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Ilaria Boniburini
Una breve bibliografia sulla TAV Torino Lione
18 Novembre 2018
Grandi opere
Alcuni articoli per informarsi su questa grande inutile opera, che l’establishment affaristico, finanziario e politico, con la complicità di alcuni media, continua a sostenere nonostante i numeri e i fatti dicono che non conviene, economicamente, socialmente e da un punto di vista ambientale. (i.b.)
Alcuni articoli per informarsi su questa grande inutile opera, che l’establishment affaristico, finanziario e politico, con la complicità di alcuni media, continua a sostenere nonostante i numeri e i fatti dicono che non conviene, economicamente, socialmente e da un punto di vista ambientale. (i.b.)
Sono numerosi gli articoli che spiegano come quest'opera sia un saccheggio nei confronti degli abitanti e delle comunità, perché gli unici che in queste opere traggono beneficio sono le imprese di costruzioni, i produttori di cemento e i politici che in cambio di approvazioni e assensi ricevono favori. Ne riportiamo qui una selezione.
Per sapere chi ci metterà i soldi per costruire la TAV si legga l'articolo di Attilio Giordano (2006) "Che siate pro o contro la TAV, forse volete sapere chi la paga" nel quale si chiarisce che c'è un grande equivoco sul fatto di che la TAV sarà il risultato di investimenti pubblici (al 40 per cento] e privati (al 60 per cento). Infatti di quel 60% di investimenti di "privato" non c'è ombra: vengono erroneamente considerati privati gli investimenti di una Spa, formalmente privata, le Ferrovie, che tuttavia ha un unico azionista, il Tesoro! Non solo, è lo Stato che si addossa gli interessi sui prestiti fatti alla società e li paga alle banche di anno in anno. Sugli alti costi della Tav, gonfiati dai costi di mazzette, tangenti e più in generale corruzione si legga e sul deficit che provocherà si legga "Treni e tangenti, quanto ci costa l'alta velocità" (2015) di Gloria Riva e Michele Sasso.
Sulla repressione e blocco mediatico che da oltre un ventennio oscura la verità, confonde i fatti, divulga falsità si leggano gli articoli di Pierluigi Sullo e Ugo Mattei del pubblicati sul manifesto il 27 gennaio 2012, quello di Giovanni Vighetti "TAV: quello che i media non dicono" (08.11.2018) e infine l'articolo di Guido Viale "Non è un treno" (14.11.2018) che denuncia la complicità della stampa nel sostenere le scelte sbagliate, le giustificazioni insostenibili e la dissennata politica delle grandi opere, inutili e dannose.
Per quanto riguarda la drammatica incapacità della classe dirigente italiana di governare i nostri territori attraverso scelte ambientalmente, socialmente ed economicamente oculate, rispondenti a bisogni concreti - i cosiddetti "costi e benefici" - e non per scambio di favori, retorica della modernità e progresso si possono leggere gli articoli di Luca Clementi "L’analisi costi-benefici boccia la Torino– Lione" (La voceinfo, 2007), Tomaso Montanari "Il Parlamento approva il Tav: non ha capito il trionfo dei No" (29.12.2016). Infine "Verità e bufale sul Tav Torino Lione" (22.10.2018) di Paolo Mattone e Livio Pepino e Angelo Tartaglia che smonta le più ricorrenti giustificazioni adoperate per sostenere questa opera che "non ha alcuna utilità economica o necessità giuridica e si spiega solo con gli interessi di gruppi finanziari privati e con le esigenze di immagine di un ceto politico che sarebbe definitivamente travolto dal suo abbandono".
Sull'impatto ambientale della Tav si legga "Un altro buon motivo per il No: il tunnel danneggerà il clima" di Luca Mercalli (18.11.2018).

Infine segnaliamo un' interessante l'articolo di Marco Aime "No Tav. Fuori dal tunnel" (26.12.2016) sulle ricadute socio-culturali che oltre vent’anni di lotta contro il tunnel hanno provocato in valle di Susa, a partire dal consolidamento di una forte comunità di intenti e di saperi, che ha portato a una profonda riflessione su temi ampi e attuali come il modello di sviluppo, le forme di rappresentanza democratica e i beni comuni.

Per saperne di più, il ricchissimo e sempre aggiornatissimo sito NoTav.info.
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