Dare un’unica "casa" alla Città della salute, il grande polo pubblico per la ricerca, prevista inizialmente al Sacco, unendola al Cerba, il maxi polo privato per la ricerca biomedica avanzata che sorgerà nel Parco agricolo Sud, su terreni di Ligresti. È questa la proposta lanciata da Guido Podestà, il presidente della Provincia durante l’inaugurazione del nuovo centro di Radioterapia avanzata, uno dei fiori all’occhiello dell’Istituto europeo di oncologia. Di fronte alla proposta di unire due centri di eccellenza come la Città della salute e il Cerba, il professor Umberto Veronesi ha replicato, con entusiasmo, «ma questo è il mio sogno». E ha spiegato: «Due poli come questi messi insieme farebbero il più potente centro di ricerca e di sviluppo oncologico del mondo. I terreni, i piani, i finanziamenti ci sono. Ma occorre che tutte le istituzioni siano d’accordo. Perché non partiamo?».
Podestà ha annunciato la proposta di fusione dei due centri, partendo dalla considerazione che «due anni e mezzo fa, una delle mie prime firme come presidente della Provincia è stata quella a favore del Cerba di Veronesi. Teoricamente oggi dovremmo annunciare quando lo inaugureremo. E invece no. Le pratiche burocratiche sono troppo lente, dobbiamo cercare di accelerarle per non intralciare l’avanzata della ricerca». Ma mentre il Cerba segna il passo, la Città della salute, che avrebbe unificato al Sacco anche il Besta e l’Istituto dei tumori, sembra più che mai incerta. Ora si parla di un trasferimento del Besta e dell’Istituto dei tumori sui terreni di Porto di Mare. «Speriamo che questa collocazione non finisca nel "porto delle nebbie"», ha incalzato Podestà arrivando così a proporre la fusione dei due mega poli, uno pubblico e l’altro privato, nel Parco agricolo Sud Milano accanto allo Ieo, «un’area già servita, con una localizzazione felice». E a proposito di questa "fusione" Veronesi si è detto favorevole: «Sono stato per vent’anni il direttore dell’Istituto dei tumori e si capisce che vedo volentieri i due poli messi insieme». E ha precisato: «Fino a quando si è parlato del progetto della Città della Salute" al Sacco l’abbiamo rispettosamente appoggiato. Pensavamo a un polo a Nord-ovest con la Città della salute, un polo a Nord-est con il San Raffaele e un polo al Sud, cioè il nostro. Poi il San Raffaele ha avuto problemi, il progetto legato al Sacco pare rischi di dissolversi e, così, noi saremmo pronti a raccogliere qui tutti i frammenti».
Ma sul destino della Città della salute sarà determinante il ruolo del Comune. Il sindaco Giuliano Pisapia, anche lui presente ieri all’Ieo, ha fatto sapere che «tra poche settimane il Piano di governo del territorio sarà esaminato in consiglio comunale, e lì valuteremo le proposte che possiamo fare per un progetto importante, come quello della Città della salute, che servirà Milano e su cui noi puntiamo molto». La discussione sull’unione dei due poli non ha comunque messo in secondo piano l’inaugurazione del nuovo centro di Radioterapia, diretto da Roberto Orecchia, dove verranno curati 4.500 pazienti l’anno. «Qui si applicano terapie mirate e meno invasive per il paziente - ha ricordato Veronesi - negli anni ‘60, quando noi teorizzavamo l’importanza dei "trattamenti minimi efficaci", eravamo considerati degli utopisti. Ma questo centro è la dimostrazione che eravamo nel giusto e la sfida l’abbiamo vinta noi».
Gira, rigira, salta, zang tumb tumb ci risiamo: mortalmente noioso come le cittadelle della moda che volevano i socialisti (del tutto ignorate dagli stilisti) si replica il copione dei presidi della salute, che in nome della Scienza indiscutibile e infallibile hanno il mandato divino di spaparanzarsi ovunque. Chi si oppone è automaticamente nemico del Progresso, dello Sviluppo, magari addirittura dell’Uomo. Unico segnale di speranza pare ancora Pisapia, che a differenza dello sviluppista Penati, a suo tempo più rapido del fulmine nel cambiare le regole del Parco Sud e far posto all’indispensabile Cerba (progettato da Stefano Boeri), dice: aspettate almeno il piano regolatore. Già, perché nessuno ha qualcosa contro la Scienza eccetera, ma contro la vivisezione del territorio in suo nome magari sì (f.b.)