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Vittorio Emiliani
Torri eoliche e Bischeri
20 Agosto 2008
Scritti ricevuti
Pareri contrastanti sull’eolico a go-go sulle colline toscane: un po’ di energia in più vale più del paesaggio? Un intervento per eddyburg

I giornali e i telegiornali hanno parlato poco o nulla della seconda sentenza, quella del Consiglio di Stato, sulle torri eoliche di 110 metri installate sui Poggi Alti di Scansano già bocciate in prima istanza dal Tar della Toscana. Sarà prudente attendere le motivazioni di questo secondo giudizio che peraltro condanna – cosa non da poco – il fatto che la Regione Toscana non abbia compiuto, prima dell’installazione delle torri in una zona paesaggistica e naturalistica di pregio, fra i vigneti del Morellino, vicino al bel castello di Montepò, una adeguata valutazione di impatto ambientale sull’avifauna e sulla pericolosità per i volatili. Da non trascurare, aggiungiamo, pure il mancato invito alla Soprintendenza competente a sedersi al tavolo della conferenza dei servizi (in nome di un frettoloso “ambientalismo del fare”?).

L’assessore regionale competente ha subito annunciato, sbrigativamente: rifaremo l’autorizzazione e tutto andrà a posto. Nemmeno per sogno ha replicato, con una secca diffida, uno dei ricorrenti, l’imprenditore agricolo Jacopo Biondi Santi, “il parco eolico realizzato in località Murci è ab origine privo di titolo autorizzativo e perciò del tutto abusivo”. Quindi va subito demolito.

Sull’impianto eolico di Scansano l’ambientalismo si è diviso: favorevole senza se e senza ma Legambiente, contraria Italia Nostra, col Wwf in una posizione neutra. In effetti tre anni fa la meritoria associazione naturalista aveva sottoscritto, assieme a Legambiente, un patto con l’Enel per la promozione dell’energia eolica. Ma, di recente, essa si è opposta in maniera ferma all’eolico nell’Alto Molise (si minacciava pure la valle dove sorge la splendida città romana di Saepinum) ed ha salutato con favore la moratoria approvata dalla Regione Calabria a causa della eccessiva concentrazione di pali eolici in quell’Appennino. Con innegabili danni al paesaggio e allo stesso territorio montano.

Installate in tutta fretta le torri a Scansano, Italia Nostra e un noto produttore di vini, Jacopo Biondi Santi, appunto, hanno fatto ricorso al Tar vincendo la prima causa. A quel punto sono ricorsi al Consiglio di Stato la Regione Toscana, la Provincia di Grosseto e Legambiente. Col risultato che ho detto: seconda bocciatura, più limitata, pare. A quel punto ho ritenuto utile scrivere per il quotidiano Il Tirreno un commento, uscito il 1° agosto scorso (“Le torri eoliche fatele a Livorno”), nel quale sostenevo: a) l’energia eolica è utile e necessaria, ma bisogna pianificarne con raziocinio gli impianti e le Regioni avrebbero dovuto farlo d’intesa col Ministero dei Beni culturali, per motivi paesaggistici; b) Enel e altre aziende la stanno invece promuovendo, specie nel Sud, senza alcuna pianificazione, vanno là dove trovano Comuni montani poveri e indebitati, ovviamente più disponibili degli altri; c) meglio installare queste torri di 110 metri di altezza nelle aree portuali o industriali, oppure in aree ex industriali dismesse, e citavo Piombino, Livorno, Priolo, ecc. Ultima considerazione: molto meglio comunque puntare sulle varie forme di solare perché – come dimostra un recente studio del Club Alpino Italiano, e come ha sempre affermato il Nobel Carlo Rubbia – il vento nel nostro Paese è mediamente poco intenso (tranne che in certe zone della Sardegna e della Sicilia) e soprattutto incostante. In sintesi, ribadita ogni contrarietà al nucleare, sì all’eolico, ma con piani seri e non dove distrugge paesaggi e territori preziosi (anche al turismo).

Il giorno dopo è comparso un intervento di Ermete Realacci, responsabile per l’ambiente del PD, presidente onorario di Legambiente e gran patron dell’eolico. Titolo (già significativo): “Sì alle torri, ma siano più belle”. Dopo aver ripetuto quanto si sa da tempo sul ritardo italiano in tema di fonti rinnovabili e aver stigmatizzato la sindrome “non nel mio giardino” così cara all’ex ambientalista ed ora nuclearista Chicco Testa, ha sostenuto che l’eolico non pone problemi. Soltanto occorre “pungolare le aziende a produrre impianti eolici sempre più belli, e non soltanto funzionali, magari con torri più basse e meno impattanti”. Indi ha affermato (ex cathedra?) che “chi conosce Scansano sa, però, che quell’impianto eolico non ha prodotto gli impatti devastanti descritti nell’articolo di Vittorio Emiliani”. Per la verità avevo scritto che non è serio sostenere – come fa Legambiente – che la valutazione d’impatto ambientale realizzata “dopo” va benissimo lo stesso. Checché ne dica Realacci, conosco bene Scansano. Dopo di che Ermete parte in quarta: “Devastante, invece, è ridurre l’ambientalismo ad un’idea claustrofobicamente ripiegata su se stessa e incapace di rappresentare in pieno una speranza per l’umanità. Quella per cui l’ambiente è la più grande sfida, ecc.ecc.” Beh, capisco il nervosismo per essere rimasto solo a sostenere l’eolico a qualunque costo, ma queste trombonate potrebbe anche evitare di esibirle. Non basta: l’ultimo capoverso lo dedica al racconto “esemplare” della vicenda dei Bischeri (ben gentile), “la ricca famiglia fiorentina che si oppose alla costruzione del Duomo, perché avrebbe turbato la loro proprietà nel centro di Firenze”. L’allusione è forse diretta a Jacopo Biondi Santi. L’imprenditore vinicolo – che non conosco – si è opposto, a suo tempo, alle torri eoliche vicino al castello e ai vigneti di Montepò affermando, fra l’altro, che un paesaggio antico e intatto (fino a ieri) come quello toscano, noto per questo in tutto il mondo, favorisce anche le esportazioni di prodotti tipici, come i vini, sui mercati esteri più qualificati. Dove associano bellezza dei luoghi di provenienza e qualità dei prodotti colà ottenuti. Una “bischerata”? Francamente, non mi pare. Mentre invece accostare le torri eoliche a Santa Maria del Fiore e Arnolfo di Cambio, beh, non mi sembra propriamente una botta di genio. Sempre che Ermete l’Eolico accetti ancora qualche ironia critica.

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