Titolo originale: State of Sprawl – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini
Sono state fornite le ultime stime dell’ufficio censimento per il Maryland, e mostrano uno stato in cui gli abitanti continuano a spostarsi sempre più lontano dalle aree urbanizzate: uno stato dove lo sprawl, nonostante la storia del Maryland rispetto ai tentativi di pianificazione della crescita, continua a ingollare territorio.
In generale, lo sviluppo del Maryland si è rallentato nell’anno fino allo scorso luglio. Baltimora ha perso abitanti. La città di Washington e i suburbi più interni sono cresciuti in modo modesto. Ma in cinque contee esterne – Cecil, Calvert, Charles, St. Mary’s e Washington – la popolazione è aumentata molto in fretta, dal 2 a quasi il 3 per cento in solo un anno, in larga parte a causa dell’immigrazione da altri stati.
Il tipo di crescita diffusa si mangia terreni, allunga i tempi del pendolarismo, inquina la Chesapeake Bay e svuota i bilanci degli enti locali. Crea uno stato che è una scacchiera di sobborghi, un luogo con troppi pochi luoghi.
Se questo sottolinea l’insufficienza del programmi di smart growth del Maryland, dei massicci acquisti di terreni sotto l’ex governatore Parris N. Glendening, racconta anche il quasi totale vuoto dell’approccio dell’attuale governatore, Robert L. Ehrlich Jr., alla gestione della crescita
L’amministrazione ha fatto alcune buone cose. Il Planning Department statale ha spinto le contee ad applicare un solo standard ai propri lotti edificabili: un obiettivo apparentemente semplice ma irto di complessità. Ha messo il suo marchio sulla smart growth, rinominandola programma Priority Places con enfasi sulla rivitalizzazione delle vecchie aree.
Ma le quattro città designate sinora Priority Places – le zone di Hyattsville e Crisfield sono state designate settimana scorsa – per ora possono aspettarsi solo assistenza tecnica e di piano, non sostegni statali. Le acquisizioni di terreni si sono fermate sotto l’amministrazione Ehrlich. L’amministrazione non è neppure entusiasta rispetto al trasporto di massa, e opta invece per strutture che inducono sprawl, come l’allargamento della Route 32 nella contea rurale di Howard o la costruzione del collegamento Inter-Contee dalla Interstate 95 alla Interstate 270.
Il governo può rispondere, a buon diritto, che le decisioni urbanistiche restano in gran parte una questione locale: e a dire il vero c’è parecchio da dire su quello che accade in giro.
Baltimora ha fatto buon uso degli storici crediti statali per sostenere la riurbanizzazione, e la Baltimore County sta tentando di ristrutturare i propri quartieri più vecchi lungo la Beltway, tutelando nel contempo le zone agricole settentrionali. Ma ci sono troppe contee che resistono ancora all’uso dello zoning per orientare la crescita e la realizzazione di case a basso costo verso aree già edificate, e lontano dagli spazi aperti. I regolamenti di zoning consentono ancora ai costruttori di sparpagliare case sui campi: e a parte il programma Priority Places, c’è poco sostegno statale con questa amministrazione, per trovare il coraggio di fare altrimenti.
Intanto, l’ufficio censimento ora prevede che la popolazione del Maryland crescerà di un terzo dal 2000 al 2030, toccando i 7 milioni: 500.000 persone in più di quanto stimato a livello statale.
La pressione della crescita sul Maryland può solo aumentare. E anche se si tratta di cose che non si vedono nei titoli dei quotidiani, il modo di gestirle probabilmente avrà un effetto più duraturo sulla qualità della vita di qualunque altra cosa, nell’agenda del governatore.
Nota: qui il testo originale al sito del Baltimore Sun (f.b.)