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Barbara Ardu
Spiagge ai privati, nuovo blitz
6 Aprile 2006
Articoli del 2005
Vendere, privatizzare, liquidare i beni comuni: è la loro idea fissa. Da la Repubblica del 2 giugno 2005- L'immagine è del manifesto

ROMA - Giulio Tremonti appena rientrato al governo, l´aveva buttata lì, vendiamo le spiagge. Poi aveva aggiustato il tiro. «Non mi hanno capito. Ho solo detto che avrei allungato le concessioni a 100 anni». Era la fine di aprile e l´idea sembrava archiviata. Per rispuntare fuori, a sorpresa, in quel pezzo di disegno di legge sulla competitività che era rimasto fuori dal decreto approvato a maggio. Poche norme che andavano semplicemente riscritte, ripresentate e votate. Il compito se l´è assunto il relatore di maggioranza, Guido Crosetto di Forza Italia. Che però non si è limitato a riscriverle, ma ci ha messo di suo pugno un intero articolo, il 14, dal titolo impegnativo: "Legge obiettivo per il turismo di qualità". Che opposizione e ambientalisti hanno subito ribattezzato "Legge Las Vegas". Dieci punti che prevedono la costruzione di villaggi turistici, di alberghi, con annessi casinò, per i quali, tra l´altro, non sarebbe necessaria alcuna autorizzazione. La vendita delle spiagge non c´è, ma è come se ci fosse. Le concessioni demaniali verrebbero allungate fino a 90 anni, i soldi incassati verrebbero ripartiti tra stato comuni e regioni. Ma soprattutto la nuova legge spazza via in un sol colpo tutte le autorizzazioni che vanno richieste per costruire un albergo, un casinò, per edificare villaggi turistici. Non solo. Le piccole aziende artigiane di prodotti alimentari potrebbero vendere pasti e bevande, alcol compreso, anche ai minori di 21 anni e senza l´ok del sindaco. Da una parte l´azienda vera e propria, dall´altra una specie di bar-trattoria. La stipula di quello che viene definito "un accordo di programma" sostituirebbe ogni altra autorizzazione. In una sola seduta chi decide di investire sulle spiagge otterrebbe il via libera dalla Regione, chiamata a individuare i progetti di pubblico interesse. Unico vincolo è che si tratti di «insediamenti turistici di qualità».

La qualità è misurata da vari fattori: l´elevato livello dei servizi erogati, la soddisfazione degli utenti, la qualità ambientale e il rispetto del tessuto storico e culturale circostante. «Dunque le leggi si possono bypassare con un semplice atto amministrativo e la competitività del Belpaese è da ricercare nei casinò», accusano i deputati dell´Unione. «E´ solo una strada per snellire le procedure», taglia corto Crosetto, che difende la sua proposta e se ne assume la paternità. «Il governo, Tremonti, la Casa delle libertà - spiega - non c´entrano nulla». Domenico Siniscalco, ministro dell´Economia, conferma: «Io non ne sapevo niente, è una iniziativa parlamentare». Che "l´aggiuntina" al testo sulla competitività avrebbe creato un marasma Crosetto lo sapeva. E la bufera si è scatenata subito. «Tra l´altro la procedura seguita da Crosetto - dice Mauro Agostini, vicepresidente e responsabile economico del gruppo Ds - è opinabile anche da un punto di vista procedurale. Il disegno di legge sulla competitività aveva una parternità, il governo. Questo invece - prosegue Agostini - non è figlio di nessuno».

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