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Rob Stein
Usare l’auto fa mettere su peso
11 Dicembre 2005
Articoli del 2004
Nuova puntata sul rapporto fra suburbio e malsana ciccia, dovuta a poco movimento e cattiva alimentazione e qualità generale della vita. La cosa più ridicola, stavolta, sono gli argomenti della destra sulla "libertà di scelta". Dal Washington Post, 31 maggio 2004 (fb)

Titolo originaleCar Use Drives Up Weight, Study Finds - Obesity Called More Likely in Sprawling Areas Than Mixed-Use Neighborhoods– Traduzione di Fabrizio Bottini

Chi vive in quartieri dove bisogna guidare per andare da qualunque parte, è significativamente più portato ad essere obeso di chi può facilmente raggiungere la propria destinazione a piedi. Lo dimostra uno studio, che per la prima volta verifica un rapporto da lungo sospettato.

Una ricerca su circa 11.000 persone nell’area di Atlanta ha rilevato che le persone abitanti in zone a destinazione prevalentemente residenziale tendono a pesare significativamente più di quelle residenti dove case e attività economiche sono adiacenti.

Questo effetto sembra essere in gran parte il risultato del tempo trascorso rispettivamente a guidare, o a camminare. I ricercatori hanno calcolato che ogni ora passata in macchina si associa a un 6% di incremento nella probabilità di diventare obesi, e ogni 800 metri percorsi a piedi ogni giorno riducono questa probabilità di circa il 5%.

”Il tipo di quartiere dove vive una persona chiaramente ha effetto sulla sua salute” dice Lawrence D. Frank, professore associato di pianificazione urbana e regionale alla University of British Columbia, che ha coordinato lo studio.

I risultati hanno implicazioni a scala nazionale, dato che i quartieri studiati sono rappresentativi di tutti quelli del paese.

”Queste conclusioni sono chiaramente la prova più consistente al momento del legame fra ambiente costruito e obesità” prosegue Frank. I risultati saranno pubblicati sul numero di giugno dell’ American Journal of Preventive Medicine, ma sono stati resi noti in anticipo ieri in occasione di una conferenza sull’obesità che si terrà a Williamsburg alla fine della settimana.

Dato che il numero di persone sovrappeso e obese ha raggiunto proporzioni epidemiche negli USA, si sono accumulate prove che una delle cause principali possa essere lo sprawl suburbano. Quartieri che rendono il camminare e altre attività fisiche più difficili, perché spesso mancano i marciapiedi, sistemi stradali che incoraggino a spostarsi camminando, o aree commerciali accessibili senza l’automobile.

I ricercatori avevano evidenziato per la prima volta lo scorso anno, che le persone residenti nelle regioni a insediamento più rado avevano più probabilità di diventare sovrappeso o obese. Questo nuovo studio è il primo ad affrontare la questione a livello di quartiere e a collegare le specifiche caratteristiche fisiche dell’ambiente dove la gente vive alla quantità di attività fisica praticata, e al peso.

Altri ricercatori osservano che questi risultati offrono nuove valide prove del legame fra sprawl e obesità.

”Il posto dove abiti, chiaramente conta” dice Reid Ewing del National Center for Smart Growth alla University of Maryland, che ha condotto uno studio a livello di contea lo scorso anno. “Se abiti in un posto a densità più bassa ... dove l’automobile è l’unico modo di spostarsi, questo sembra avere effetti negativi sulla salute”.

Ma gli scettici mettono in discussione questo rapporto, affermando che i quartieri diffusi potrebbero semplicemente attirare more persone meno fisicamente attive, e viceversa.

”Può anche darsi che chi tende ad essere più magro sia il tipo di persona a cui piace vivere in quei quartieri, e naturalmente gravita lì” dice Samuel R. Staley, presidente del Buckeye Institute for Public Policy Solutions, a think tank di Columbus, Ohio. “Non è per niente certo che se mettessimo quelle persone in un insediamento diffuso diventerebbero grasse”.

Ancora più importante, anche se il legame fra sprawl e obesità fosse provato, è che questo non giustificherebbe restrizioni alla crescita, aggiunge Staley.

”Le persone devono avere la possibilità di vivere dove possono essere grasse. È una delle conseguenze di una società libera”.

Per la ricerca sui quartieri, Frank e i suoi colleghi hanno raccolto fra il 2001 e il 2002 informazioni dettagliate su 10.898 persone, sulla loro altezza, peso, chiedendo loro di tenere un diario di due giorni che registrasse esattamente come e dove si spostavano, e quanto tempo passassero rispettivamente a camminare e a guidare.

Sono state anche condotte analisi dettagliate sui quartieri della zona di Atlanta dove vivevano i partecipanti all’indagine, su quanto fossero densamente popolati, se ci fossero marciapiedi, se l’organizzazione stradale fosse favorevole al passeggio, e se gli edifici commerciali fossero vicini alle abitazioni.

I ricercatori hanno poi diviso le comunità in quattro categorie, in base alla percentuale di residenza, e hanno rilevato che le probabilità di essere obesi aumentavano da una all’altra del 12,2%.

”Avere negozi e servizi vicono a dove si vive è il miglior antidoto contro l’essere obesi” dice Frank.

Detto in altre parole, per i residenti questo significa che il rischio relativo di diventare obesi aumenta del 35% fra le aree a funzioni più miste e quelle meno miste.

L’essere sovrappeso significa avere una massa corporea (Body Mass Index, BMI, un indice basato sul rapporto fra altezza e peso) da 25 a 29. Chiunque con un BMI superiore a 30 è considerato obeso.

Un maschio medio alto 1,78 che abita nel quartiere a maggior quantità residenziale, per esempio, pesa circa 5 chili più di un maschio bianco simile nel quartiere meno residenziale, secondo i risultati della ricerca. La proporzione di persone obese nelle zone meno miste è di circa il 20%, e nelle più miste di circa il 15%.

Questi risultati valgono anche se si prendono in considerazione le variabili età, reddito, livello di istruzione.

Ma Frank afferma che la quantità di attività delle persone non spiega del tutto i risultati. Ipotizza che in alcuni quartieri sia più facile per le persone avere una dieta salubre, perché ci sono negozi di alimentari anziché discount, e ristoranti di nuona qualità anzichè punti fast-food.

”Credo che l’ambiente alimentare giochi un ruolo importante”.

Sulla base dei risultati, i ricercatori hanno calcolato che triplicare il numero dei negozi e di altre attività vicino alle case potrebbe ridurre il tasso di obesità tanto quanto una diminuzione di cinque anni nell’età media della popolazione (l’età è un elemento trainante nell’aumento di peso).

Le persone sarebbero meno portate a guidare e più a camminare, se vivessero vicino alle varie attività, ma la maggior parte degli intervistati camminava molto poco, indipendentemente da dove viveva. Più del 90% dice di non camminare affatto, e la media afferma di passare più di un’ora al giorno in macchina.

Nota: qui il link alla “ prima puntata” (in ordine di apparizione) su Eddyburg del rapporto ciccia/sprawl (fb).

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