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USIGRAI
Una storia di regime. Censurata la RAI
17 Agosto 2005
Articoli del 2004
Una nota dell'organizzazione sindacale dei giornalisti della RAI, pubblicata dall'agenzia ADN Kronos swl 29 0ttobre 2004

Roma, 29 ott. (Adnkronos) - ''Le immagini che avete visto della firma della Costituzione europea non sono immagini Rai. Le riprese sono state effettuate da una società incaricata dalla Presidenza del Consiglio''. E' il comunicato di cui l'Usigrai, a norma del contratto di lavoro giornalistico, ha chiesto la lettura nelle due principali edizioni odierne dei telegiornali Rai.

''Le telecamere Rai -prosegue il comunicato- non sono state ammesse e la Rai non ha potuto scegliere in autonomia come documentare l'avvenimento. Il servizio pubblico, che come voi spettatori sapete ha le capacità tecniche e professionali per raccontare gli eventi istituzionali, i fatti della cronaca o i grandi appuntamenti sportivi, oggi è stato tenuto fuori dalla porta. Per un giorno un'attività del servizio pubblico è stata privatizzata. E' un attacco alla Rai, ma anche al diritto di voi cittadini ad avere un'informazione corretta e affidabile''.

La replica di viale Mazzini non si è fatta attendere. ''L'informazione sulla firma della Costituzione Europea è stata realizzata dai giornalisti della Rai che con grande professionalità hanno raccontato l'evento e ne hanno approfondito il significato storico e politico'' dice l'azienda che ''esprime apprezzamento per il loro lavoro e giudica quindi offensivo per i giornalisti della Rai il comunicato dell'Usigrai che li accusa di non aver fornito un'informazione corretta e affidabile, solo perché le immagini ufficiali della cerimonia sono state fornite dalla società incaricata dalla Presidenza del Consiglio di documentare visivamente l'evento''.

Ma i cdr di Tg1, Tg2, Tg3 hanno smentito di sentirsi ''offesi dalla nota dell'Usigrai, emessa a tutela del loro lavoro'' e si dicono ''invece offesi per il comportamento dei vertici aziendali''.

Ritiene altresì offensiva la replica della Rai il segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi: ''Rappresenta un'offesa non solo nei confronti dei giornalisti della Rai ma della stessa storia della più grande azienda di informazione e di cultura d'Italia''.

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