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Francesco Pardi
Ulivo, primo salvare la Costituzione
18 Agosto 2005
Articoli del 2004
L'esponente fiorentino dei Girotondi sostiene la necessità di dare priorità alla difesa e alla ricostruzione dei valori costituzionali. Su l'Unità del 14 agosto 2004

L’Italia non è un Paese normale. Chi ci ripete, anche all'interno del centrosinistra, che un programma di governo deve ragionare in positivo e non in negativo, dimentica che il governo del centrodestra ha mirato a demolire lo stato sociale e a scardinare la Costituzione. Perciò ragionare in positivo oggi comporta anche la necessità di annullare gli effetti disastrosi del governo precedente. Un atteggiamento punitivo potrebbe pensare solo all'abrogazione delle sue leggi, ma uno spirito riformatore deve soprattutto indicare un suo punto di vista, una sua idea di società.

Giusto così, ma in Italia è impossibile ragionare sul destino della nostra società fingendo che essa si trovi ora in una condizione di vita normale. Basti pensare alla disparità di mezzi di cui dispongono maggioranza e opposizione in una qualsiasi campagna elettorale. Può darsi che il centrosinistra possa vincere, come nelle recenti amministrative, ma dovrà fare una fatica assai superiore a quella dell'avversario. Quindi è impossibile delineare una nostra idea di società senza porsi la necessità di cancellare l'anomalia italiana.

Bisogna prima di tutto ricostruire la salute istituzionale del paese. Sarà dunque necessario abrogare le leggi ad personam, come la Cirami sul legittimo sospetto e la Maccanico-Schifani sull'immunità-impunità, ma non è sufficiente. Occorre anche affermare principi fondativi. La nostra Costituzione assicura una precisa separazione dei poteri: esecutivo, legislativo e giudiziario godono tutti di una reciproca indipendenza. Ma il governo e la maggioranza di centrodestra puntano a un predominio assoluto dell'esecutivo. Bisogna dunque battersi con tutti i mezzi leciti per la salvaguardia delle garanzie costituzionali. Su questo tornerò in fondo. Il potere politico deve essere separato dal controllo sui mezzi di comunicazione, perché non può avere il dominio sugli strumenti che concorrono alla formazione del potere politico stesso. Dunque chi ha la proprietà o il controllo di mezzi di comunicazione non può essere eletto, e viceversa. Principio integrativo è il pluralismo: bisogna garantire la maggiore varietà di opinioni e di voci, perciò si dovrà sciogliere il duopolio televisivo (oggi monopolio sostanziale) e stabilire il massimo di una rete a testa per gli operatori privati, in modo da garantire la maggiore pluralità possibile delle fonti. Si dovrà stabilire un tetto alla raccolta pubblicitaria delle reti televisive per lasciare alla carta stampata una quota significativa, molto superiore a quella attuale.

Un'idea di società promossa da un governo di centrosinistra dovrebbe essere basata sull'eguaglianza dei diritti, la prevalenza dell'interesse pubblico sul privato, la partecipazione dei cittadini.

Il principio egualitario non vuole l'appiattimento delle singolarità personali, cerca anzi il rafforzamento delle libertà individuali. Ma poiché gli individui non godono tutti delle stesse condizioni e opportunità, va delineato un accordo tra la libertà dal bisogno e la libertà di scelta. Occorre alleggerire gli individui dal peso spesso opprimente della disuguaglianza e fornire loro i mezzi materiali e intellettuali per realizzare i loro propositi e se possibile assecondare le loro vocazioni.

In tutti i settori essenziali per l'utilità collettiva (sopra a tutti gli altri il fisco, la scuola e la sanità) il criterio guida dev'essere il soddisfacimento dei bisogni pubblici. L'economicità è importante, ma a che cosa serve un ospedale in pareggio se non cura gli ammalati? Anche l'iniziativa privata in questo campo deve essere sottoposta all'utilità pubblica.

La partecipazione non può essere imposta per legge ma nemmeno negata di fatto. La separazione tra rappresentati e rappresentanti può produrre un vero e proprio deficit di democrazia. Ma il protagonismo civile può introdurre elementi di conflitto positivo e fronteggiare la tendenza all'autoriproduzione del ceto politico.

Che fare nel concreto di questi principi? Ricostruire lo stato sociale. È necessario prima di tutto basare di nuovo il fisco sulla progressività dell'imposizione. Nessuno è autore da solo delle proprie fortune ed è giusto che chi ha di più restituisca alla società una parte di ciò che la società gli ha permesso di accumulare. Individuare l'evasione e l'elusione fiscale incoraggiate fino all'impensabile dai condoni governativi.

Rifondare la scuola pubblica, impoverita a vantaggio della privata. Scuola dell'obbligo fino alle superiori senza distinzione tra avviamento al lavoro e destinazione allo studio. Classi meno affollate, mai al di sopra dei venti alunni (oggi possono superare i trenta). Non impartire competenze tecniche presto invecchiate ma rafforzare l'apprendimento critico.

Ricostruire la sanità pubblica sconciata a favore di quella privata (per sapere basta parlare con i medici ospedalieri).

Rafforzare la normativa antitrust e salvaguardare la concorrenza, che esiste solo nei manuali della Bocconi, e nei settori più importanti è sostituita da cartelli oligopolistici. L'unica concorrenza ricercata in Italia (tramite la legge 30) è quella tra lavoratori costretti a misurarsi ognuno da solo con la classe degli imprenditori. Quindi sostituire la legge 30 con un dispositivo che permetta ai lavoratori di contrattare il prezzo e le condizioni normative del proprio impiego.

Proteggere i risparmiatori dagli specialisti del falso in bilancio.

Sostituire la Bossi-Fini con una legge degna di un paese civile.

Dedicare risorse ingenti alla ricerca scientifica e alla salvaguardia dell'ambiente, sottoposto dalle leggi del centrodestra a processi di crescente dissipazione. Favorire l'impiego delle fonti energetiche rinnovabili. Abrogare la Patrimonio Spa e tutto il suo melmoso corredo di vendite a basso prezzo al peggior offerente.

Risanare il bilancio dissestato dal centrodestra e rilanciare l'economia con misure a favore dell'equità sociale. Sostituire la legge sulla procreazione assistita con una affine ai principi laici della legislazione europea. Distinguere con fermezza la lotta al terrorismo dall'esercizio della guerra preventiva ai popoli e alle nazioni.

Ma gli esercizi di riformismo possibile debbono essere inscritti nel quadro della difesa più rigorosa della Costituzione. Se alla classe di governo più cialtrona di tutta la storia repubblicana permettiamo di smantellare la nostra Carta fondamentale, tutti i possibili buoni propositi sono destinati a svanire.

Prepariamoci quindi a una ripresa d'iniziativa di massa nel prossimo autunno. Non possiamo permetterci il lusso di aspettare il referendum confermativo. Bisogna muoverci subito.

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