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Zita Dazzi
Un quartiere low cost all’ex Pini: seicento case minacciano il parco
16 Maggio 2013
Milano
Se non fossimo in Italia apparirebbe del tutto surreale il dibattito fra un Comune e una Provincia sulla cementificazione di un'area verde urbana con elevato valore sociale.

Se non fossimo in Italia apparirebbe del tutto surreale il dibattito fra un Comune e una Provincia sulla cementificazione di un'area verde urbana con elevato valore sociale. La Repubblica Milano, 16 maggio 2013 (f.b.)

Una volta era il recinto dove si aggiravano i pazienti del «Pini», il vecchio manicomio di Milano. Oggi è un parco con attività sociali ed eventi culturali per gran parte dell’anno. In futuro potrebbe ospitare un grande giardino condominiale. Questo, almeno, nei piani della Provincia, che ieri ha presentato un progetto da 600 alloggi che interessa parte della zona verde di via Litta Modignani, ad Affori. Ma è subito scontro con il Comune, che dice «no alla cementificazione di un’area che oggi ha un forte valore paesaggistico ma anche sociale». Sono anni che i comitati di quartiere denunciano il rischio della colata di cemento sul grande polmone verde rimasto dopo la chiusura dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini.Ieri mattina a Palazzo Isimbardi il presidente Guido Podestà è uscito allo scoperto annunciando il suo Piano casa, un progetto che prevede la cessione di terreni di proprietà della Provincia a imprese che costruiranno circa mille appartamenti a Milano e altri 600 tra Pioltello, Melegnano e Rozzano. Tutte case costruite secondo i criteri dell’housing sociale, cioè a prezzi agevolati e destinati a categorie socialmente deboli. Il problema è che oltre la metà degli alloggi in città (l’altro lotto sarà a Cimiano) dovrebbero sorgere in via Litta Modignani, su una porzione di parco che gli abitanti e le associazioni sperano rimanga verde. «Il nostro Piano rilancerà l’economia locale e affronterà l’emergenza abitativa del territorio — ha spiegato Podestà — Saranno case destinate a categorie deboli: giovani, persone in difficoltà, forze dell’ordine. Vogliamo fare un intervento non speculativo, ma basato sulla qualità». Ma dal Comune arriva l’altolà, appena è chiaro che la Provincia intende mettere a bando e assegnare i terreni prima della fine dell’anno «valutando i progetti non in base al prezzo ma sulla qualità architettonica e la sostenibilitàsociale dell’intervento».Dal Comune il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris mette subito le mani avanti: «Non se ne parla di cementificare quell’area, vi sono importanti attività che vogliamo salvaguardare, come il Giardino degli aromi e la sperimentazione dell’Istituto Pareto. Invito la Provincia a riconsiderare il progetto e a valutare le diverse altre aree che ha a sua disposizione per realizzare l’housing sociale, che comunque l’amministrazione di Milano valuta positivamente». Da Palazzo Isimbardi incassano e rilanciano: «L’area è di nostra proprietà, misura 155mila metri quadrati, ma le case sarebbero su una piccola porzione di una zona oggi recintata e incolta, un posto dove vanno a dormire gli sbandati. Inoltre quell’area è inserita nel Pgt del Comune e considerata edificabile, quindi non ci sono ostacoli », spiegano i tecnici dell’assessore all’Urbanistica della Provincia Franco De Angelis. Spiegazioni che vengono contestate una per una da De Cesaris: «L’area oggi è aperta e perfettamente fruibile dal pubblico. Non abbiamo potuto cambiare le indicazioni del Pgt su Affori, ma prima di avviare qualsiasi nuovo bando serve un accordo di programma che, oltre alla Provincia, coinvolga Comune e Regione».

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