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AA.VV.
Un Parco Possibile per il quartiere Isola-Garibaldi-ex Varesine
29 Ottobre 2007
Milano
Una alternativa possibile (quanto improbabile) alla Milano del metro cubo firmato e utile solo ai soliti noti. Un’idea su cui discutere (f.b.)

PROGETTO “PARCO POSSIBILE”

collocato nel quartiere Isola-Garibaldi-ex Varesine;

promosso dall’Associazione Chiamamilano;

patrocinio dal Consigliere Comunale Milly Moratti,

Il presente schema di progetto, denominato “Parco Possibile”, si contrappone al progetto “Porta Nuova”, approvato recentemente dal Comune di Milano; e si pone come alternativa a quest’ultimo, non solo sotto l’aspetto della configurazione architettonico-urbanistica, ma anche sotto l’aspetto della sua gestazione, giacché esso nasce come espressione delle speranze, delle proposte, delle aspettative comunicate ai progettisti dalla popolazione del quartiere. Il Forum Isola, condotto da un tenace e coraggioso gruppo di abitanti della zona, preso atto dello sgomento suscitato nella gente del luogo dall’immane e violento progetto comunale, ha raccolto suggerimenti, notizie ed informazioni utili ad impostare lo schema di progetto alternativo che qui viene presentato.

Il progetto comunale, al contrario, non tiene in nessun conto i desideri espressi dalla popolazione locale, nonostante le ripetute (ma inascoltate) richieste di incontri e di colloqui, inoltrate agli Amministratori responsabili dai residenti della zona.

Quando questi Amministratori, e con loro gli imprenditori immobiliari interessati al progetto comunale, sostengono – per giustificare il loro scortese silenzio – che le richieste della popolazione sono fuori dalla realtà, impossibili da realizzare, del tutto utopistiche e insensate, essi mentono spudoratamente; giacché quelle richieste sono invece piene di buon senso, realistiche, ed assennate; e sono anche – fatto apprezzabile ma non abbastanza riconosciuto – pronte a prendere in considerazione tutte le ragioni della controparte, cioè del Comune e degli imprenditori.

Quali sono queste richieste? Sono quelle che da più mesi il Forum Isola e gli abitanti del quartiere cercano invano di sottoporre all’attenzione del Comune:

1a richiesta dei residenti: rispettare il giardino del quartiere.

Si richiede di conservare il giardino esistente compreso tra Via Confalonieri e Via De Castilla; giardino frequentato da bambini, da madri con neonati, da persone anziane, e in genera da abitanti del quartiere desiderosi di riposo e di ricreazione.

Nel progetto comunale il giardino viene letteralmente cancellato; viene cioè riempito di enormi ingombranti condomini tra i quali rimangono liberi soltanto piccoli appezzamenti di verde; che saranno riservati agli abitanti degli edifici circostanti, e quindi sottratti alla popolazione del quartiere.

Il progetto “Parco Possibile” tiene conto della richiesta dei cittadini e conserva intatto il giardino di Via Confalonieri, anzi ne aumenta la superficie totale, rettificandone il perimetro, e raddrizzando uno sghembo edificio triangolare che l’incoerente progetto comunale ha posto alla estremità est del giardino.

2a richiesta dei residenti: allontanare dalla edilizia esistente una minacciosa cortina di alti ed incombenti volumi.

Si richiede di non togliere la vista del cielo alle case del quartiere e di non oscurare la luce del sole, costruendo nelle immediate vicinanze edifici troppo alti e massicci; si richiede in sostanza di rispettare coloro che da anni abitano nelle case allineate davanti al giardino, e godono di una ampia veduta ancora oggi libera da costruzioni oppressive.

Mentre il progetto comunale innalza di fronte a queste case una cortina compatta di alte costruzioni e, poco distante, una coppia di altissimi grattacieli, togliendo ai residenti aria, luce e vista sul giardino; il progetto “Parco Possibile” al contrario tiene conto della richiesta dei cittadini; non colloca nessun nuovo edificio davanti alle case di Via Confalonieri, e lascia inalterata e libera la vista che dalle case di apre sul verde antistante.

3a richiesta dei residenti: prevedere meno cemento e più verde.

Si richiede di diminuire la cubatura complessiva, che nel progetto comunale è stata calcolata con indici molto più alti di quelli contenuti nel Piano Regolatore; e di aumentare la superficie destinata a verde pubblico.

La cubatura prevista dal progetto comunale raggiunge un valore quasi doppio di quella indicata dal Piano Regolatore Generale; e ciò avviene per effetto della libertà concessa ai piani particolareggiati (detti oggi piani di intervento) ai quali è data facoltà di derogare dagli indici precedentemente prefissati. La nuova cubatura ammessa nei piani particolareggiati viene concordata tra costruttori privati e Amministratori Pubblici. Non è difficile supporre che nel corso delle trattative gli Amministratori concedano ai costruttori una cubatura molto maggiore di quella prescritta, e chiedano in cambio ai costruttori generose contropartite, non sempre trasparenti.

