Mentre si riconsiderano allora tutte le valutazioni finora avanzate per la realizzazione di un collegamento stabile tra Calabria e Sicilia, come naturale completamento del corridoio scandinavo-mediterraneo, che dovrà essere ultimato entro il 2030 (così è stabilito per le reti di trasporto trans-europee delineate dall’Unione Europea), si fa strada il progetto di un tunnel scavato in prossimità della Sella dello Stretto, insabbiato sotto il livello del mare: 16 km di lunghezza (in parte raccordato alle gallerie autostradali), di cui circa 3 km subalvei a una profondità di 200 metri, posizionati tra Gazirri, lungo la riva siciliana, e Punta Pezzo, sulla sponda calabrese. Previsto un costo di 1,5 miliardi di Euro. Tempi di realizzazione 5 anni.
Lo studio è stato presentato nel corso della conferenza su “Mobilità urbana e connettività strutturale fra le sponde dello Stretto, Sfida al Pil nel contesto euro” all’Accademia Peloritana dei Pericolanti dell’università di Messina che ha organizzato l’evento con il Collegio amministrativo ferroviario italiano e l’Istituto di Alti Studi di Geopolitica e Scienze ausiliarie. Giovanni Saccà, l’ingegnere che ha realizzato il progetto, prevede un’analoga soluzione per i collegamenti ferroviari, con un tunnel lungo il doppio, che unirebbe il centro della città di Messina a Reggio Calabria con un tracciato percorribile a 200 km/h. Tre miliardi il costo degli interventi, incluse le opere accessorie per servire le nuove stazioni ferroviarie. Coinvolto un team interdisciplinare di esperti, compresi geologi e biologi marini, oltre al noto patologo Cosimo Inferrera.
Il progetto si ispira all’Eurasia Tunnel di Istanbul costruito sotto il Bosforo in un’area sismicamente attiva, e costituito da segmenti collegati da articolazioni flessibili capaci di resistere a terremoti fino a magnitudo 7,25. Parametri di sicurezza elevati che il ponte sullo Stretto, ad esempio, non potrebbe garantire. Ancor meno nel caso del passaggio di treni ad alta velocità.
I tunnel sotto il mare invece tengono conto della particolare orografia dei territori, oltre che della posizione dello Stretto, terzo polo nel Mediterraneo dopo Suez e Istanbul.
Forti le implicazioni e non solo geopolitiche: «Porsi problemi di mobilità e di logistica significa anche affrontare i grandi temi della giustizia sociale, dell’innovazione, del lavoro, della riqualificazione territoriale – spiega Filippo Romeo, direttore del programma Infrastrutture e Sviluppo territoriale dell’Isag - Calabria e Sicilia devono cogliere questa sfida e approfittare della centralità strategica del Mediterraneo e delle merci che vi transitano. Il progetto è solido e rappresenta un’occasione unica per creare sviluppo e attrarre investimenti. E per ridurre fino al 25% i nostri costi per trasporti e logistica verso l’estero».
Riferimenti
Nel vecchio archivio di eddyburg trovate un’intera cartelladedicata al Pontesullo Stretto, contenente una sessantina di articoli dal 2005 al 2012. Ulterioriarticoli in date successive, non ancora classificate nel nuovo archivio, letrovate digitando le parole: “stretto di Messina” nell’apposito casella in cima a ogni pagina.