Milano, 24 gennaio 2005 - Leggo (La Repubblica 24 gennaio) che "il network di Bertinotti sta preparando proposte per una politica economica di sinistra basato su lotta all'evasione, tassazione delle rendite finanziarie, patrimoniale e ministero della programmazione economica, che verrà presentato al congresso dal PRC". Tutto bene e condivisibile.Leggo però anche (Sole/24 ore 21 gennaio) che" la Commissione Ambiente della Camera ha concluso in un clima costruttivo l'esame degli emendamenti al disegno di legge sul governo del territorio, testo unificato proposto da Lupi (FI) e Mantini (Margherita), che modifica l'impianto legislativo della legge urbanistica del 1942 con un miglior rapporto tra pubblico e privato e con l'articolo 6 è destinatoa far saltare... l'urbanistica italiana fondata sugli standard urbanistici definiti con il decreto ministeriale 1444 del 1968. Il passaggio in aula è già calendarizzato per febbraio".Non sento tuttavia parlare di un programma di sinistra alternativo a questa vera e propria "Legge 30" dell'urbanistica, che ridurrebbe l'uso della città e del territorio ad una gestione "a contratto" senza alcun obiettivo di programmazione pubblica.Non ne sento parlare, o non c'è ?
Non c'è. E' una vergogna. Per di più, nessuno si accorge che sta saltando, con la connivenza dei partiti del centro e della sinistra (ivi compresi quelli del centrosinistra) tutto il prodotto di decenni di lotta riformatrice per la tutela degli interessi dei deboli e degli interessi collettivi: a partire dagli standard urbanistici e dal carattere pubblico delle scelte sul territorio. I tradimenti degli intellettuali e la miopia dei politici stanno distruggendo le speranze per il futuro possibile: non è solo Berlusconi. Domani si apre un convegno di Italia Nostra. Proverò a porre la questione in quella sede. Ma non basta.