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Storia del Piano della Salerno del Duemila
19 Febbraio 2010
Salerno
Un documento sul disastro urbanistico di Salerno a cura della sezione di Italia Nostra. Presentazione e link al testo completo

La città di Salerno è conosciuta e considerata, oggi, in ambito regionale e nazionale, come mai in precedenza (esclusa, forse, la sua gloriosa ma davvero troppo lontana stagione longobardo-normanna); e la sua Amministrazione, nell’immediato immaginario massmediatico, è vista fra le più efficienti del Paese, e -per alcuni- persino la più virtuosa: di una virtù che non è solo quella, materiale e pratica, di una fattiva guida amministrativa, democraticamente delegata, ma anche quella, più immateriale, della carismatica guida spirituale verso il sicuro riscatto da miserie e degrado passati. Diversi sono stati, in questi anni, i fronti sui quali si è tentato il rilancio della città. Ma, principale fra tutti, o fra tutti avvertito come il più concreto, coinvolgente e “strutturante”, è apparso quello urbanistico, che, di per sé, è pure più fortemente suggestivo di altri, per la metafora di più profonda mutazione personale e collettiva che si accompagna ai cambiamenti che induciamo al nostro spazio fisico.

Ma, allora, come si spiega che Italia Nostra di Salerno non sia stata e non sia fra i sostenitori del nuovo corso urbanistico cittadino?

A questa domanda abbiamo cercato di dare risposta comprensibile attraverso un breve documento filmato, consapevoli che ridurre la storia di quasi vent’anni di nuova urbanistica in meno di venti minuti fosse cosa complicata. E tuttavia occorreva farlo, evitando innanzitutto l’errore della solita minestra “faziosa” e già scodellata, sicura produttrice di gesti, oltre che monchi e/o reticenti, anche ingenerosi della libera intelligenza delle cose. Abbiamo perciò tentato con l’apporto dei nostri documentati amici una ricostruzione della vicenda che riuscisse –con la sola elencazione di dati certi e fatti realmente accaduti- a trasmetterne per intero il senso.

Oggi che i Padri “tecnici” del PRG di Salerno sono, uno alla volta, tutti usciti dalla scena e appare realizzata solo una delle profezie di Bohigas, cioè quella sulla natura del Piano, che non sarebbe stata una creatura tecnica, ma politica, da mettere nelle mani della Polis (ma non, certo, in quella dei suoi oligarchi…) noi crediamo ancor più fermamente che un Piano non sia mai il gesto isolato di un Demiurgo, ma un frutto che porta in sé il gene, o il marchio, di una paternità più larga. Sotto questo punto di vista il PUC di Salerno, ancorché firmato da una star forestiera dell’architettura europea, è il frutto servito in tavola da un ambiente “fattivo” che difficilmente fa le sue scelte concrete nella discordia aperta; ma che invece elabora e rielabora pazientemente i suoi progetti e, all’occorrenza, demagogicamente li aggiusta, perché si realizzino nel più scontato sostegno, meglio ancora se non troppo gridato.

In questo senso la lunga marcia del Piano regolatore generale, poi divenuto PUC ai sensi della nuova Legge Regionale 16/2004 è esemplare: un avvicinamento al traguardo desiderato scandito dai necessari scarti e dagli opportuni rientri sulla pista principale, nell’immancabile conflitto fra desiderio impulsivo di prendere subito tutta la posta e la pazienza di adattare le regole del gioco alla misura di volta in volta consentita dagli eventi.

Su tutto ciò, il giudizio più volte espresso da Italia Nostra fu, come è noto ai concittadini salernitani, critico, e specialmente lo fu su alcuni temi decisivi, per noi irrinunciabili: dalla sempre mancata ragionevole spiegazione di un dimensionamento altrimenti assurdo del Piano, alla scelta di varare progetti in quantità difficilmente autorizzabili in caso di sua tempestiva adozione; da quella della problematica relazione fra massa edificabile nuova e/o di trasformazione e reale capacità di loro sostenibilità ambientale, a quella di una effettiva generale equità delle nuove regole edificatorie; da quella di una promessa e non mantenuta svolta sociologica da compiere con la diffusione della residenza popolare nei diversi comparti della città compatta, cioè della città centrale o ben servita, a quella di un trattamento sinceramente rivolto al rilancio vero della città vecchia, non-strumentale cioè, e attuato nei fatti, e non nelle parole.

E dunque, avremmo potuto delineare l’iter del PRG-PUC di Salerno seguendo il filo -o mettendo in fila- i documenti di volta in volta elaborati e pubblicamente diffusi da Italia Nostra durante tutto il percorso, ma ciò avrebbe avuto il torto certo della scelta pedante o pigra. Abbiamo invece diviso il tragitto in sette segmenti temporali, o tematici, che sono apparsi cruciali non solo a noi, ma a molti osservatori e cronisi del tempo. Ognuno di questi segmenti, naturalmente con tutti gli altri possibili, è offerto alla vostra visione, per farsi oggetto di utile curiosità di ricostruzione e approfondimento.

Storia del Piano della Salerno del Duemila

video in due parti sul sito web youtube, a cura di “ItaliaNostra” - sezione di Salerno - Dicembre 2009

prima parte http://www.youtube.com/watch?v=KxM_pwFjRRY (I conti con il passato, La stagione di Bohigas, I rapporti con la storia, L’equità è per tutti, L’addio dei padri)

seconda parte http://www.youtube.com/watch?v=lDZp5aO8jyA (Intermezzo, Il cemento e il simbolo, Ma quanti saremo?)

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