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Gianni Barbacetto
Tutti da Letizia questa sera
29 Ottobre 2009
Milano
Quale posto migliore del Parco Sud MIlano, per farci un bel mercato delle vacche? Trattative urbanistiche locali da Il Fatto Quotidiano, 29 ottobre 2009 (f.b.)

Le decisioni sul futuro di Milano? Si prendono a casa del sindaco Letizia Moratti (che poi è anche la casa del petroliere Gianmarco Moratti, suo marito). In un paese normale sarebbe da non crederci. Ma siamo in Italia, paese in cui il presidente del Consiglio riunisce la corte nella reggia di Arcore e prende decisioni a Palazzo Grazioli, magari nel lettone di Putin. Un paese in cui il Parlamento è considerato un ente inutile e le istituzioni (dalla magistratura alla Corte costituzionale, fino alla presidenza della Repubblica) sono svillaneggiate e offese. Che sarà mai, allora, una mancanza di rispetto al Consiglio comunale, alla Giunta, a Palazzo Marino? Il potere è roba personale, da manovrare a casa (anche perché a Palazzo Marino potrebbe esserci nascosta qualche microspia: è già successo). Dunque, per risolvere la faida che si è aperta dentro il centrodestra milanese sugli affari urbanistici e immobiliari, riunione a casa Moratti, venerdì 16 ottobre. Presenti, oltre alla padrona di casa (Pdl-area Moratti), l’assessore all’urbanistica Carlo Masseroli (Pdl-area Cl), il presidente della Provincia Guido Podestà (Pdl-area laica) e Ignazio La Russa (Pdl-area ex An).

Che ci fa La Russa a casa Moratti? Che un ministro della Repubblica – e ministro della Difesa, non della Semplificazione dei Bruscolini – trovi il tempo e la voglia di partecipare alle riunioni di Donna Mestizia, la dice lunga sull’importanza degli affari trattati in quegli incontri. E della necessità per La Russa di essere presente di persona. Perché? I maligni hanno una spiegazione maliziosa: che ha a che fare con il rapporto che lega indissolubilmente tre generazioni di La Russa a un costruttore, immobiliarista e finanziere particolarmente attivo sulla piazza di Milano: Salvatore Ligresti da Paternò. Il padre di Ignazio, il patriarca Antonino La Russa (anch’egli di Paternò), è anche padre finanziario di don Salvatore, avendo pilotato nelle sue mani le eredità del vecchio ras Michelangelo Virgillito (da Paternò) e del suo discepolo Raffaele Ursini. Il figlio d’Ignazio, Geronimo, siede nei board delle società ligrestiane, a cominciare dalla holding Premafin in cui è entrato a 25 anni.

Sì, Salvatore Ligresti: un nome che è anche l’ordine del giorno segreto della riunione a casa Moratti di venerdì 16 ottobre. Don Salvatore si era accorto, qualche settimana fa, che tre sue pratiche urbanistiche, ferme da quasi tre decenni, erano diventate di colpo urgenti: aveva allora chiesto a Podestà nientemeno che di commissariare il Comune. Era seguito un braccio di ferro tra Podestà e La Russa da una parte, Moratti e Masseroli dall’altra. Ora la situazione si è sbloccata e nessuno vuole più commissariare nessuno. Quale soluzione è stata trovata? Quale papello è stato discusso? Quale trattativa è stata conclusa? Quale scambio è stato pattuito (a spese della città)? Non lo sappiamo: è un segreto chiuso nelle mura di casa Moratti. Sappiamo però che il futuro urbanistico di Milano non sarà più tutto nelle mani del sindaco e del suo assessore (che sta distillando il nuovo Piano di governo del territorio): al tavolo delle decisioni – e degli affari – ora si sono accomodati ufficialmente anche La Russa e Podestà (che da qui in poi ha mano libera per i suoi Piani di cintura, relativi ad aree preziose attorno a Milano, tra le quali il Parco sud). Buone notizie in arrivo per Ligresti, statene certi.

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