Nel progetto “Parco Possibile”, pur auspicando che il Comune si ricreda e accetti di diminuirla, la stessa cubatura del progetto comunale viene rispettata e mantenuta; e ciò per poter fare un confronto obiettivo ed attendibile fra i due progetti; e dimostrare quanto sia diverso e migliore il progetto “Parco Possibile”, attento e sensibile alle richieste della gente, rispetto al progetto comunale, sordo ed indifferente a quelle stesse richieste.

Il parco visto dall'alto (Corriere della Sera)

La superficie a verde del piano comunale è molto frammentaria, poco estesa, male utilizzabile; e per giunta è interrotta da frequenti volumi costruiti al suo interno. Inoltre la superficie a verde si trova in parte collocata sulla copertura di ampi parcheggi sotterranei, dove la poca profondità del terreno impedisce la crescita di alberi di alto fusto. E’ un verde quindi che appare sulla carta ma che in realtà non esiste quasi.

Il progetto “Parco Possibile”, come appare dalle tabelle e dalle tavole grafiche qui allegate, presenta una disposizione degli edifici più semplice e razionale, ed aumenta sensibilmente l’estensione di verde destinato all’intera zona.

L’area coltivata a verde, ossia il nuovo parco, si trova sollevata di circa sei metri (l’equivalente di due piani fuori terra) rispetto alla attuale quota stradale; tale rialzo consente di far passare in gallerie le due arterie di grande traffico che attraversano oggi la zona e la tagliano in più porzioni, separate e non comunicanti. Sia l'arteria diretta est-ovest (Viale Don Sturzo); sia l'arteria diretta nord-sud (Via Melchiorre Gioia) scompariranno sotto il rialzo occupato dal parco e lasceranno indisturbata e tranquilla la grande area destinata a verde. Poiché i parcheggi richiesti dalle norme urbanistiche sono tutti collocati sotto gli edifici di progetto, nessuna struttura interrata verrà mai a trovarsi sotto il verde del parco. La profondità del terreno da coltivo sarà perciò tale da consentire la crescita di alberi di alto fusto in tutte le zone del parco, fatta eccezione per le due arterie sotterranee ricoperte da prato.

Una cortina continua di case poco alte, che circonda il parco lungo l’intero suo perimetro, ha lo scopo di delimitare e concludere la zona verde entro un margine preciso e ben visibile; e anche di nascondere la disordinata edilizia circostante e sottrarla alla vista di chi si trova nel parco. Le case sono alte tre piani fuori terra sul lato affacciato verso il parco rialzato; e cinque piani fuori terra sul lato rivolto verso le strade esterne, poste a quota più bassa del parco.

La cortina si interrompe in alcuni punti di notevole importanza viabilistica e paesaggistica. Viene aperto un varco in corrispondenza di Corso Como, sull’asse della prospettiva rivolta verso la porta neoclassica di Corso Garibaldi; un altro varco alla altezza del collegamento con il giardino di Via Confalonieri, così da formare un percorso ininterrotto che va dal verde del parco al verde del giardino; ed un terzo varco sull’asse di Viale Tunisia, in corrispondenza dell’imbocco della galleria che accoglie il traffico proveniente dal viale e lo immette sotto il parco.

Due aperture lasciate libere nella cortina di case si presentano di particolare importanza: una rivolta verso Viale Restelli: ampia, visibile, spaziosa; l’altra, meno evidente, rivolta verso Via Galileo. Dalla prima apertura, risalendo il viale verso nord e percorrendo una lunga ed ininterrotta passeggiata pedonale, si raggiunge lo spazio circolare della grande Piazza Carbonari. La passeggiata, per evitare attraversamenti di traffico motorizzato, scavalcherà, con due sovrappassi erbosi, gli incroci di Via Galvani e di Via Tonale; mentre la stessa Piazza Carbonari, convogliati in galleria gli automezzi che oggi la attraversano, diventerà un’ampia area verde, indisturbata e tranquilla, interamente coltivata a prato e ad alberi.

