Il sito ripropone il sagace dialogo formulato da Calvino tra il Gran Kan e Marco Polo nelle “città invisibili”. Si chiedeva il Kan “se l’ultimo approdo non può essere che la città infernale”; e il saggio viaggiatore replicava con l’ attegiamento di “cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” Un dialogo di pensieri lineari e conseguenti che mi sembrano appropriati per rilanciare con fermezza la realizzazione di spazi pubblici di qualità; per rendere vivibile la città con progetti che puntino al benessere dei residenti. La città progredisce e si modifica in armonia se parte da questa attenzione di base.
Sono stato in vacanza otto giorni a Barcellona e ne sono tornato soddisfatto oltre che sorpreso: Una storia molto simile a quella di Napoli a partire dalla fondazione romana col tracciato ippodameo in un sito naturalisticamente simile a quello di Neapolis.
Ma Barcellona è molto più avanti per la qualità urbana raggiunta: percorsi pedonali e bicicletta pubblica, parchi e giardini prossimi alle residenze e un centro storico ben valorizzato. Rimangono certo zone con incognite e questioni ancora da risolvere, come l’area del Forum, dove comunque sono già realizzati strade e luoghi pubblici con contenimento del traffico auto e attenzione per i residenti. Molto belle le realizzazioni di spazi pubblici sul litorale dal Porto a Barceloneta: La Rambla del mar, la bellissima spiaggia, e poi i moli con ormeggi per le piccole barche realizzano un rapporto col mare ben recuperato per i cittadini. Il Villaggio Olimpico si è ricostituito come residenza stanziale con verdi viali pedonalizzati. L’ Università ha la sua sede storica nel centro città, con giardini aperti al pubblico, ma la sua presenza è concentrata nella Città Universitaria della periferia nord-occidentale. Sempre qui, sulla collina di Sarrià, si trova il Centro Sportivo Universitario di fronte a cui si trovano alcune ben organizzate case dello studente. Tutte opere e percorsi di grande qualità architettonica e paesaggistica con una attenzione particolare riservata gli spazi pubblici.
Il 5 settembre dell’anno scorso eddyburg pubblicava, nella Posta Ricevuta, le mie osservazioni critiche sul Programma Centro Storico del Comune. Sono stato parecchi anni impegnato per la valorizzazione della città antica da realizzarsi non solo col recupero e la manutenzione dei monumenti ma con la realizzazione di un ampio parco archeologico, verde e pedonalizzato, come pure ricostituendo il tessuto socio economico legato tanto alle attività della tradizione come alle tecnologie innovative per il disinquinamento, il risparmio energetico e il recupero dei materiali. Potremo avere ancora nel Centro Antico, come previsto dal Prg, un vasto Parco Archeologico con piazze, percorsi pedonali, fontane e zone alberate? Il cuore del Centro Storico potrebbe avere oltre al patrimonio artistico monumentale valorizzato, anche funzioni utili alla cittadinanza tutta: uffici pubblici e centri culturali nel ricchissimo scenario di antichità recuperate e luoghi di culto di una tradizione ancora molto sentita. Mi auguro che la cultura democratica, quella delle amministrazione di sinistra degli anni settanta, come quella più recente della prima stagione dei sindaci, riemerga in tempo per evitare la perdita di una ennesima occasione storica della nostra città: Napoli guadagni oggi la fisionomia, gli spazi, la vivibilità e il respiro di una grande città europea e mediterranea nel suo Centro come nelle periferie, lungo la costa come sulle colline.