Scriviamo con imbarazzo e persino con incredulità, alla fine di una brutta giornata. È accaduto questo. I leader del centrosinistra, coloro che in Parlamento, nei telegiornali, nei talk show rappresentano l’altra faccia dell’Italia, la speranza di mettere alla porta il rovinoso governo Berlusconi, ieri hanno partecipato a due riunioni in cui avrebbero dovuto decidere tutto: Federazione, lista unitaria, scelta dei candidati per le regionali che potrebbero segnare la prossima grande sconfitta di Berlusconi.
Il disastro Berlusconi rimane e si aggrava. Oggi sappiamo che il capo del Governo e i suoi non riescono nemmeno a mettere insieme la legge Finanziaria. Ma neppure l’estrema vulnerabilità dell’uomo ricco, prepotente e incostituzionale al governo, ha fatto da stimolo a una nuova, grande strategia dell’opposizione. Eppure l’opposizione ha un capo del peso e del prestigio di Romano Prodi. No. Tutti i leader del centro sinistra sono entrati in quelle due riunioni (mancava solo, per un suo disappunto o sospetto, o ragione non pervenuta, Mastella). Ma sono usciti totalmente divisi. Niente Federazione, niente lista unitaria, niente designazione dei candidati, niente simbolo dell’Ulivo. Prodi adesso appare solo e isolato.
Partiti, gruppi e leader dell’opposizione, evidentemente hanno - ciascuno - un progetto e una ambizione diversi. Ciò che è trapelato lascia capire che soltanto i Ds hanno tentato di evitare questa conclusione. Ma lo sforzo non è bastato. Frivolezza o mancanza di senso della realtà hanno portato via gli altri componenti della tavola, come se una pozione magica avesse cancellato per alcuni di essi coscienza e memoria di quello che sta accadendo in Italia.
Un tragico libro sui giorni di Weimar (Von Solomon, I Proscritti) racconta di una immensa folla radunata di fronte al luogo in cui l’opposizione era convocata. Era l’ultima opposizione. Passano giorni, passano notti e dal palazzo non esce nessuno. A poco a poco la folla se ne è andata. È arrivato il nazismo. Ma qualcuno si rende conto del danno immenso che sta provocando, adesso, in questa Italia, prima che ce lo dica la Storia?