La seconda apertura, rivolta verso via Galilei; non è molto visibile, né particolarmente segnalata, ma di importanza vitale per creare un collegamento tra il “Parco Possibile” e il verde di Piazza Repubblica, progettato tempo fa e mai realizzato. Sono passati circa venti anni dalla data del concorso bandito per la sistemazione di questa piazza. Il concorso, vinto dagli architetti Zanuso e Chambry, proponeva la brillante soluzione di coprire la grande arteria di Via Pisani, che oggi divide la piazza in due metà non comunicanti, e di creare, al di sopra dell’arteria, una collina coltivata a prato, così da trasformare l’intera piazza in una unica superficie a verde, riparata dal traffico, protetta dai rumori, non raggiunta dall’inquinamento dei gas di scarico. Il progetto vincitore del concorso merita di essere ripreso ed integrato con il progetto “Parco Possibile”. La connessione delle zone verdi previste dai due progetti darebbe origine ad un prolungamento del percorso pedonale, in direzione sud, analogo a quello sopra descritto in direzione nord. Partendo dal nuovo parco di progetto, che già si trova sopraelevato rispetto alla quota stradale, si scavalca con una passerella Via Galilei e si raggiunge Piazza Repubblica, supponendolo già trasformata e sopraelevata secondo le indicazioni del progetto vincitore. Da qui, scavalcando con una seconda passerella i Bastioni di Porta Venezia, anch’essi sopraelevati rispetto alla quota stradale, si scende nei Giardini Pubblici; e infine, attraverso Via Palestro, si arriva al piccolo ed accogliente parco di Villa Belgiojoso. Se un simile percorso fosse realizzato verrebbe offerta non ai soli abitanti del quartiere Garibaldi-Isola, ma ai cittadini di tutta Milano, una passeggiata tutta nel verde, mai interrotta, lunga quasi tre chilometri, che dalla periferica Piazza Carbonari arriverebbe alla centralissima Via Senato.

Veduta del Parco Isola

La cortina di case, poco alte, allineate lungo il perimetro del parco, creano un forte contrasto volumetrico con gli unici due gruppi di grattacieli che compaiono nel progetto. Sono grattacieli non collocati a caso, come quelli del progetto comunale, ma messi in posizione strategica, perché corrispondenti a due centri nevralgici della vita cittadina: la stazione di Porta Garibaldi e la sede degli Uffici Comunali. I due gruppi di grattacieli aiutano a segnalare da lontano la presenza di questi due poli urbani e nello stesso tempo inglobano e nascondono le infelici torri esistenti; e precisamente le due torri abbinate nei pressi della stazione ferroviaria; e la torre isolata degli uffici comunali; tre costruzioni di notevole altezza ma di scarso valore architettonico, che sembrano sorte al di fuori di qualsiasi ragionevole pianificazione urbanistica.

L’area su cui far sorgere il futuro grattacielo, destinato ad ospitare gli uffici della Regione Lombardia, è stata scelta lungo Viale Restelli. Non merita citare il progetto approvato dal Comune che, nonostante la firma di un noto architetto internazionale, è uno dei peggiori esempi di architettura pubblica progettati per Milano. Sulla stessa area il progetto “Parco Possibile” prevede un edificio composto, sobrio e semplice; che cerca di stabilire una corrispondenza volumetrica con il grattacielo che gli si eleva di fronte al di là del Viale Restelli. I due grattacieli, quello futuro e quello esistente, essendo di altezza e di profilo simili, ed elevandosi nel centro di due piazze di forma e dimensione uguali, generano una stretta corrispondenza tra spazi urbani e volumi edilizi, e mantengono una intima continuità tra edilizia di ieri ed edilizia di oggi.

Vi sono due modi di inserirsi nella città. Uno di questi non presta nessuna attenzione alle preesistenze ambientali: è il modo seguito dal progetto comunale. L’altro, al contrario, tiene conto delle vicinanze, prende in esame i dintorni, stabilisce un rapporto con l’urbanistica circostante; e cerca di dare alla città una nuova configurazione più ricca e più stimolante: è il modo adottato dal progetto “Parco Possibile”.

4a richiesta dei residenti: salvaguardare la “Stecca”.

Si richiede di conservare e restaurare l’edificio della “Stecca”, divenuto in questi anni luogo di incontro, di ritrovo, di elaborazione culturale e politica. L’edificio non ha nessun valore architettonico, ma ha un grande valore simbolico, perché è vissuto dalla popolazione come centro di vita e di attività comuni, ed è oggetto di un forte legame affettivo, che comprensibilmente si vuole rispettare e salvaguardare.

Mentre il progetto comunale prevede di abbattere l’edificio della Stecca, e così facendo calpesta i desideri e gli affetti del quartiere, dimenticando che l’urbanistica non è fatta solo di ragionamenti funzionali ed economici, ma è anche alimentata da sentimenti individuali e collettivi; il progetto “Parco Possibile”, al contrario, intende conservare e restaurare l’edificio della Stecca, consapevole del grande valore ideale che esso rappresenta per l’intero quartiere.

Dettaglio del Parco Isola

Contro un modo di procedere insensibile e sordo (tanto abituale e caro all’Amministrazione Comunale) i cittadini della zona hanno voluto opporre una resistenza tenace, e ricorrere ad una protesta concreta e positiva. Non parole, non lamentele, non discorsi vaghi: ma uno schema ben leggibile di progetto alternativo, il progetto “Parco Possibile”. Hanno così voluto dimostrare nei fatti come si possa risanare la disordinata area esistente, e ribaltare la caotica impostazione dello scadente progetto comunale.

Nota: altri materiali e informazioni su questo progetto e il processo che intende promuovere, al sito di Michele Sacerdoti (f.b.)

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