Zero dubbi, zero ripensamenti. Chi ce li ha se li scordi. Si va avanti, lo spettacolo dell'alta velocità deve continuare. Così è per il governo italiano. Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ne è certo: non c'è nessuna ipotesi di modifica da parte della Francia nella realizzazione della Torino-Lione.
«Ho parlato con il ministro dei Trasporti Frédéric Cuvillier e mi ha confermato l'importanza del progetto, che è totalmente confermato da parte nostra e dai francesi. Eventuali dubbi - ha poi spiegato il ministro parlando dei francesi - riguardano solo i progetti non ancora definiti, mentre quello della Torino-Lione è definito e avviato, sancito da accordi internazionali tra i due Paesi».
Il giorno dopo le indiscrezioni, riportate da Le Figaro, sull'intenzione di Parigi di riesaminare ed eventualmente rinunciare a diverse tratte ad alta velocità, l'esecutivo italiano prova a mettere una toppa alle perplessità e lo fa in modo deciso. La Francia conferma l'importanza del progetto: «La Tav - sottolinea un portavoce del ministero francese dei Trasporti - si farà», ma, vista la crisi economica, «è necessario stilare un nuovo accordo tra Roma e Parigi che tenga conto dei finanziamenti disponibili a livello europeo». Ecco, però, palesarsi una nuova variabile nel solco delle ostentate certezze. Da Bruxelles, il commissario europeo ai trasporti Siim Kallas frena sulla richiesta: «L'opera è principalmente un progetto franco-italiano e i fondi devono arrivare soprattutto da Italia e Francia, il ruolo della Commissione europea può essere modesto. Non possiamo distribuire soldi che non abbiamo». Le incertezze dunque permangono.
La recente riflessione francese sull'utilità del Tav (costi e strategie) è stata ovviamente ben accolta in Val di Susa. «Sono gli stessi argomenti che noi sosteniamo da anni», ha detto Guido Fissore, consigliere comunale a Villar Focchiardo, uno dei 46 indagati per gli scontri della scorsa estate. Per Ezio Locatelli, segretario Prc Torino, «l'ostinazione del governo Monti è segno di ottusità e subalternità al blocco politico-affaristico dell'alta velocità».
E mentre continua l'udienza preliminare, gli indagati denunciano un «accanimento punitivo» nei confronti di tre di loro, ancora in carcere. Giorgio Rossetto ha, infine, lanciato un appello perché si faccia chiarezza su cosa è accaduto a un coindagato, Matteo Schiaretti, 32 anni di Parma, scomparso ad aprile dopo aver lasciato un biglietto in cui annunciava la volontà di togliersi la vita.