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Loris Campetti
Uccidono il futuro e la Costituzione
5 Agosto 2008
Articoli del 2008
Per il governo Berlusconi il lavoro è una variabile dipendente solo dai capricci dei padroni. Il manifesto, 5 agosto 2008

Un paese che depreda e criminalizza i suoi anziani è animato dall'ingratitudine e dalla stupidità, laddove considera l'allungamento del tempo di vita dei suoi cittadini una sciagura, sostenendo che la loro egoistica durata su questa terra costa in pensioni un sacco di soldi alla comunità. Un paese che precarizza i giovani, ne svalorizza il lavoro e toglie loro fiducia e possibilità di costruirsi un futuro, è suicida. L'Italia che si profila nella nuova era berlusconiana è al tempo stesso ingrata, stupida e suicida. Togliendo sicurezza e speranza ai giovani (aspiranti) lavoratori ipoteca il futuro stesso del paese. L'emendamento sui precari imposto dal governo a un Parlamento sterilizzato e azzittito va esattamente in questa direzione.

Ci sono migliaia di cause di lavoro intentate da altrettanti precari che rivendicano, leggi alla mano, la stabilizzazione. Facciamo una bella moratoria per tutelare le aziende interessate (Poste, Rai, Telecom, ecc.), emancipandole dal dovere decretato dal giudice di stabilizzare i loro precari. Basterà che i padroni pubblici o privati che hanno violato la legge paghino una multarella, una paghetta. E i giovani cornuti e mazziati vadano a mettersi in fila da qualche altra parte, al futuro penseranno un'altra volta. E' una norma odiosa ma anche discriminatoria perché riguarda il passato, mentre per le cause a venire resterebbe (il condizionale è d'obbligo) il dovere del datore di lavoro di assumere e regolarizzare chi vincesse la causa. Persino per i tecnici della Camera tale provvedimento viola l'articolo 3 della Costituzione, secondo cui «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge». Sarà pure vero, risponde alle ombre dell'opposizione qualche personaggio della maggioranza, ma adesso non c'è modo di cambiare l'emendamento, manca il tempo e anche la casta ha il diritto alla vacanza. Semmai ne riparleremo in autunno con la Finanziaria. Il sottosegretario Vegas, invece, della Costituzione se ne fotte.

Non sfuggirà al lettore che i lavoratori più fortunati, o meglio meno sfortunati, quelli a tempo indeterminato in aziende con più di 15 dipendenti, sono tutelati dallo Statuto dei lavoratori che all'articolo 18 prevede il reintegro di chi venga licenziato ingiustamente. L'attacco ai precari non è che la prima mossa di una partita che nella volontà delle destre e delle imprese dovrebbe concludersi con la cancellazione per tutti di questo diritto. Come fanno le jene e in genere gli animali feroci, i nostri governanti se la prendono prima con i soggetti deboli, più giovani o già feriti. Adesso è la volta dei giovani «instabili», poi sotto a chi tocca. E' sempre in base a questa logica che il conto più salato della crisi viene presentato ai più poveri, a chi vive con il solo reddito (impoverito) da lavoro dipendente, o con la pensione. Basti pensare alla pretesa della Confindustria, condivisa dal governo, di scaricare sui lavoratori la parte di inflazione generata dall'aumento dei prezzi delle materie prime. Tutto il provvedimento economico che oggi sarà imposto ai parlamentari già in costume da bagno è segnato da questa filosofia. Basti pensare allo scempio della legge sull'editoria che prende per il collo i soggetti più deboli come questo giornale, nell'intento di consegnare l'intero controllo dell'informazione ai potentati economici e politici, spazzando via ogni voce critica, autonoma, cooperativa. Anche in questo caso, il provvedimento è ancor più odioso perché salva i finanziamenti ai grandi giornali e agli amici del giaguaro.

Per tornare all'emendamento anti-precari, l'aspetto più ripugnante è quello che denunciavamo all'inizio: a migliaia di giovani viene tolta la possibilità di riprendersi quel che secondo la legge spetta loro, un lavoro sicuro e a tempo indeterminato. La possibilità, cioè, di pensare con serenità al futuro. Se per proteggere la nostra sicurezza dai rom e dagli immigrati sono stati mandati in piazza i soldati, chi bisognerà mobilitare per proteggerla dal governo Berlusconi e dai padroni?

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