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Andrea Senesi
Tangenziale esterna, si parte, ma la metropolitana non c’è
16 Febbraio 2011
Padania
Secondo atto del Raccordo Anulare lombardo, e della patacca sperimentata con la Pedemontana. Corriere della Sera Milano 16 febbraio 2011, postilla (f.b.)

Lungo i trentadue km di percorso e attraverso i sei svincoli automatizzati viaggeranno settantamila veicoli al giorno. Non arriveranno invece, almeno per ora, le due fermate della metropolitana promesse, la «verde» a Vimercate e la «gialla» a Paullo. Al via il progetto definitivo della Tangenziale Esterna Milano (Tem), una delle «tre sorelle» (insieme con la Brebemi e la Pedemontana) incaricata di riportare il territorio lombardo a livelli quantomeno europei in fatto di autostrade e viabilità. Entro la fine di quest’anno l’avvio dei lavori, entro l’estate il via libera del Cipe.

Fine cantieri in calendario invece per il fatidico 2015. «Un’opera fondamentale» , secondo l’assessore ai Trasporti della Lombardia Raffaele Cattaneo. «Che permetterà di drenare le arterie ostruite della tangenziali milanesi che ormai, nelle tratte più cariche, sopportano un traffico pari a circa 160.000 veicoli al giorno» . Millesettecento milioni di euro d’investimento (tutti in project financing, a carico cioè dei privati), per attraversare (pagando un pedaggio ancora da definire) 34 comuni e tre province. E nel 2013 — assicura l’assessore— aprirà il primo spezzone, quello a ridosso dell’intersezione con la Brebemi.

Soddisfatto anche il governatore Roberto Formigoni: «Entro il termine di questa legislatura contiamo di completare il grande piano infrastrutturale della Lombardia, colmando il gap con gli altri territori europei» . Niente metropolitane, invece. I milleduecento milioni (60%dal governo, 40%dal territorio) necessari per prolungare le due linee fino all’arco della futura tangenziale non sono mai arrivati. Dice Matteo Mauri, capogruppo del Pd in Provincia: «La soluzione della questione traffico e smog deve passare per forza dal potenziamento del trasporto pubblico dell’intera area metropolitana. Per questa ragione i prolungamenti delle attuali linee metropolitane sono essenziali. Il governo però deve fare la sua parte perché ai comuni, già dissanguati dai tagli imposti da Tremonti, non si possono chiedere sforzi impossibili» .

Il presidente della Provincia Guido Podestà guarda invece già oltre. A ovest. «L’obiettivo è di raddoppiare anche il tracciato dell’altra tangenziale e di chiudere a sud l’anello» . E le metropolitane? Per Palazzo Isimbardi la soluzione c’è e si chiama tassa di scopo: «Un pedaggio minimo — spiega Podestà — sulle tangenziali già esistenti da riservare unicamente ai prolungamenti delle linee all’esterno del capoluogo» . «Ci volete asfaltare il futuro!» . Cartelli, slogan e tanti fischi nel presidio ambientalista di ieri mattina davanti al Pirellone. Per Legambiente, Tem farà rima con smog. Dice Damiano Di Simine, presidente lombardo dell’associazione: «Le istituzioni, a parole, invocano misure strutturali contro l’inquinamento e le polveri sottili, mentre con i fatti vogliono costruire una nuova autostrada che sacrificherà almeno 600 ettari di agricoltura nel Parco Sud di Milano» .

postilla

Fosse solo lo smog il problema, almeno saremmo in una logica, diciamo, di “perequazione” al ribasso fra il soffocato egoista capoluogo e la regione metropolitana già mica tanto felix. E invece il previsto evaporare delle linee di trasporto pubblico così fortemente richieste dal territorio indica la solita, troglodita e squallida strategia di sviluppo urbanistico a sprawl che imperversa. Pare già di vederli quelli di cricche e cricchette ben immanicate, che tracciano le linee di qualche capannonata sull’orizzonte degli svincoli o delle ineluttabili bretelle e bretelline.

Per chi si prende la briga anche solo di dare un’occhiata alle tavole sul sito TEEM salta ad esempio all’occhio una miriade di occasioni apparentemente perse, via via buttate nelle trattative puntuali di un’opera nata fuori dal territorio e da qualunque logica di piano, per quelli che storicamente “sanno pianificarsi benissimo da soli”. Le linee di trasporto pubblico, come ha capito ad esempio anche l’amministrazione Obama, devono crescere di pari passo con strategie coordinate di insediamenti, dette Transit-Oriented-Development (TOD) ovvero tanto per iniziare nodi di densificazione locale in grado di sfruttare le sinergie fra investimento immobliare e massima accessibilità intermodale. E qui? Nulla, neppure dove la metropolitana già esiste salvo qualche piccolo modesto e scoordinato “ambito di trasformazione” dei PgT comunali. Macroscopico il vuoto di idee attorno allo svincolo di Gessate/Gorgonzola, dove parrebbero esserci tutti i presupposti per una cosa del genere, e pure importante. Niente da fare, quel posto assomiglierà semmai a uno dei futuri desolati svincoli dell’Autostrada della Lomellina: qualche gatto morto, le auto che vanno troppo forte ma si sa .. è il progresso! Che vergogna (f.b.)

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