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Planetizen
Top Ten 2005 dei libri di urbanistica USA
11 Dicembre 2005
Articoli del 2004
La Top Ten 2005 dei libri di urbanistica USA proposta per fine anno dal sito Planetizen riporta anche due titoli e argomenti proposti a suo tempo da Eddyburg. Qui le brevi schede dei libri, e i relativi links (f.b.)

Qui di seguito, le due schede di Planetizen, e alcuni links (traduzioni di Fabrizio Bottini)

Dolores Hayden, A Field Guide To Sprawl,W.W. Norton & Company, New York

Leggere e guardare le immagini di A Field Guide to Sprawl di Dolores Hayden è allo stesso tempo coinvolgente, terrificante, perversamente affascinante, e divertente. Nel suo nuovo libro Hayden, prolifica studiosa di Yale che ha ampiamente scritto sul tema del suburbio e dello sprawl ( Designing the American Dream, 1984; Building Suburbia, 2003), ci propone un’immagine del più controverso problema urbanistico proiettata verso il XXI secolo. Il quadro, come eloquentemente illustrato dalle fotografie e bassa quota di Jim Wark, non è grazioso a vedersi. I termini di questo glossario illustrato vanno da starter castle [letteralmente: “primo castello”, gioco di parole per quando la “prima casa” diventa un po’ ... ingombrante], a discarca di pneumatici usati, ai drive-throughs fino alle enormi insegne in cima a un palo soprannominate sigificativamente litter on a stick. Il “dizionario diabolico” di Dolores Hayden ha catturato il moderno vocabolario dei territori selvaggi non-urbani d’America. Dopo una breve introduzione sulle cause e conseguenze dello sprawl (che Hayden definisce “crescita sregolata che si concreta in un uso casuale di spazi e delle altre risorse, e nel contemporaneo abbandono di aree urbanizzate più antiche”), il libro propone 51 definizioni che stigmatizzano il fenomeno, ciascuna evocata vivamente dalle foto di Wark. Gli scatti aerei da bassa quota sono allo stesso tempo potentemente banali, graffiantemente familiari, complessivamente scioccanti. Il lettore coglie osceni sprazzi di gradi case su grandi lotti, finanziate dai sostegni federali, poi butta l’occhio sulle enormi e impervie superfici delle città degli autotrasporti, o dei centri commerciali, dei nuovi scatoloni suburbani del discount.

Se Hayden questa colorita terminologia l’ha elegantemente assemblata nel libro, non l’ha certo inventata. Ha invece coltivato e ordinato il linguaggio creativo di saggi, articoli di giornale, lo “ slang vivo” dei costruttori, il passaparola generale. Il ritratto del paesaggio americano che ne risulta è spesso brutto e deprimente, ma aggiornando il dizionario del dibattito sullo sprawl, Hayden ha fornito agli urbanisti e ai cittadini gli strumenti necessari per parlarne, e fare qualcosa a proposito.

Nota: qui il link ai brani del libro di Dolores Hayden proposti a suo tempo da Eddyburg (f.b.)

Howard Frumkin, Lawrence Frank, Richard Jackson, Urban Sprawl and Public Health: Designing, Planning, and Building for Healthy Communities, Island Press, Washington, D.C.

La discussione sul tema dell’obesità in America sembra raggiungere il suo apice nel 2004, e la comunità degli urbanisti ha svolto un suo particolare ruolo nel dibattito. È vero che lo sprawl suburbano ha creato spazi dove si cammina di meno, i quali a loro volta hanno aumentato i tassi di obesità? Oppure l’obesità è semplicemente il risultato di una cattiva dieta e di mancanza di movimento? E in definitiva: la progettazione e organizzazione generale degli spazi dove si vive, ha un effetto tangibile sulla salute? Urban Sprawl and Public Health: Designing, Planning, and Building for Healthy Communities tocca questa questione generale attraverso un’attenta analisi dei vari problemi di salute che affliggono gli Stati Uniti. Oltre a tassi crescenti di obesità e diabete, molti americani soffrono di asma, depressione, ansietà, e molti ex baby boomers invecchiando cominciano a sperimentare artrite, osteoporosi, disabilità varie.

Il libro, cominciato nel 2000 da due medici specializzati nei rapporti fra salute e ambiente da oltre vent’anni (Frumkin e Jackson), insieme a un architetto che si occupa di paesaggio, trasporti e urbanistica (Frank), è rivolto a urbanisti e architetti con poche conoscenze di sanità pubblica, e insieme a professionisti della sanità con poco retroterra in materia di pianificazione spaziale. Gli autori “ipotizzano che la salute urbana (un campo che fino a tempi molto recenti si concentrava sulle malattie dei poveri nelle aree degradate) necessita di essere ampliato, a considerare la salute su una base sistemica, a dimensione dell’intera area metropolitana”. Auspicando la ricostruzione di un’America dove sia possibile spostarsi a piedi, gli autori collegano lo sprawl organizzato attorno all’automobile all’inquinamento, alla scarsa attività fisica, alla diminuzione dell’acqua in qualità e quantità, all’incremento dei disturbi mentali, all’erosione del capitale sociale concentrata su donne, bambini, anziani, poveri, minoranze, disabili. Nonostante salute e urbanistica siano state già messe in relazione nel passato, Urban Sprawl and Public Health è un importante contributo alla discussione in corso, e presenta chiaramente i temi degli studi e teorie più recenti.

Nota: qui il link ai brani di Howard Frumkin proposti a suo tempo da Eddyburg; sul sito Planetizen la classifica completa Top Ten 2005 (f.b.)

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