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Norma Rangeri
Tagli e censura
14 Ottobre 2010
Articoli del 2010
Chissà se quelli che verranno dopo saranno capaci di ripristinare condizioni decenti di convivenza civile; ce ne stiamo allontanando sempre di più, e troppo pochi s’indignano. Il manifesto, 14 ottobre 2010

Non si possono tenere in edicola i giornali, di destra o di sinistra, dal manifesto ad Avvenire, dal Secolo all' Unità, non allineati alla casa madre berlusconiana. Né si può tenere accesa la televisione di Santoro con il rischio che il paese reale e le opposizioni abbiamo la possibilità di partecipare a un programma visto da cinque milioni di persone. Tanto più se il governo rischia una morte prematura e bisogna prepararsi per tempo alle elezioni anticipate. Del resto su come sistemare l'informazione il presidente del consiglio non conosce rivali e il ministro Tremonti è uno che impara subito. Una coppia perfetta. Imbracciando lo scudo della crisi, il ministro si appresta a rendere definitivi i tagli all'editoria, chiudendo una novantina di testate (compreso il nostro giornale), mentre il direttore generale della Rai si occupa del pubblico televisivo e sospende Annozero, la gallina con le uova d'oro.

Naturalmente stiamo parlando sempre dello stesso Masi citato nelle intercettazioni dell'inchiesta di Trani, quando indecenti e minacciose conversazioni, tra il premier e i suoi collaboratori, portarono alla luce la regia contro alcuni programmi del servizio pubblico. Masi prometteva al commissario dell'Agcom di «mettere su una strategia operativa», per risolvere il «problema Santoro che è un problema tutto particolare», sperando nel passo falso: «se lui fa la pipì fuori dal vaso...». Stiamo parlando del dirigente che nell'ultima campagna elettorale chiuse i talk-show della Rai.

Dunque guardate Annozero questa sera perché giovedì prossimo non ci sarà, quello successivo nemmeno, poi, forse, potrebbe tornare ma anche no, tutto dipenderà da come evolverà lo scontro tra l'azienda e il giornalista. Intanto si blocca un programma che produce il 20 per cento di share e tra i più alti fatturati pubblicitari. Un bella botta all'azienda pubblica, con tanti saluti alla concorrenza con Mediaset, ma è il conflitto di interessi bellezza e se siamo a questo punto non è solo colpa del Cavaliere.

Come ci ricorda Carlo Freccero (altro cavallo vincente azzoppato) nell'intervista al nostro giornale, togliere programmi di informazione significa, automaticamente, colmare il vuoto con l'intrattenimento. Fino a sostituire, una dopo l'altra, le voci critiche con lacrime, sangue e gossip. Con la chiusura di Annozero e il provvedimento disciplinare contro Santoro si colpisce il mezzo e il messaggio. Chi lavora nella più grande azienda culturale del paese si adegui alla nuova regola.

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