«Nel contestato maxi-progetto per portare il gas dell'Azerbaijan in Puglia spuntano manager in affari con le cosche, oligarchi russi e casseforti offshore. L'inchiesta integrale sul'Espresso in edicola domenica». l'Espresso, 1° aprile 2016
L'Espresso ha potuto esaminare documenti riservati della Commissione europea,che svelano il ruolo cruciale di una società-madre, finora ignota: l’aziendache ha ideato il Tap. Si chiama Egl Produzione Italia, ma è controllata dalgruppo svizzero Axpo. Le carte, richieste dall’organizzazione Re:Common,dimostrano che Egl ha ottenuto, nel 2004 e 2005, due finanziamenti europei afondo perduto, per oltre tre milioni, utilizzati proprio per i progettipreliminari e gli studi di fattibilità del Tap. Gli ultimi fondi pubblici sonoarrivati nel 2009. I ricercatori avevano chiesto altri atti, ma la Commissioneli ha negati «per rispettare segreti industriali, sicurezza e privacy» dellemultinazionali interessate.
Tutto inizia nel 2014, quando la Guardia di Finanza scopre un presunto clan dinarcotrafficanti collegati alla ’ndrangheta. Il gruppo, capeggiato dalcalabrese Cosimo Tassone, è accusato di aver importato oltre mezza tonnellatadi cocaina. E viene intercettato mentre deve versare un milione e mezzo di euroai narcos sudamericani. I calabresi reclutano un promotore toscano e i suoi duefigli, che accettano di «portare quei soldi in contanti, dentro due trolley, aLugano, nella sede della Viva Transfer», come confermano le confessioni deglistessi corrieri poi arrestati. A ricevere i pacchi di banconote è «RaffaeleTognacca in persona». Proprio il manager che ha tenuto a battesimo il Tap.
Dopo aver ottenuto i fondi europei, la Egl è stata cancellata e assorbita daAxpo. Questo spiega perchè oggi il gruppo svizzero è azionista della Tap Ag conl'inglese Bp, l’italiana Snam, la belga Fluxys, la spagnola Enagas e l’azeraAz-tap.
L'articolo integrale de l'Espresso racconta molti altriretroscena . Come un accordo segreto per favorire un oligarca russorappresentato da amici di politici italiani. E le tesorerie offshore,documentate dai Panama papers, dei manager di Stato in Azerbaijan e Turchia.
<