, autori del Decreto Legislativo 401 cheabolisce di fatto la VIA per le grandi opere pubbliche e rende discrezionali esoggette all’arbitrio dei proponenti e dell’esecutivo le eventualiprescrizioni.
In effetti, sarebbe stato meglio che il governo avesse cancellato ogniobbligo di Valutazione ambientale, facendo cadere l’ultimo velo di ipocrisia. Purtroppola nostra ancora appartenenza all’Unione Europea non lo consente, ma hapermesso, utilizzando furbescamente la Direttiva europea 2014/52/UE, di ribaltarne spirito e obiettivi nel Decreto che entrerà invigore il 21 luglio.
D’ora in poi: i) sarà sottoposto aVIA non il progetto definitivo, ma quello “di fattibilità”: ii) i proponenti el’autorità competente potranno in ogni momento mettersi d’accordo sul grado didefinizione del progetto, iii) la verifica di assoggettabilità a VIA non saràpiù aperta alla consultazione del pubblico; iv) la commissione VIA saràintegrata da 30 “esperti” di nominaministeriale, con l’unico requisito di avere prestato per 5 anni servizio nellapubblica amministrazione, ovverosia la “tecnica” (si fa per dire) agli ordini della(probabilmente cattiva) politica. E molte altre nefandezze già descritte inprecedenti scritti apparsi su eddyburg e in un ottimo articolo di AntonioFiorentino pubblicato su la città invisibile».
E se qualcuno non ottempera alleprescrizioni VIA? Qui il Decreto mostra la sua faccia feroce: «Salvo che il fatto costituisca reato, siapplica la sanzione amministrativa pecuniaria da 20.000 euro a 80.000 euro neiconfronti di colui che, pur essendo in possesso del provvedimento di verificadi assoggettabilità o di valutazione di impatto ambientale, non ne osserva lecondizioni ambientali». Come dire che con qualche spicciolo si possono risparmiarediversi milioni di euro trascurando le prescrizioni della VIA, dato che non è esplicitamenteprevisto l’annullamento degli atti contrastanti o omissivi. Inutile dire che discrezionalitàe contrattazione – i principi informatori del Decreto - lo rendono noninnocentemente carico di potenzialità criminogene.
Ma tornando all’aeroporto diFirenze, ciò che costituisce una ghiotta occasione per i suoi improvvidipromotori è una norma transitoria che permette, nei procedimenti in corso e su istanza del proponente, di applicare lanuova disciplina o di ritirare il progetto presentato e proporne uno nuovo.Improvvidi, infatti, sono stati ENAC e Toscana Aeroporti, perché avendo findall’inizio violato la legge “per prassi consolidata”, hanno presentato unprogetto pieno di lacune e contraddizioni, avvitandosi in un succedersi diintegrazioni - richieste o volontarie- che hanno avuto come esito di prolungareoltre ogni limite i lavori della Commissione, conclusi con ben 142 prescrizioni:alcune estremamente pesanti, altre che puntano il dito sul conflitto diinteressi di ENAC, controllore-controllato, altre che mettono in luce larischiosità di un aeroporto incastrato tra autostrada, Università e periferianord-ovest di Firenze. Di fatto, una vera e propria bocciatura che il MinistroGalletti ha tenuta nascosta da diversi mesi. Ci si chiedeva le ragioni di tantalentezza e opacità, ma l’approvazione del Decreto “libera tutti” chiarisce lastrategia del governo e dei suoi sodali, in primis le lobby di Confindustria edelle associazioni dei costruttori. E’ facile prevedere che ENAC ritirerà ilprogetto formalmente approvato e formuleràla richiesta di “provvedimento unico in materia ambientale” ai sensi dellanuova normativa, facendo decadere tutte le prescrizioni della Commissione, checolpevolmente non si era dimostrata prona ai voleri della politica nonostanteogni genere di sollecitazioni e pressioni, e che per questo sarà rimpiazzata eintegrata con 30 esperti al servizio del Ministro.
Naturalmente, l’annunciodell’entrata in vigore del Decreto Legislativo è stato accolto con esultanzadalla stampa locale che derubrica la Valutazione di Impatto ambientale ainutile burocrazia, da aggirare o azzerare. «Con ilnuovo decreto vengono eliminati tanti elementi di dubbio presenti nella normasin qui in vigore. Fra questi, il mai risolto nodo sulla necessità di averdepositato il progetto definitivo per il completamento della valutazione diimpatto ambientale per gli aeroporti, sebbene tutte le VIA fossero statefirmate sulla base di progetti preliminari. Il nuovo decreto taglia la testa altoro: è nero su bianco che è sufficiente il Masterplan» (La Nazione Firenze11 luglio). Dove non si sa se sia maggiore l’insipienza o la cattiva fededell’articolista che esulta perché finalmente vengono legalizzate le violazioni“per prassi consolidata” delle leggi (si attende un simile provvedimento per sanarele malefatte dei nostri rappresentanti in Parlamento). L’entusiastica velina segueannunciando che entro un anno sarà tutto approvato e quindi potranno iniziare ilavori.
Sfugge all’articolista, ma, ciòche è molto più grave, ai tanti politici che si battono “senza se e senza ma” afavore del nuovo aeroporto di Firenze (perché? Perché Firenze deve avere il suoaeroporto), che prescrizioni o non prescrizioni – i problemi reali rimarrannotutti in piedi. Si potrà abolire l’obbligo dello spostamento del lago di Peretola,ma non il pericolo di bird-strike se il lago rimarrà nella posizione attuale.Si potrà abolire la prescrizione di valutare il rischio di incidentecatastrofico secondo la direttiva Seveso, ma non il rischio catastrofe; sipotrà abolire la prescrizione di presentare un programma di smaltimento per i 3milioni di tonnellate di terra inquinata, ma non la terra inquinata; si potràabolire l'obbligo di sopraelevare l’autostrada per permettere ilsottoattraversamento del nuovo Fosso Reale, ma non il fatto che il Fosso debba passare sotto l’autostrada: eciò vale anche per tutte le altre 138 prescrizioni. Con il rischio, data ladubbia legittimità del decreto e l’evidente contrasto rispetto alla normativaeuropea, di avvitarsi in una spirale di ricorsi e contro ricorsi. A volte aibari le cose non filano lisce come sperano.