«Il Pd non può non essere ambientalista. La sfida che ci attende è quella del rigore per lasciare ai nostri nipoti un paesaggio almeno come l’abbiamo trovato». Vittorio Emiliani, giornalista, tessera Pd, grande paladino del bello e dell’ambientalismo, fiero oppositore del partito del mattone, a cominciare dalla sua Capalbio...
Dove l’anima del Pd che si batte contro il piano strutturale sembra maggioritaria rispetto a quella ambientalista.
Cosa ne pensa?
«Lasciamo perdere. Di Capalbio ho detto anche troppo in passato. A me interessa fare un discorso più generale sul Pd».
Prego.
«La proposta dell’ambientalismo del fare non mi convince: la trovo mite e subalterna al berlusconismo. Non c’è bisogno di aggiungere all’ambientalismo il verbo fare. Difendere le ragioni dell’ambiente non significa non fare, ma fare bene, secondo regole precise. Sono proprio le regole che dobbiamo recuperare. In questo sono d’accordo con Giorgio Ruffolo».
Che dice?
«Che un partito di sinistra come il Pd deve condurre due grandi battaglie: il recupero dell’interesse pubblico, distrutto dal berlusconismo, e la difesa dell’ambiente. Moralità e ambientalismo devono essere i due caratteri di fondo che contraddistinguono l’identità di sinistra».
Nel Pd quale anima prevale: ambientalista o sviluppista?
«Lo sapremo quando daranno la parola agli iscritti».
Provi intanto a giudicare quella dei dirigenti.
«Mi sembra un ambientalismo molto diluito. Veltroni ha cooptato il vertice di Legambiente che esprime una posizione ambientale molto blanda rispetto ad esempio a Italia Nostra e al Wwf».
C’è Realacci.
«Anche lui ex presidente di Legambiente, sostenitore di um ambientalismo ragionevole, molto soft».
E allora come comporre le due anime?
«Non sarà facile. L’unica strada percorribile sarà l’intesa su questioni concrete».
Tipo?
«Che posizione assumerà il Pd sul progetto di revisione della legge urbanistica? Che dirà del ministro Prestigiacomo che ha esordito chiedendo l’abbassamento dei parametri di Kyoto? E se Bondi rivedrà in senso peggiorativo il codice dei Beni culturali approvato da Rutelli?».
Bondi ha applaudito la posizione di Asor Rosa su Monticchiello.
«Mero tatticismo, furbizia».
In Toscana - da Viareggio all’Elba - il Pd perde voti là dove si esprime una voglia di mattone. E Conti irride Asor Rosa dicendo che dopo le sue polemiche a Monticchiello il centrosinistra ha aumentato i voti. Gli sviluppisti portano voti e gli ambientalisti li fanno perdere?
«Può anche darsi che nell’immediato sia così. Che il mattone paghi di più. Ma la sinistra deve guardare all’interesse generale. Battersi contro il conflitto di interessi non porta voti, ma allora cosa si fa? Si lascia perdere? Difronte al paesaggio abbiamo doveri che riguardano le future generazioni. Non possiamo limitare lo sguardo alle urne elettorali. Anche perché le battaglie giuste prima o poi pagano sempre...».