vero e proprio principio della civiltà europea e della nostra storia. Tutto ciò sta in nuce in Ma dove vivi, un testo smilzo, però completo, corredato d’immagini efficaci, di un glossario, di una bibliografia essenziale, di un’antologia di testi che è indispensabile conoscere. Il libro parte dalla storia remota dell’insediamento umano, all’alba dell’uomo sulla Terra, e ne percorre le tappe fondamentali, raccontando storie splendide, come quella del primo piano regolatore, quello di New York del 1811. Fino alle cronache italiane più recenti, fino ai “terribili anni Novanta” e al “punto più basso” (i mesi nei quali si discuteva il disegno di legge Lupi), oggetto del terzo capitolo del libro. L’ultima parte è dedicata alle questioni di oggi, quelle nuove (l’ambiente, la sostenibilità, …), e quelle antiche mai risolte (la casa, la mobilità, …). L’obiettivo dichiarato è di raggiungere un pubblico largo e soprattutto giovane. E di riuscire a comprendere la natura delle città, le ragioni della loro crisi, gli strumenti disponibili per trasformarle.
Penso che il modo migliore per chiudere sia di utilizzare le parole con le quali Salzano conclude il suo libro: “Dove vivete? La speranza dell’autore è che quanto esposto in questo libro con un linguaggio che si è voluto rendere semplice, senza negare la complessità delle cose, vi aiuti a rispondere a questa domanda: E a diventare cittadini che agiscono con efficacia per migliorare il «bene comune» nel quale vivete e che anche a voi è affidato”.
--------------
Edoardo Salzano, Ma dove vivi? La città raccontata, Corte del Fontego, Venezia, 2007, € 14,90