Tutti convengono sulla necessità di rilanciare il turismo valorizzando i nostri paesaggi e l’offerta enogastronomica, tutti convengono sulla necessità di tutelare le produzioni agricole italiane, tutti convengono sulla necessità di conservare il nostro patrimonio ambientale per difenderci dall’inquinamento e favorire l’ossigenazione dell’aria... Ma pochi sanno che tutto questo è fuori della realtà. La realtà è un’altra: dal 1982 al 2005, in appena 25 anni, ci siamo mangiati quasi 6 milioni di ettari di suolo agricolo, con una riduzione della superficie coltivata di 3,1 milioni di ettari.
Per suonare la sirena di emergenza il Presidente di Agriturist, Vittoria Brancaccio, ha preso carta e penna e ha scritto al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, esponendogli i dati ISTAT che documentano questo saccheggio, e ricordando come in Germania, già nel 1999, l’allora ministro dell’Ambiente, Angela Merkel (oggi Primo Ministro), emanò una legge che obbligava, per nuove costruzioni, a recuperare almeno il 70% di suolo già urbanizzato. L’ha seguita il Primo Ministro britannico Tony Blair, nel 2001, con una legge simile che ha permesso la successiva crescita urbanistica di Londra senza rubare un solo ettaro alle campagne circostanti.
Aggiunge, senza alcuna illusione, il Presidente di Agriturist: “Autorevoli studi di urbanistica affermano che, quando saranno realizzati i piani di sviluppo territoriale già approvati dai comuni per i prossimi anni, il ritmo di sottrazione di suolo all’agricoltura segnerà una ulteriore rilevante accelerazione”.
[omettiamo di riportare la tabella, che è comunque consultabile nel file allegato]
“Ci rivolgiamo a Lei, signor Presidente - conclude il Presidente di Agriturist - perché la sistematica sottrazione di suolo all’agricoltura è un problema intersettoriale che investe ampiamente l’interesse nazionale sotto il profilo agricolo, turistico, paesaggistico, ambientale. Ed esprimiamo l’auspicio che Ella voglia attivare immediatamente una iniziativa governativa per affrontarlo efficacemente”.
Il messaggio è stato inviato per conoscenza ai ministri dell’Agricoltura, Luca Zaia, e dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per il Turismo, Michela Vittoria Brambilla.
Ripetiamo sempre le stesse cose, peerchè chi si occupa di consumo di suolo commette sempre gli stessi errori. Anche Confagricoltura commette l’errore di confondere la riduzione della superficie agraria con l’aumento delle aree urbanizzate. È un errore grave, simmetrico rispetto a quello di calcolare l’aumento dell’urbanizzazione basandosi sulle quantità misurate con il programma Corine di rilevamento satellitare.
Come abbiamo più volte scritto in eddyburg, nel primo caso si sommano alle superfici urbanizzate tutte quelle che corrispondono all’abbandono colturale, alla progressiva sparizione delle aziende agricole marginali da agricole sono diventate incolte o restituite al “selvatico”. Nel secondo caso non si contano le aree che sono urbanizzate dalle infrastrutture e dall’insediamento sparso, che occupino con continuità superfici inferiori a 25 ettari.
Che il consumo di suolo, utile solo ai cementificatori parassiti, sia gigantesco è indubbio; ma sparare cifre sbagliate contribuisce a consolidare i cementificatori.